Tensioni istituzionali tra Roma e Parigi. Il presidente francese Emmanuel Macron ha invitato a cena all’Eliseo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ospite del Consiglio europeo, insieme al Cancelliere tedesco Olaf Scholz. Macron non è riuscito a trovare un posto a tavola per l’Italia. “Quella del presidente francese è un’iniziativa inopportuna – ha commentato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni -. Capisco le questioni di politica interna e la volontà di privilegiare le proprie opinioni pubbliche, ma in alcuni momenti farlo rischia di andare a discapito della causa. La nostra forza deve essere l’unità”.
LE SCORTESIE DELLA FRANCIA AI DANNI DELL’ITALIA
Il “dispetto” segue di pochi giorni la missione a Washington dei ministri delle Finanze francese e tedesco, Bruno Le Maire e Robert Habeck, preoccupati dall‘Inflation Reduction Act di Joe Biden. Un viaggio del quale non era stato informato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e che rende plastica un’alleanza franco-tedesca che vuol tenere l’Italia fuori dai giochi.
L’ITALIA HA BISOGNO DI GAS (NON RUSSO)
Il nostro paese ha un disperato bisogno di diversificare l’approvvigionamento di gas. L’Italia è uno dei Paesi che ha più subito il contraccolpo delle sanzioni sulle commodities energetiche ai danni della Russia perché, tra i paesi UE, era tra le più dipendenti da Mosca. In un cambio di strategia, iniziato già con l’ex Premier Mario Draghi e l’ex ministro degli Esteri Luigi Di Maio, l’Italia ha cercato altri fornitori per affrancarsi dal petrolio e dal gas russo. Uno di questi paesi è l’Algeria.
I PROTOCOLLI TRA ALGERIA E ENI
Qualche giorno fa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è volata in Algeria, per una visita di “cooperazione e amicizia”. La premier ha fatto visita al primo ministro algerino Aymen Benabderrahmane e al presidente algerino Abdelmadjid Tebboune. Ma in Nord Africa Meloni non ci è andata da sola. I due paesi hanno siglato una dichiarazione congiunta e quattro protocolli d’intesa in diversi settori, tra i quali l’energia. Due di questi accordi hanno coinvolto l’Eni, da parte italiana, e la compagnia energetica algerina Sonatrach. Le due aziende collaborano con profitto da molto tempo e i nuovi accordi puntano a migliorare le reti di collegamento energetico tra Algeria e Italia, mentre il secondo è verte sulla collaborazione tecnologica per la riduzione delle emissioni.
LA COLLABORAZIONE ECONOMICA E SPAZIALE
Le altre intese riguardano la cooperazione nelle attività spaziali a fini pacifici (con un accordo tra l’Agenzia spaziale italiana (Asi) e l’Agenzia Spaziale Algerina (Asal) la cui rilevanza strategica è stata raccontata da Startmag )e la cooperazione economica.
LA CRESCENTE IMPORTANZA GEOPOLITICA DELLE RELAZIONI TRA ITALIA E ALGERIA
L’attenzione crescente di Roma nei confronti di Algeri non si estingue con l’interesse a trovare un nuovo fornitore di idrocarburi. L’intesa con l’Algeria ha anche un alto valore geopolitico: da Roma è vista come un elemento fondamentale nella strategia per il Mediterraneo allargato. L’amicizia con Algeri, che Meloni declina attraverso la figura di Enrico Mattei, cara sia all’Italia che all’Algeria, riconosce l’Algeria come un pilastro della stabilità regionale e uno degli attori più importanti per la stabilità del Mediterraneo.
