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Le importazioni europee di Gnl russo sono da record

L'Unione europea si è impegnata ad azzerare le importazioni di combustibili fossili dalla Russia, eppure gli acquisti di Gnl hanno raggiunto un livello record. Il ruolo della Francia e quello degli Usa. Numeri e dettagli.

Nonostante i propositi di distacco energetico, nel 2024 l’Unione europea ha acquistato quantità record di gas naturale liquefatto, o Gnl, dalla Russia: a metà dicembre le importazioni ammontavano a 16,5 milioni di tonnellate, un volume superiore a quello dell’intero 2023 (15,1 milioni di tonnellate) e anche a quello del 2022 (15,2 milioni).

COME PROCEDE IL DISTACCO ENERGETICO DALLA RUSSIA

L’Unione europea si è impegnata ad azzerare le importazioni di tutti i combustibili fossili dalla Russia entro il 2027. Gli acquisti di petrolio e carbone sono stati vietati nei vari pacchetti di sanzioni, mentre quelli di gas via tubi sono precipitati: prima dell’invasione dell’Ucraina il blocco riceveva 155 miliardi di metri cubi all’anno di gas dalla Russia; nel 2023 “solo” 25,1 miliardi.

Peraltro il 31 dicembre scadrà, e non verrà rinnovato, l’accordo di transito del gas tra la Russia e l’Ucraina attraverso la rotta Urengoy-Pomary-Uzhgorod, molto rilevante per la Slovacchia, la Repubblica ceca e l’Austria. Attualmente l’Ucraina commercializza all’incirca 15 miliardi di metri cubi di gas russo all’anno.

QUANTO E COME CRESCONO LE IMPORTAZIONI EUROPEI DI GNL RUSSO

Le importazioni di Gnl dalla Russia, però, sono cresciute. Come riporta il Financial Times, sono aumentati in particolare gli acquisti di combustibile liquefatto russo sul mercato spot (quello giornaliero e all’ingrosso), che quest’anno hanno rappresentato il 33 per cento di tutte le importazioni europee di Gnl russo, rispetto al 23 per cento del 2023.

Secondo Christoph Halser, analista di Rystad, gli acquisti sul mercato spot sono convenienti e il Gnl russo proveniente dal terminale Yamal ha prezzi “decisamente più bassi” del gas che arriva dagli Stati Uniti. Così, nel 2024 finora la Russia è valsa il 20 per cento delle importazioni europee di Gnl, rispetto al 15 per cento nel 2023.

Non tutto il Gnl russo importato nell’Unione europea, però, viene poi consumato nella regione: in alcuni casi viene rivenduto altrove.

CHI ACQUISTA PIÙ GNL RUSSO

Il paese dell’Unione europea che acquista più Gnl dalla Russia è la Francia, i cui volumi di importazioni sono quasi raddoppiati rispetto al 2023.

Al secondo posto nella classifica ci sono invece i Paesi Bassi: c’entra il fatto che il porto di Zeebrugge è uno dei pochi punti di trasbordo del Gnl russo sul continente. La pratica del trasbordo in territorio europeo del combustibile proveniente da Yamal verso paesi esterni all’Unione sarà vietata da marzo 2025.

IL RUOLO DEGLI STATI UNITI E LA MINACCIA DI TRUMP

Il mese scorso la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha detto che le importazioni di Gnl dagli Stati Uniti potrebbero permettere all’Unione di sostituire le quote russe: “riceviamo ancora molto Gnl attraverso la Russia, dalla Russia. Perché non sostituirlo con il Gnl americano, che è più economico e fa scendere i nostri prezzi dell’energia?”.

Una decina di giorni fa il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha minacciato di imporre dei dazi sull’Unione europea se questa non aumenterà le importazioni di petrolio e Gnl per riequilibrare la bilancia degli scambi.

Già oggi l’America è la prima fornitrice di Gnl dell’Unione europea; il combustibile liquefatto russo, tuttavia, continua a occupare il secondo posto della classifica.

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