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Non solo Meta: c’è sintonia tra le Big Tech e l’energia nucleare

Meta ha firmato un grosso contratto di fornitura elettrica con la centrale nucleare di Clinton. L'operatore, Constellation Energy, aveva già raggiunto un accordo simile con Microsoft. E anche Amazon e Alphabet sono interessate all'energia atomica per l'alimentazione dei data center. Tutti i dettagli.

Meta Platforms, la società tecnologica guidata da Mark Zuckerberg che possiede Facebook, Instagram e WhatsApp, ha firmato un contratto di fornitura di energia elettrica per vent’anni con la centrale nucleare di Clinton, nell’Illinois: l’impianto è gestito da Constellation Energy, che lo scorso settembre aveva raggiunto un accordo simile con un’altra Big Tech statunitense, Microsoft.

COSA SAPPIAMO DELL’ACCORDO TRA META E CONSTELLATION ENERGY

Non sono chiari i dettagli economici del contratto tra Constellation Energy e Meta; sappiamo però che la prima fornirà (a partire dal 2027) oltre 1 gigawatt di energia alla seconda, che li utilizzerà per alimentare i suoi centri dati per l’intelligenza artificiale.

Queste infrastrutture necessitano di una fornitura abbondante e costante di elettricità, meglio se a emissioni zero, in modo da non entrare in conflitto con gli impegni sulla sostenibilità climatica di Meta e delle altre Big Tech. Le fonti rinnovabili, come l’eolico e il solare, sono a emissioni zero ma non garantiscono una generazione costante; le fonti fossili, come il gas naturale e il carbone, offrono un output stabile ma rilasciano CO2; il nucleare è sia stabile sia pulito.

Constellation Energy si impegnerà a investire nel potenziamento della capacità produttiva della centrale di Clinton, e potrebbe anche costruirvi un nuovo reattore: l’impianto ha già ottenuto le autorizzazioni per una seconda unità. Nel 2017 l’allora operatore della centrale, Exelon, valutò la possibilità di chiuderla per via della difficoltà di sostenere la concorrenza con la generazione a gas e quella rinnovabile, entrambe più economiche, in un contesto di stagnazione della domanda elettrica. Oggi, invece, la domanda elettrica degli Stati Uniti è tornata a crescere, anche grazie al traino delle compagnie tecnologiche.

L’INTERESSE DI META PER L’ENERGIA NUCLEARE

Dal 2019 al 2023, principalmente per via dei centri dati, i consumi di elettricità di Meta sono quasi triplicati; quello con la centrale di Clinton è il più grande accordo di fornitura energetica mai stipulato dalla società finora.

In particolare, Meta sta mostrando un grande interesse per l’energia nucleare. Al di là del contratto con Constellation Energy, infatti, a dicembre ha aperto una call for proposals sui reattori nucleari fino a 4 GW di capacità: finora ha ricevuto una cinquantina di proposte.

IL RICHIAMO DELL’ATOMO PER LE BIG TECH AMERICANE

Per Constellation Energy, il contratto con Meta è stato preceduto circa otto mesi fa da un accordo con Microsoft per la fornitura di elettricità da uno dei reattori della centrale di Three Mile Island, in Pennsylvania: 837 megawatt per vent’anni.

Altre due Big Tech statunitensi, Amazon e Alphabet (la società madre di Google), stanno investendo nei piccoli reattori modulari, una nuova tecnologia che promette costi e tempi di costruzione più bassi rispetto agli impianti tradizionali, oltre a una maggiore facilità di collocamento. Più nello specifico, Google si è accordata con Kairos Power, mentre Amazon ha investito in X-energy.

Nel 2024, a causa principalmente dei consumi energetici dei data center, le emissioni di Microsoft sono cresciute del 30 per cento e quelle di Google di quasi il 50 per cento.

Sam Altman, amministratore delegato di OpenAi, la startup che ha sviluppato ChatGpt, ha rinunciato recentemente alla sua carica di presidente della società nucleare Oklo in modo da favorire la collaborazione tra le due aziende.

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