Le importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) russo da parte della Francia hanno raggiunto livelli record, segnando un dato significativo nel panorama energetico europeo. Nonostante le sanzioni internazionali e i tentativi di ridurre la dipendenza energetica dalla Russia, il GNL proveniente dall’impianto Yamal LNG, situato nell’Artico russo, continua a rappresentare una fonte di approvvigionamento rilevante. Questo fenomeno, come riportato da Bloomberg, evidenzia non solo la complessità delle dinamiche energetiche in Europa, ma anche le scelte strategiche che stanno dietro alla gestione delle risorse energetiche nel continente.
Il GNL russo e il ruolo della Francia
La Francia, pur cercando di diversificare le sue fonti energetiche, si è trovata a importare grandi volumi di GNL russo nel 2024, superando persino i livelli raggiunti negli anni precedenti. Questa crescita è legata principalmente ai contratti a lungo termine stipulati da società come TotalEnergies SE, la spagnola Naturgy Energy Group SA e la tedesca Securing Energy for Europe GmbH (SEFE). Quest’ultima, in particolare, utilizza il terminal di rigassificazione di Dunkerque per gestire le forniture ereditate dalla sua precedente affiliazione con Gazprom, prima della nazionalizzazione avvenuta durante la crisi energetica europea.
Nonostante l’aumento delle importazioni, non è chiaro quanto del GNL russo scaricato in Francia venga effettivamente utilizzato nel paese. Una volta rigassificato, il combustibile entra nella rete europea, mescolandosi e fluendo liberamente verso altre nazioni. La Francia, dotata di infrastrutture di rigassificazione avanzate, funge dunque da hub energetico per altri Stati europei, inclusi i paesi dell’Europa centrale e orientale.
Una dipendenza che cambia forma
Dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, l’Unione Europea ha ridotto significativamente gli approvvigionamenti di gas russo tramite gasdotti, ma ha incrementato l’uso del GNL per colmare il divario. Tuttavia, le sanzioni europee non hanno incluso il gas naturale, permettendo alla Russia di mantenere un ruolo centrale nel mercato energetico europeo attraverso il trasporto marittimo.
Il caso francese è emblematico: mentre le importazioni totali di GNL sono diminuite a causa dei costi elevati e della minore domanda industriale, il volume di GNL proveniente dalla Russia è aumentato, garantendo forniture stabili nei momenti critici. Altri paesi, come la Spagna e il Belgio, hanno seguito un percorso simile, consolidando il GNL russo come un’opzione di emergenza.
Il caso della Germania: contratti e scelte strategiche
La Securing Energy for Europe GmbH, ex Gazprom Germania, rappresenta un esempio chiave di come la Germania stia gestendo i contratti a lungo termine per il gas russo. Nonostante l’intenzione di ridurre la dipendenza energetica dalla Russia, SEFE continua a rispettare i contratti ereditati per l’acquisto di GNL dall’impianto Yamal. Tuttavia, per ottimizzare i costi di spedizione e minimizzare i benefici economici per Mosca, i carichi destinati all’India sono stati deviati verso l’Europa, sfruttando il terminal di Dunkerque.
Questo approccio risponde a un doppio obiettivo: rispettare gli obblighi contrattuali ed evitare che la Russia riesca a rivendere il GNL sul mercato internazionale, aumentando così i propri introiti. Al contempo, si garantisce una salvaguardia nel caso di ulteriori interruzioni nelle forniture via gasdotto, come potrebbe accadere con il possibile blocco del transito ucraino entro la fine del 2024.
Le prospettive per l’Europa
La dipendenza dal GNL russo rimane una questione aperta per l’Europa, soprattutto per i paesi privi di infrastrutture di rigassificazione adeguate. La Francia, con i suoi terminal avanzati, si è trasformata in un hub cruciale per la redistribuzione delle forniture. Tuttavia, la crescente richiesta di trasparenza da parte degli Stati membri e la volontà di ridurre gradualmente la dipendenza da Mosca potrebbero portare a un cambiamento delle dinamiche commerciali nel prossimo futuro.
Conclusione
Le importazioni di GNL russo in Europa, e in particolare in Francia, rappresentano un esempio della complessità delle interazioni economiche e geopolitiche nel settore energetico. Mentre i contratti a lungo termine e le infrastrutture esistenti garantiscono una continuità delle forniture, emergono nuove sfide legate alla diversificazione delle fonti, alla trasparenza delle operazioni e alla riduzione dell’influenza russa nel mercato europeo. La gestione strategica di questi flussi energetici sarà fondamentale per garantire la sicurezza energetica del continente nei prossimi anni.