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Russia Nucleare

Rosatom, perché l’Ue non sanziona l’uranio russo?

L'Unione europea si sta focalizzando sull'embargo ai combustibili fossili russi, ma sta dimenticando l'uranio. Per i Paesi dell'est, però, è quasi impossibile fare a meno di Rosatom. Ecco perché

Nella notte tra lunedì e martedì scorsi i rappresentanti degli stati membri dell’Unione europea hanno raggiunto un accordo per mettere al bando la maggior parte delle importazioni di petrolio dalla Russia. Bruxelles ha già imposto un embargo al carbone russo, mentre pare meno probabile un divieto d’acquisto del gas naturale, vista la profonda dipendenza (circa il 40 per cento del totale importato, a livello comunitario) da Mosca.

Come ha fatto notare su Twitter Udo Gümpel, giornalista del gruppo tedesco RTL, “c’è un’azienda russa che sarebbe un perfetto bersaglio per sanzioni: Rosatom. Ma nessuno la sanziona. I prodotti di Rosatom arrivano in UE regolarmente via aereo: nessuna sanzione”. Rosatom è la società nucleare statale russa.

QUANTO CONTA ROSATOM

Gümpel scrive che Rosatom è una produttrice importante di barre di combustibile nucleare e che il “40% del combustibile nucleare che si importa per le centrali nucleari in Europa proviene dalla Russia”.

I CARICHI DI URANIO ALLA SLOVACCHIA

Di recente il quotidiano francese Le Monde ha dedicato un articolo alle forniture di combustibile nucleare russo prodotto da TVEL (una sussidiaria di Rosatom) e consegnate via aereo alla Repubblica ceca e alla Slovacchia: lo utilizzano per alimentare i propri reattori, di progettazione sovietica.

La Slovacchia ha chiuso il suo spazio aereo alla Russia, ma ha esentato i velivoli che trasportano l’uranio di Rosatom: il paese, infatti, ne è completamente dipendente. Possiede quattro reattori nucleari – tutti modello VVER-440, risalenti al periodo dell’URSS – che valgono oltre la metà dell’elettricità prodotta dentro i suoi confini.

L’UE DIMENTICA L’URANIO RUSSO?

L’Unione europea si sta concentrando molto sui divieti all’importazione di idrocarburi russi, per privare il Cremlino di una fonte di entrate fondamentale, anche per il finanziamento della guerra all’Ucraina. L’uranio di Rosatom non gode delle stesse attenzioni, anche se Germania e Austria – molto dipendenti dai combustibili fossili russi e storicamente contrari all’energia nucleari – potrebbero essere favorevoli alla sua inclusione nelle sanzioni.

MANCANZA DI ALTERNATIVE

Nel territorio dell’Unione europea sono attivi in tutto quattordici reattori VVER-440: si trovano in Ungheria, in Repubblica ceca, in Slovacchia e in Finlandia. Questi impianti non possono fare a meno di Rosatom per mancanza di alternative: la società russa è l’unica al mondo a produrre il tipo di uranio adatto ad alimentarli.

Stando all’ultimo rapporto dell’agenzia di approvvigionamento di EURATOM, il 20,2 per cento delle importazioni europee di uranio provengono dalla Russia, e il 24 per cento delle forniture passano comunque per Rosatom (ad esempio l’uranio prodotto in Kazakistan).

CHI SI DISTACCA DALLA RUSSIA

Nelle scorse settimane il Belgio ha annunciato l’interruzione dei contatti con Rosatom, da cui dipende per circa il 40 per cento delle forniture di uranio. Anche la Finlandia ha annullato un contratto con lRosatom per una centrale nucleare che sarebbe dovuta entrare in funzione nel 2024.

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