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Alluminio

Cobalto, vanadio e non solo: tutti i metalli (e le aziende) toccati dalla crisi Russia-Ucraina

Il mercato dei metalli è preoccupato per il possibile impatto di un'invasione della Russia in Ucraina e per le sanzioni che seguirebbero. Tutti i dettagli.

 

Il mercato dei metalli sta seguendo con particolare attenzione gli sviluppi della crisi tra Russia e Ucraina, cercando di capire in anticipo quale sarà l’impatto sugli equilibri offerta-domanda, e di conseguenza sui prezzi, delle sanzioni economiche che l’Occidente potrebbe imporre contro Mosca in caso di attacco a Kiev.

ATTENZIONE SULLA CINA, MA NON SOLO

Lo scrive Argus, portale specializzato in materie prime, che precisa come l’attenzione del mercato stia tuttavia continuando a concentrarsi sulla Cina e sulle festività per il Capodanno lunare: il paese è infatti il principale consumatore al mondo di molte commodities. Un aggravamento delle tensioni tra Russia e Ucraina, però, rischia di mettere sotto pressione le catene del valore di molti metalli.

IL COBALTO E NORNICKEL

In particolare, i trader stanno tenendo d’occhio Nornickel, prima produttrice in Russia di nichel e cobalto (entrambi metalli fondamentali per le batterie dei veicoli elettrici). Nornickel produce tra le 1800 e le 2100 tonnellate all’anno di cobalto, ed è una fornitrice importante dell’azienda chimica tedesca BASF.

La maggior parte dell’output della società arriva dal suo stabilimento in Finlandia, quindi l’impatto diretto sulla supply chain in caso di conflitto in Ucraina sarebbe limitato. Ciononostante, se dovesse davvero iniziare una guerra, molti settori che necessitano del cobalto per i loro prodotti – dalle batterie alle leghe metalliche ai catalizzatori per l’industria chimica – potrebbero riscontrare difficoltà di approvvigionamento, dato che l’offerta verrebbe fagocitata dall’industria aerospaziale, chiamata a fornire armi e apparecchi all’Ucraina.

IL VANADIO ED EVRAZ

C’è nervosismo anche nel settore del vanadio, un metallo utilizzato nella produzione di acciai e di motori per l’aviazione. I prezzi europei dell’elemento sono già cresciuti del 15 per cento dall’inizio del 2022 per via della ridotta disponibilità dal Brasile: colpa delle inondazioni che hanno ostacolato la produzione. Adesso si teme un’ulteriore compressione dell’offerta nel caso in cui l’azienda russa Evraz dovesse venire presa di mira dalle sanzioni. Nel 2020 Evraz ha prodotto 19.533 tonnellate di vanadio, e 15.202 tonnellate nei primi nove mesi del 2021.

IL TUNGSTENO

Le sanzioni alla Russia potrebbero creare perturbazioni anche nel mercato del tungsteno, un materiale strategico perché impiegato nell’industria degli armamenti. La Russia ne è la terza maggiore produttrice al mondo, dopo Cina e Vietnam, e potrebbe limitarne le esportazioni come rappresaglia.

IL PROBLEMA DI FERREXPO

Una delle aziende nel settore delle commodities più vulnerabile all’eventualità di una guerra in Ucraina è la anglo-svizzera Ferrexpo, che produce pellet di minerali ferrosi: le sue attività produttive si concentrano proprio in territorio ucraino.

LO SWIFT E IL GAS

Per l’Europa nel complesso, vista la profonda dipendenza dal gas russo, la preoccupazione maggiore è rappresentata dalla minaccia degli Stati Uniti di escludere la Russia dalla rete SWIFT per i pagamenti. Si tratta uno standard rilevantissimo all’interno del sistema finanziario internazionale, e viene utilizzato anche per i pagamenti delle forniture di gas al Vecchio continente.

E IL GNL?

Due anonimi acquirenti giapponesi di gas naturale liquefatto (GNL) russo hanno rilasciato commenti interessanti a S&P Global Platts in merito alle sanzioni occidentali contro Mosca.

Il primo ha parlato di possibili difficoltà nei pagamenti dei fornitori (che non sono direttamente le società statali russe, ma joint venture con altre aziende) nel caso in cui le transazioni in dollari venissero colpite dalle sanzioni e si dovesse passare all’euro.

Il secondo, invece, ha detto che preferirebbe acquistare da soggetti meno rischiosi dal punto di vista politico, come il Qatar, l’Australia e gli Stati Uniti.

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