Stamattina il presidente del Consiglio Mario Draghi ha avuto una conversazione telefonica con il presidente russo Vladimir Putin. I due hanno discusso della crisi ucraina, dell’importanza della distensione (a insistere su questo punto sembra essere stato Draghi) e dei rapporti bilaterali.
COSA HA DETTO PUTIN A DRAGHI
Stando all’agenzia di stampa russa TASS, citata anche dall’ANSA, Putin si sarebbe detto disponibile a continuare a garantire all’Italia “forniture stabili” di gas naturale russo. E sempre Putin, riporta una nota del Cremlino, avrebbe espresso soddisfazione per il suo recente incontro in videoconferenza con gli industriali italiani: erano presenti Enel, Pirelli e il gruppo Intesa Sanpaolo, tra gli altri.
LA QUESTIONE DEL GAS
La questione delle forniture di gas è di grande importanza per l’Unione europea, specialmente in questo momento di crisi dei prezzi dell’energia e di forti tensioni militari tra Mosca e Kiev, che stanno facendo temere per lo scoppio di una guerra.
La Russia è la maggiore fornitrice di gas naturale dell’Europa: vale da sola circa il 41 per cento delle importazioni totali del blocco. Da mesi Mosca sta contenendo le vendite di combustibile al Vecchio continente, limitandosi a rispettare gli obblighi contrattuali ma senza prenotare capacità di esportazione aggiuntiva.
COSA (NON) STA FACENDO GAZPROM
Gazprom, la società gasifera statale russa, non ha prenotato spazio nella condotta Yamal-Europe – una delle più importanti tra quelle che riforniscono l’Europa, passante per la Bielorussia e la Polonia – per il mese di febbraio. È da più di quaranta giorni che non si registrano flussi diretti a ovest nel gasdotto, un record.
Gazprom sostiene che la riduzione delle forniture, anche quelle per l’Ucraina, sia dovuta al calo della domanda di combustibile.
GLI SCENARI IN CASO DI GUERRA
Nel caso in cui dovesse iniziare un conflitto in Ucraina, è possibile che le forniture di gas russo all’Unione europea possano ridursi ulteriormente o addirittura azzerarsi, sia per ritorsione del Cremlino contro le sanzioni promesse dall’Occidente, sia per effetto dei combattimenti: circa un terzo del gas russo che arriva in Europa passa per il territorio ucraino.
QUANTO CONTA IL GAS RUSSO PER L’ITALIA
L’Italia è molto dipendente dalle importazioni di gas, visti i ridottissimi livelli di produzione interna. Quello russo, in particolare, rappresenta il 43 per cento degli acquisti dall’estero; seguono a distanza quello algerino (circa 23 per cento), quello norvegese (11 per cento) e quello qatariota (10 per cento). La Libia vale meno del 7 per cento.
QUANTO CONTA IL MERCATO EUROPEO PER LA RUSSIA
Se è vero che l’Europa dipende dalla Russia per l’approvvigionamento del gas, è vero anche che la Russia dipende dal mercato europeo per il proprio bilancio statale, che è composto per il 40 per cento proprio dai ricavi delle vendite di idrocarburi (petrolio, principalmente, e gas).
Secondo l’Economist, se il Cremlino dovesse ordinare l’interruzione dei flussi attraverso i gasdotti con l’Europa per la crisi ucraina, Gazprom subirebbe perdite economiche stimate tra i 203 e i 228 milioni di dollari al giorno. Nel caso in cui il blocco dovesse durare tre mesi – in primavera la domanda di gas si abbassa notevolmente, e dunque anche il ricatto russo perderebbe forza -, le perdite per la società arriverebbero a 20 miliardi.
L’INCONTRO TRA PUTIN E GLI IMPRENDITORI ITALIANI
L’incontro svoltosi la settimana scorsa tra Putin e gli imprenditori italiani è stato organizzato Camera di commercio italo-russa, guidata da Vincenzo Trani.
Trani è napoletano ma vive a Mosca da circa vent’anni. Oltre a presiedere la Camera di commercio, ha fondato la società di microcredito Mikro Kapital e la società di car sharing Delimobil (nel cui consiglio di amministrazione è presente Matteo Renzi). È inoltre console onorario in Campania della Bielorussia, un paese legatissimo alla Russia, praticamente sottoposto. Di Trani si era parlato anche per la sua opera di promozione del vaccino russo Sputnik in Italia.
IL COMMERCIO ITALIA-RUSSIA
Nel periodo gennaio-ottobre 2021 le esportazioni italiane verso la Russia sono ammontate a 6,3 miliardi di euro, contro i 5,8 dell’intero 2020 e i 7,1 del 2019, prima della pandemia. Nei primi dieci mesi dell’anno scorso le importazioni dalla Russia, invece, valevano 11,3 miliardi.