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Russia Nucleare

La Finlandia non russerà più neppure sul nucleare

Nonostante i suoi ambiziosi obiettivi per la transizione energetica, la Finlandia ha annullato un contratto con la russa Rosatom per una centrale nucleare che sarebbe dovuta entrare in funzione nel 2024. Tutti i dettagli

 

La centrale nucleare che doveva essere costruita in Finlandia da Rosatom, la compagnia statale russa creata da Vladimir Putin nel 2007, non si farà.

L’11 aprile sembrava che tutto dovesse continuare a procedere nonostante l’invasione in Ucraina, ma oggi il consorzio finlandese Fennovoima ha definitivamente abbandonato il progetto.

LA NOTIZIA

Il consorzio Fennovoima ha annunciato di aver annullato, a causa di ulteriori rischi derivanti dall’invasione russa dell’Ucraina, un contratto con Rosatom per la costruzione di un reattore nucleare nel nord della Finlandia.

“La guerra in Ucraina ha aggravato i rischi del progetto situato a Pyhajoki sulle sponde del Mar Baltico”, riferisce un comunicato del consorzio, in cui si parla anche di “significativi e crescenti ritardi” e “incapacità” da parte di Rosatom nel “portare a termine” il sito del reattore Hanhikivi.

La compagnia russa aveva previsto di portare a termine l’impianto entro il 2024, ma nel 2018 era stata costretta a considerare un ritardo di quattro anni e da allora il calendario è ulteriormente slittato.

IL PROGETTO E IL RUOLO DI ROSATOM

Il progetto Hanhikivi 1 tra Fennovoima e Rosatom, scrive il Financial Times, “si è impantanato fin dall’inizio” ed è “è stato particolarmente controverso perché Rosatom, la compagnia nucleare statale russa, non era solo il fornitore del reattore ma anche il principale azionista e finanziatore del consorzio Fennovoima”.

Come spiega l’articolo, “Rosatom possiede il 34%, mentre aziende finlandesi come il gruppo energetico Fortum, i produttori di acciaio SSAB e Outokumpu e i comuni locali possiedono il resto”.

La Finlandia, ricorda il FT, aveva approvato i piani per il reattore russo nel settembre 2014, qualche mese dopo che la Russia aveva annesso la Crimea. In quell’occasione, il partito dei Verdi, guidato dall’allora ministro dell’Ambiente, Ville Niinisto, aveva lasciato il governo per protesta.

COSA HA DETTO FENNOVOIMA

“La decisione di rescindere il contratto [con Rosatom, ndr] non viene presa alla leggera – ha spiegato Esa Harmala, presidente della Fennovoima – In un progetto così grande, ci sono complessità significative e le decisioni vengono prese solo dopo considerazioni approfondite. Riconosciamo pienamente gli impatti negativi e facciamo del nostro meglio per mitigarli”.

LA POSIZIONE DELLA POLITICA FINLANDESE

Diverse compagnie finlandesi dietro Fennovoima e i politici locali, fa sapere il FT, “hanno cercato disperatamente dei motivi per staccare la spina al progetto negli ultimi due mesi da quando la Russia ha invaso l’Ucraina”.

Il permesso finale di costruzione doveva essere concesso entro la fine del 2022, ma il ministro degli Affari economici, Mika Lintila, ha detto che è “del tutto impossibile”. Adesso quindi il governo finlandese dovrà ripensare il progetto.

“La decisione di Fennovoima è chiara. C’è da essere soddisfatti per la decisione dei proprietari. Sarebbe stato praticamente impossibile portare avanti il progetto. Al ministero, abbiamo valutato l’impatto della decisione dal punto di vista normativo”, è quanto twittato da Lintila.

QUANTO PESERÀ LA FINE DEI RAPPORTI CON ROSATOM?

Dal 2019, la Finlandia sta perseguendo un obiettivo molto ambizioso: diventare il primo paese al mondo carbon neutral, ovvero raggiungere la neutralità di emissioni nette di carbonio entro il 2035.

Secondo l’International Energy Agency (Iea), l’Agenzia internazionale dell’energia, il Paese ha fatto buoni progressi, soprattutto nella generazione di energia grazie a grandi quote di nucleare, idroelettrico e bioenergia. Negli ultimi anni, infatti, l’uso di combustibili fossili è diminuito notevolmente.

Secondo i dati preliminari di Statistics Finland, pubblicati dall’International Trade Administration, in Finlandia, dal 2019 al 2020, il consumo totale di energia è diminuito del 6% ma la produzione rinnovabile di energia idroelettrica, eolica e solare è aumentata. La quota di fonti energetiche rinnovabili è diminuita dell’1%, tuttavia, la loro quota sul consumo totale di energia è cresciuta fino al 40% e, per la prima volta, il consumo di energia rinnovabile è stato superiore a quello di combustibili fossili e torba messi insieme.

Grafico via International Energy Agency

La Finlandia, tra l’altro, spicca tra i paesi leader dell’Iea per spesa pubblica e privata nella ricerca e nello sviluppo dell’energia, oltre che essere leader a livello globale nei biocarburanti di seconda generazione prodotti dal legno, in particolare il biodiesel.

Non può comunque sottovalutare il clima freddo, le lunghe distanze e le industrie ad alta intensità energetica che condizionano inevitabilmente la sua transizione energetica, a cui si aggiungono anche i rapidi cambiamenti climatici, accentuati ancora di più in un Paese artico.

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