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Eni Algeria

Non solo gas: tutti i piani energetici di Eni in Algeria

Gli investimenti di Eni in Algeria non si limitano al gas e al petrolio, ma includono anche le energie e le tecnologie per la transizione ecologica: rinnovabili, bioraffinazione, cattura della CO2 e non solo. Eni e Snam lavorano assieme al trasporto dell'idrogeno dall'Algeria.

 

Eni a tutto gas (ma con un occhio alle emissioni) in Algeria.

Nella delegazione che ha accompagnato Giorgia Meloni nella sua prima visita ufficiale in Algeria – la terza per un capo di governo italiano in meno di un anno – c’è anche l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi. La società è presente nel paese dal 1981 e possiede una quota di proprietà di Transmed (anche conosciuto come “gasdotto Enrico Mattei“) la tubatura per il gas naturale che collega l’Algeria all’Italia.

IL RUOLO DELL’ALGERIA PER L’ITALIA

L’Algeria è un tassello fondamentale del piano italiano per il distacco energetico dalla Russia, che prima dell’invasione dell’Ucraina rappresentava oltre il 40 per cento delle importazioni di gas. Nel 2022 la quota russa si è ridotta drasticamente a fronte di una crescita di quella dell’Algeria, che è oggi la nostra prima fornitrice di gas.

L’anno scorso l’Italia ha importato dall’Algeria, tra condotte e GNL, 23,7 miliardi di metri cubi di gas, contro i 21,2 miliardi del 2021.

GLI ACCORDI DI ENI IN ALGERIA NEL 2022

Nell’aprile del 2022, durante la visita di Mario Draghi ad Algeri, Eni aveva firmato un accordo con la società energetica statale algerina Sonatrach per l’aumento progressivo delle forniture di gas attraverso il Transmed, fino a 9 miliardi di metri cubi in più entro il 2024. Qualche mese dopo, a luglio, Eni ha siglato un’intesa da 4 miliardi di dollari con Sonatrach per la produzione di idrocarburi nel bacino del Berkine assieme alle compagnie petrolifere TotalEnergies e Occidental Petroleum.

COSA HA DETTO CLAUDIO DESCALZI SU ALGERIA E RUSSIA

Da Algeri, Claudio Descalzi ha dichiarato oggi che “aggiorniamo gli accordi annualmente sulle quantità che sono state rispettate: sono stati dati più di 3 miliardi di metri cubi e altri 3 miliardi nel 2023 e poi altri ancora”.

“Bisogna pensare”, ha aggiunto, “che solo due anni fa l’Algeria dava all’Italia circa 21 miliardi; adesso ha dato 25, arriveremo a 28 miliardi l’anno prossimo e poi nel 2024-2025 supereremo ancora”. Ha concluso dicendo che l’Algeria è “davvero un partner strategico” per l’Italia e che la sta “aiutando molto” a compensare il calo dei flussi dalla Russia e a garantire la sicurezza energetica.

A questo proposito, Descalzi si è detto “positivo” relativamente alle “previsioni per azzerare le forniture di gas russo all’Italia”: l’indipendenza da Mosca per il combustibile dovrebbe venire raggiunta “nell’inverno 2024-2025”, sostiene. “Direi che continuando così, le cose andranno nel verso giusto”, riporta l’Adnkronos.

COSA FA ENI IN ALGERIA

Nel 2021 (gli ultimi dati disponibili) Eni ha prodotto in Algeria 20 milioni di barili di petrolio e condensati, più 1,7 miliardi di metri cubi di gas naturale.

A settembre la società ha acquisito le attività algerine della compagnia petrolifera britannica BP, diventando operatrice di due giacimenti di gas, In Amenas e In Salah. A ottobre ha avviato la produzione di due campi di gas nell’area di Berkine sud, che attualmente garantisce un output di 1 milione di metri cubi al giorno di gas più 4000 barili di idrocarburi liquidi associati. A novembre, infine, Eni ha dato il via alle attività in un giacimento di olio nel Berkine nord, che garantisce una produzione di 10.000 barili al giorno.

GLI INVESTIMENTI NELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA

I piani di Eni per l’Algeria non si limitano ai combustibili fossili, ma includono anche le energie e le tecnologie per la transizione ecologica: “stiamo valutando”, si legge sul sito della società, “l’avvio di nuovi progetti nei settori delle rinnovabili, dell’idrogeno, della cattura, dell’uso, dello stoccaggio di anidride carbonica e della bioraffinazione”.

A novembre Descalzi e Toufik Hakkar, presidente di Sonatrach, hanno partecipato alla cerimonia di avvio dei lavori di un impianto fotovoltaico da 10 megawatt di capacità nel bacino del Berkine; sarà seguito, nel 2023, da un ulteriore sito nella stessa regione.

Descalzi e Hakkar hanno inoltre inaugurato il “Solar Lab”, una struttura per il collaudo di varie tipologie di pannelli solari nell’Algeria meridionale, dove l’irraggiamento è elevato, con l’obiettivo di identificare le tecnologie più efficienti.

L’ACCORDO SULLE EMISSIONI

Oggi Descalzi e Hakkar hanno firmato una serie di accordi strategici sull’approvvigionamento energetico e la decarbonizzazione, che serviranno a identificare dei progetti concreti per la riduzione delle emissioni di gas serra, per lo sviluppo delle fonti rinnovabili, per la produzione di idrogeno verde e per la cattura e lo stoccaggio della CO2.

“Questi accordi”, ha detto Descalzi, “testimoniano il nostro impegno nel garantire la sicurezza degli approvvigionamenti di energia all’Italia, perseguendo al contempo i nostri obiettivi di decarbonizzazione. La partnership tra Italia e Algeria oggi è ulteriormente rafforzata ed è confermato il ruolo chiave dell’Algeria come uno dei principali fornitori di energia dell’Europa”.

LA JOINT VENTURE ENI-SNAM PER L’ALGERIA

A fine novembre Eni ha ceduto a Snam, la società energetica che gestisce la rete italiana dei gasdotti, il 49,9 per cento delle sue partecipazioni nelle aziende che gestiscono le tubature tra l’Italia e l’Algeria, TTPC e TMPC, legate al Transmed.

La nuova entità che nascerà dall’operazione sarà controllata da Eni per il 50,1 per cento e da Snam per il restante 49,9 per cento. L’accordo – dal valore di 385 milioni di euro – ha l’obiettivo di favorire “potenziali iniziative di sviluppo nella catena del valore dell’idrogeno dal Nord Africa”.

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