Nella sesta lista dei progetti di comune interesse europeo compaiono anche due infrastrutture energetiche sviluppate da Snam, la società che gestisce la rete italiana dei gasdotti: si tratta del SoutH2 Corridor e del Callisto Mediterranean CO2 Network.
COS’È IL SOUTH H2 CORRIDOR, IL “CORRIDOIO DELL’IDROGENO”
Il South H2 Corridor, anche conosciuto come “corridoio meridionale dell’idrogeno”, è una rete di tubature per il trasporto dell’idrogeno tra Italia, Austria e Germania. Snam lo sta sviluppando assieme ai gestori dei sistemi di trasmissioni del gas austriaci (Trans Austria Gasleitung e Gas Connect Austria) e tedesco (bayernets).
Il South H2 Corridor è formato da circa 3300 chilometri di tubature e da centinaia di megawatt di capacità di compressione dell’idrogeno; dovrebbe essere operativo entro il 2030. Secondo Snam, il corridoio permetterà l’importazione di quattro milioni di tonnellate all’anno di idrogeno dal Nordafrica (una regione dall’elevato potenziale rinnovabile, da sfruttare per la produzione di combustibile verde), coprendo il 40 per cento dell’obiettivo di importazione previsto da REPowerEU, il piano per l’accelerazione della transizione energetica.
Snam ripete ormai da anni che l’Italia potrebbe importare idrogeno verde dal Nordafrica a un prezzo del 14 per cento più basso rispetto a quello della produzione domestica, sfruttando le condotte esistenti (opportunamente modificate); dal sud Italia, poi, l’idrogeno verrebbe trasportato nel nord della penisola e nel resto d’Europa, dove la domanda energetica è più alta per via della presenza di industrie.
Più nello specifico, il South H2 Corridor punta sul riadattamento al trasporto dell’idrogeno delle infrastrutture esistenti dedicate al gas naturale, in modo da ridurre i costi del progetto.
In un comunicato, Snam ha specificato che il corridoio verrà utilizzato per la decarbonizzazione di alcuni poli industriali hard-to-abate in Italia (come Taranto, dove si produce acciaio), Austria (Stiria, Vienna, Linz) e Germania (Burghausen, Ingolstadt). Attualmente il mercato europeo dell’idrogeno verde si trova in una fase di stallo: i potenziali acquirenti sono restii a firmare i contratti di fornitura per via dei prezzi molto elevati del combustibile pulito; di contro, i produttori di idrogeno sono restii a investire nell’efficientamento dei processi (che permetterebbe anche un abbassamento dei prezzi finali) per via delle incertezze sui livelli della domanda.
IL PROGETTO CALLISTO PER LO STOCCAGGIO DELLA CO2
L’altro progetto di Snam presente nella lista dei progetti selezionati dalla Commissione europea è il Callisto Mediterranean CO2 Network. Il nome esteso di Callisto è Carbon Liquefaction Transportation and Storage: si tratta di un grande polo regionale – mediterraneo, appunto – per la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica. Nell’iniziativa rientra il progetto di carbon capture di Eni a Ravenna, sviluppato in partnership con Snam.
Callisto vuole essere il più grande polo per lo stoccaggio della CO2 – una tecnologia utile all’azzeramento netto delle emissioni – del Mediterraneo, destinato ad accogliere l’anidride carbonica catturata dalle industrie dipendenti dai combustibili fossili e difficilmente elettrificabili, come la siderurgia e la chimica.
Come spiega Snam, il Callisto Mediterranean CO2 Network si compone di infrastrutture esistenti e nuove (a terra e in mare) e coinvolge “emettitori in Italia e Francia, con i relativi hub di rigassificazione e liquefazione della CO2 situati nei due Paesi per poi procedere con lo stoccaggio finale nell’hub CCS di Ravenna”.
Il progetto dovrebbe entrare in funzione nel 2027. È guidato da Air Liquide, società francese di gas industriali, e partecipato da Snam ed Eni.