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Perché Amazon (e non solo) punta sul nucleare per l’intelligenza artificiale

Il boom dell'intelligenza artificiale sta facendo crescere la domanda di elettricità negli Stati Uniti. E le grandi società tecnologiche - come Amazon Web Services, ma non solo - stanno puntando sulle centrali nucleari per soddisfare i loro fabbisogni.

Dopo anni di consumi pressoché stabili, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa sta causando un aumento notevole della domanda di elettricità negli Stati Uniti, necessaria all’alimentazione dei centri dati. Le società tecnologiche americane contano di soddisfare questa richiesta attraverso soprattutto le centrali nucleari, che valgono quasi il 20 per cento della generazione elettrica del paese.

LE BIG TECH VOGLIONO LE CENTRALI NUCLEARI

Come rivelato dal Wall Street Journal, un terzo delle centrali nucleari negli Stati Uniti stanno discutendo accordi di fornitura elettrica con le cosiddette “Big Tech”.

Amazon Web Services, ad esempio, sarebbe in procinto di concludere un accordo con Constellation Energy, l’azienda che possiede più impianti nucleari nel paese. A marzo la divisione di Amazon aveva peraltro acquistato da Talen Energy un centro dati alimentato dal nucleare a un prezzo di 650 milioni di dollari: la struttura può ricevere fino a 960 megawatt di elettricità, una quantità in grado di alimentare migliaia di abitazioni.

Il vantaggio delle centrali nucleari è che producono grandi quantità di energia a zero emissioni (come i parchi eolici e fotovoltaici), in maniera continuativa e senza dipendere dal meteo (come le centrali a combustibili fossili). Gli impianti nucleari, inoltre, non hanno bisogno di sistemi di accumulo esterni e non sono dispersi sul territorio come quelli rinnovabili.

– Leggi anche: Energia nucleare e carbone metteranno il turbo all’intelligenza artificiale?

COSA STA FACENDO L’AMMINISTRAZIONE BIDEN

La segretaria all’Energia degli Stati Uniti, Jennifer Granholm, aveva detto ad Axios che la richiesta energetica proveniente dai centri dati e dai sistemi di intelligenza artificiale è un “problema” che deve essere affrontato; per questo motivo, ha spiegato, l’amministrazione di Joe Biden intende “accelerare” le discussioni con le compagnie tecnologiche sulla generazione di elettricità, anche da fonte nucleare.

In particolare, il dipartimento dell’Energia sta valutando se e come le Big Tech possano ospitare piccoli reattori nucleari – una tecnologia ancora in via di sviluppo – nei pressi dei loro centri dati.

LE PREVISIONI SUI CONSUMI ELETTRICI DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Stando alle previsioni dell’Agenzia internazionale dell’energia, il consumo di elettricità dei centri dati, dei sistemi di intelligenza artificiale e delle criptovalute potrebbe raddoppiare entro il 2026, rispetto ai livelli del 2022.

Ad aprile Ami Badani, dirigente di Arm (un’azienda specializzata nella progettazione di semiconduttori che sta vivendo un buon momento grazie al boom dell’intelligenza artificiale), ha dichiarato che i centri dati valgono attualmente il 2 per cento del consumo energetico globale; a suo dire – come riporta Quartz -, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale farà sì che il fabbisogno energetico di questo settore rappresenterà un quarto dei consumi elettrici negli Stati Uniti entro la fine del decennio.

Le stime dell’Electric Research Institute dicono invece che al 2030 i centri dati consumeranno il 9 per cento di tutta l’elettricità negli Stati Uniti, più del doppio rispetto ai valori attuali.

– Leggi anche: Ma quanta elettricità consuma l’intelligenza artificiale?

L’ULTIMO INVESTIMENTO ENERGETICO DI SAM ALTMAN (OPENAI)

A prescindere dai numeri, è vero che – come sottolinea Badani – “non saremo in grado di continuare i progressi dell’IA senza affrontare la questione energetica”. Ha detto anche che ChatGPT, il popolare chatbot sviluppato da OpenAI, richiede una quantità di energia quindici volte superiore a una normale ricerca sul web.

Sam Altman, che di OpenAI è l’amministratore delegato, figura tra gli investitori di Exowatt, una startup impegnata nello sviluppo di moduli in grado di accumulare energia in forma di calore e di produrre elettricità per i centri dati.

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