LE CONTROVERSE RELAZIONI TRA ALGERIA E FRANCIA
La storia delle relazioni tra Francia e Algeri è lunga e travagliata. Colonizzata dalla Francia nel 1830, l’Algeria riuscì a ottenere l’indipendenza solo nel 1962, a seguito di una guerriglia intestina durata 8 anni che vide cadere sul campo più di 25mila soldati francesi e che segnò la sconfitta più grande del generale De Gaulle. Una storia mai del tutto digerita dalla Francia. “Non devo chiedere scusa, non è questo il tema, la parola romperebbe tutti i legami – ha detto Emmanuel Macron in un’intervista pubblicata dal settimanale Le Point pochi giorni fa -. Il peggio sarebbe concludere: ‘Ci scusiamo e ognuno riprende la sua strada’. Il lavoro sulla memoria e sulla storia consiste nel sostenere che durante il periodo della colonizzazione c’è stato dell’inqualificabile, dell’incompreso e forse dell’imperdonabile”.
L’ALGERIA RICHIAMA L’AMBASCIATORE DALLA FRANCIA
L’Algeria il 9 febbraio ha richiamato l’ambasciatore a Parigi. La decisione arriva dopo che la Francia ha accolto Amira Bouraoui, ginecologa attivista del movimento democratico algerino hirakin, impegnata nel cambiamento democratico in Algeria. La donna, fuggita illegalmente in Tunisia nel timore di essere nuovamente arrestata in Algeria, ha potuto raggiungere la Francia perché in possesso di doppio passaporto, algerino e francese. Il ritiro dell’ambasciatore non è per forza un evento grave ma evidenzia la difficoltà portare i rapporti franco-algerini sul terreno della stabilità.
NEL 2021 L’ALGERIA CHIUSE LO SPAZIO AEREO AI VOLI MILITARI DELLA FRANCIA
Le relazioni tra Francia e Algeria godono di pessimi rapporti da almeno due anni. Nell’ottobre del 2021 l’Algeria aveva chiuso lo spazio aereo ai mezzi militari francesi impegnati nel Sahel in una offensiva contro il terrorismo jihadista. La decisione arrivò a seguito di una serie di tensioni tra Francia e Algeria. Il governo francese aveva deciso una drastica riduzione nel rilascio di visti per le persone in arrivo da Algeria, Marocco e Tunisia. Anche in quell’occasione la reazione dell’Algeria fu di richiamare l’ambasciatore dalla Francia. Inoltre il presidente Emmanuel Macron, secondo Le Monde, avrebbe affermato che il “sistema politico-militare” dell’Algeria aveva riscritto la storia della sua colonizzazione da parte della Francia sulla base di “un odio per la Francia”.
FRANCIA: UN PAESE ALLEATO MA NON ALLINEATO
Ma non è solo la relazione con l’Algeria a impensierire la Francia. Come scrive il Messaggero è tutta la politica estera francese ad essere stata stravolta dalla guerra in Ucraina. L’aggressione della Russia ai danni dell’Ucraina ha costretto la Francia a silenziare le tentazioni di autonomia rispetto agli Stati Uniti e della libertà di manovra a Est. Anche questo è un vecchio tema della politica francese. “Questa crisi rimette totalmente in causa la politica estera francese, non solo quella di Emmanuel Macron, ma tutta la linea concepita dall’inizio della Quinta Repubblica – ha detto Pascal Boniface, direttore dell’Iris, l’Istituto di Relazioni internazionali e strategiche, al Messaggero -. Il Dna geopolitico della Quinta repubblica è sempre stato quello di avere delle relazioni forti e ricche con Mosca per garantire dei margini di manovra più ampi alla Francia, che non si è mai considerata unicamente un paese occidentale, un paese membro dell’alleanza atlantica, sì, ma un paese alleato e non un paese allineato. Tutto questo ora è finito, e non sarà più possibile a lungo”.
LA FRANCIA SCALPITA PER AVERE MAGGIORE MARGINE DI MANOVRA
L’abbraccio con gli Stati Uniti sta stretto alla Francia che mal tollera veder aumentare in Europa la presenza a stelle e strisce. “Questo significa un totale capovolgimento di quella che è sempre stata la strategia della Francia, e anche quella di Macron che ha sempre rivendicato in politica estera una linea che va da De Gaulle a Mitterrand – conclude Boniface -. Nel novembre 2019 Macron diceva che la Nato era in stato di morte cerebrale, oggi è l’autonomia strategica europea a essere in stato di morte cerebrale”.