Secondo Alberto Bagnai, deputato e responsabile economico della Lega, i cittadini italiani “non […] vedono i benefici” del passaggio al mercato libero dell’energia elettrica “perché questi benefici non ci sono”. L’economista ha collegato la fine del cosiddetto mercato tutelato – quello cioè dove i prezzi delle forniture e le condizioni contrattuali vengono stabilite dall’autorità di regolazione, l’Arera – al “fallimento della globalizzazione” e a “quel commissariamento strisciante che è il Pnrr”, ovvero il piano di conversione economica che rientra in un più ampio programma dell’Unione europea.
Secondo Bagnai, intervenuto a una conferenza sulle bollette svoltasi stamattina alla Camera dei deputati, “il vero problema dei costi energetici è causato dall’ansia tutta europea di creare un simulacro di mercato concorrenziale in servizi di rete che sono invece casi da manuale di monopolio naturale”. “Un’ansia”, ha aggiunto, “che nel settore dell’energia è particolarmente dannosa, perché il decoupling fra produzione e trasporto dell’energia apre a problematiche tecniche, e perché le strutture tariffarie adottate sono spesso opache e onerose”.
LA LEGA È CONTRO IL MERCATO LIBERO DELL’ENERGIA, MA HA VOTATO IL PNRR
In sostanza, le dichiarazioni di Bagnai vanno a ribadire la posizione del suo partito, la Lega, che si oppone alla fine del regime tutelato per l’energia pur avendo votato a favore del Pnrr elaborato dal governo di Mario Draghi. La liberalizzazione e la concorrenza rientrano tra gli obiettivi del Pnrr; violare il piano significherebbe, per l’Italia, andare allo scontro con Bruxelles e avere problemi sui finanziamenti europei.
UN MESSAGGIO ELETTORALE
Il messaggio di Bagnai, dunque, è chiaramente rivolto alle elezioni europee di giugno (“Si rifletta su questo [cioè sulla situazione delle bollette, ndr] alle prossime elezioni europee”, ha detto).
SERVE UN’OPERAZIONE CHIAREZZA, DICE GUSMEROLI
Un altro esponente leghista, Alberto Gusmeroli, presidente della commissione Attività produttive della Camera, ha proposto una “operazione chiarezza” per invitare i consumatori nel mercato libero dell’elettricità a rientrare nel regime tutelato e confluire nel servizio a tutele graduali (una sorta di fase intermedia, di accompagnamento, tra mercato tutelato e mercato libero) che inizierà il 1 luglio 2024 e terminerà a marzo 2027.
Sulla pagina Facebook del gruppo Lega alla Camera, Gusmeroli ha pubblicato un video-tutorial per presentare domanda di ingresso nel servizio a tutele graduali. Il video è stato condiviso da Bagnai sul suo canale Telegram.
COSA DICE ARERA
Il presidente di Arera, Stefano Besseghini, durante una recente audizione alla Camera, ha stimato per il 2024 una spesa di 38 centesimi al kilowattora per gli utenti nel mercato di libero dell’elettricità; per i consumatori in regime di tutela, invece, la spesa sarà leggermente più bassa, di 33 centesimi.
Besseghini ha anche spiegato che nel secondo semestre del 2023 il prezzo medio dell’energia sul mercato tutelato è stato inferiore a quello sul mercato libero (28 centesimi contro 39,1); nel semestre precedente la situazione era inversa. “La maggior convenienza del mercato libero sul quello tutelato è rimasta elevata fino al primo semestre del 2023”, ha detto il presidente di Arera, “e poi si è fortemente ridotta nel secondo semestre dello stesso anno”.
CI SONO BARRIERE ALLA CONCORRENZA?
Nel 2022, l’anno peggiore della crisi dei prezzi europei dell’energia, le piccole e medie imprese italiane sul mercato libero “hanno risparmiato circa 11 milioni di euro”, aveva scritto sul Foglio l’economista Carlo Stagnaro dell’Istituto Bruno Leoni. “Se la maggior tutela per le microimprese fosse cessata contestualmente alle pmi, anziché un anno dopo, queste ultime avrebbero risparmiato più di 60 milioni di euro”.
Tuttavia, l’esperta di mercati energetici Simona Benedettini ha spiegato su Rivista Energia che “le condizioni a cui è avvenuto il passaggio dei clienti domestici non vulnerabili dal regime di Maggior Tutela all’STG [servizio a tutele graduali, ndr] sembrano suggerire l’emergere di barriere all’entrata o comunque a una effettiva concorrenza tra operatori e il rischio, per i clienti serviti nell’STG, di non beneficiare, nel lungo termine, di offerte effettivamente convenienti”. Una sola azienda, Enel, ex-monopolista, possiede una quota del 60 per cento sul mercato della fornitura di elettricità.