L‘Espresso, settimanale diretto da Enrico Bellavia ed edito dagli Ammaturo, la famiglia di petrolieri che controlla la società energetica Ludoil Energy, ha criticato le posizioni dei tre deputati italiani invitati dall’Azerbaigian a monitorare le elezioni presidenziali di febbraio: ovvero Salvatore Caiata e Andrea Di Giuseppe di Fratelli d’Italia, e Naike Gruppioni di Italia Viva.
COME SONO ANDATE, DAVVERO, LE ELEZIONI IN AZERBAIGIAN
Le elezioni, convocate in anticipo dopo la ripresa del Nagorno-Karabakh dall’Armenia, sono state vinte dal presidente in carica Ilham Aliyev, al potere dal 2003, con oltre il 90 per cento delle preferenze.
Gli osservatori dell’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, hanno detto però di avere “seri dubbi” sulla legittimità del processo, sottolineando una scarsa attenzione al contrasto dei brogli e facendo notare come nessuno degli altri sei candidati fosse realmente un oppositore di Aliyev. I due principali partiti di opposizione hanno infatti boicottato il voto, mentre i giornalisti critici verso la presidenza e la corruzione sono stati incarcerati.
IL GIUDIZIO DI GRUPPONI, DI GIUSEPPE E CAIATA
Le elezioni in Azerbaigian, insomma, non sembrano essere state né libere, né eque e né trasparenti. Ciononostante Naike Grupponi – una dei tre deputati italiani invitati dal governo di Baku – ha dichiarato di essere rimasta “impressionata dall’entusiasmo e dallo spirito del popolo azero che ha partecipato al voto […]. Vorrei che gli elettori negli altri paesi del mondo fossero interessati alle elezioni quanto quelli in Azerbaigian”. Di Giuseppe, come riporta L’Espresso, ha esaltato la partecipazione giovanile, importante “in un processo democratico”. Caiata invece ha lodato la “trasparenza”.
L’IMPORTANZA DELL’AZERBAIGIAN PER L’ITALIA
L’Azerbaigian è un importante produttore di petrolio e gas (il settore di business degli Ammaturo, editori dell’Espresso) e le sue risorse energetiche sono fondamentali per i piani dell’Unione europea sul distacco dagli idrocarburi russi.
L’Azerbaigian è cruciale anche per gli approvvigionamenti italiani di combustibili fossili: nel 2023 è stato il nostro maggiore fornitore di greggio (seguito dalla Libia e dagli Stati Uniti) e il secondo di gas naturale (dopo l’Algeria). Il gas azero raggiunge l’Italia attraverso il Trans-Adriatic Pipeline, o TAP: la tubatura ha una capacità di 10 miliardi di metri cubi all’anno ma è previsto il suo potenziamento.
Il 1 marzo il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto (Forza Italia), ospite a Baku per la riunione del consiglio del Corridoio meridionale del gas, ha ricordato che dall’entrata in funzione (cioè dal 2020) a oggi, l’Italia ha importato 26 miliardi di metri cubi di gas attraverso il TAP.
”Nel 2023, con 10 miliardi di metri cubi, il TAP è stata per noi la seconda rotta di approvvigionamento”, ha dichiarato Pichetto. “Per potenziare il Tap, Italia, Grecia e Albania hanno definito un processo di incremento della capacità del gasdotto che, dal 2026, crescerà di 1,2 miliardi di metri cubi, arrivando a 11,2 mld mc/anno, con l’obiettivo di una capacità massima di 20 miliardi di metri cubi all’anno”.
GLI ALTRI ACCORDI ECONOMICI
Nell’articolo, L’Espresso sottolinea lo sbilanciamento della bilancia commerciale verso l’Azerbaigian: l’Italia esporta merci nel paese per 400 milioni di euro e ne importa per 12 miliardi circa. Il settimanale passa poi a evidenziare la vendita di armi – per la precisione un aereo C27J Spartan realizzato da Leonardo, lo scorso giugno – a un paese scarsamente democratico ma in buoni rapporti politici ed economici con la Russia.
Al di là del comparto militare, circa un anno fa Ansaldo Energia, società di impianti energetici controllata da Cassa depositi e prestiti, ha firmato un contratto da più di 160 milioni di euro con Azerenerji, il maggiore produttore di elettricità dell’Azerbaigian.