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Le piroette di Pd, M5s e Lega sulle bollette di luce e gas

Schlein, Conte e persino Salvini sono contrari alla decisione del governo di mettere fine al mercato tutelato per l'energia elettrica e il gas, senza proroghe. Eppure in passato hanno sostenuto il Pnrr "liberalizzatore" di Draghi.

Secondo la segretaria del Partito democratico Elly Schlein, la fine del mercato tutelato per le forniture domestiche di elettricità e gas rappresenta una “tassa Meloni” sulle bollette”. Eppure il mercato libero – nel quale sono già entrate le aziende, dallo scorso aprile – ha permesso alle piccole e medie imprese italiane di risparmiare circa 11 milioni di euro sulla spesa per l’energia. E può mettere anche i consumatori nelle condizioni di scegliere l’offerta migliore per le loro esigenze, anziché allinearsi a un prezzo fissato dall’autorità (l’Arera).

CONTE E SALVINI LA PENSANO COME SCHLEIN

L’opinione di Schlein sul mercato libero è condivisa non solo da altri esponenti dell’opposizione (come il Movimento 5 stelle), ma anche della maggioranza di governo. Secondo Giuseppe Conte del Movimento 5 Stelle, “portare 12 milioni di nuclei familiari dal mercato tutelato, portarli al mercato libero, rischia di aggravare le difficoltà economiche di queste famiglie”, però non è chiaro perché: come ha ricordato anche Il Sole 24 Ore, “nel 2022” – l’anno della crisi dei prezzi dell’energia – “chi era a libero mercato con i prezzi fissi ha pagato meno” rispetto a chi era nel mercato tutelato. I dati dell’Arera dicono che nel 2022 gli utenti sul mercato libero hanno pagato un prezzo medio dell’energia di 282 euro al megawattora, rispetto ai 402 MWh dei clienti sul mercato tutelato.

Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture, vorrebbe la proroga del mercato tutelato, che però il governo ha escluso dal DL Energia. “Conto che con il dialogo si riesca a rimediare a un errore che ci siamo trovati sul tavolo”, ha detto, riferendosi al passaggio al mercato libero. “Il nostro obiettivo politico è la proroga. Trattiamo con la Commissione europea per ottenerla”, ha detto oggi il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari.

PERCHÉ LA POLITICA ODIA IL LIBERO MERCATO?

Se parte dell’opinione pubblica italiana e di riflesso anche la politica – a prescindere dalla divisione tra destra e sinistra – è generalmente ostile al libero mercato dell’energia, è anche per una ragione terminologica. Come ha scritto l’economista liberista Carlo Stagnaro sul Foglio, “non si può non riconoscere l’onore delle armi a chiunque abbia voluto chiamare ‘maggior tutela’ quello che in realtà è un prezzo amministrato, visto che la verità dei numeri nulla può contro la forza del nome”.

PD, M5S E LEGA SMENTISCONO LORO STESSI?

Sempre Stagnaro nell’articolo ha fatto notare il paradosso di questo scontro politico – non solo tra governo e opposizioni, ma addirittura interno all’esecutivo stesso – sul mercato libero. È infatti paradossale, secondo l’economista dell’Istituto Bruno Leoni, che “la difesa della liberalizzazione spetta a un esponente di Fratelli d’Italia”, ovvero il ministro degli Affari europei e del PNRR Raffaele Fitto, membro dell'”unico partito che può dire di non avere alcuna responsabilità in questa scelta”.

Il Partito democratico, la Lega e anche il Movimento 5 Stelle si oppongono alla fine del mercato tutelato per l’energia. Però in passato hanno appoggiato e votato – mentre Fratelli d’Italia era all’opposizione – il Piano nazionale di ripresa e resilienza elaborato dal governo di Mario Draghi, che ha tra i suoi obiettivi proprio la liberalizzazione e la concorrenza (anche nelle concessioni idroelettriche, ad esempio). Violare il PNRR significherebbe, per il governo, andare allo scontro con Bruxelles e avere problemi sui finanziamenti europei.

“O Pd, Lega & M5s hanno approvato un Piano da 200 miliardi senza comprenderne i contenuti”, conclude Stagnaro, “oppure credono che gli elettori possano essere impunemente presi in giro in una continua guerra di posizionamento in cui la sostanza delle cose è peggio che irrilevante”.

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