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Cina Carbone

Anche l’India andrà in crisi energetica?

Come in Cina, anche l'India sta accusando la carenza di carbone: le forniture di energia elettrica sono a rischio, così come la ripresa economica dalla pandemia.

 

La crisi dei prezzi dell’energia non riguarda solo l’Europa e non riguarda solo il gas naturale: sono alti anche i costi del carbone (con ripercussioni serie soprattutto in Cina) e del petrolio, che ha superato gli 81 dollari al barile e potrebbe raggiungere i 90 entro la fine dell’anno.

Anche l’India è in difficoltà: è una grande consumatrice di greggio, tanto da aver fatto pressioni sull’OPEC+ affinché aumentasse l’offerta, ma anche di carbone, utilizzato per generare il 70 per cento dell’elettricità.

LE SCORTE DI CARBONE

Le sue scorte di carbone sono ai minimi da anni ed è un problema, perché l’inverno si avvicina e la domanda energetica si farà più alta. Non solo: a ottobre i consumi energetici nel paese raggiungono livelli alti per il Diwali, una delle feste indiane più importanti. Un calo della produzione industriale dovuto alla mancanza di combustibile andrebbe a danneggiare la ripresa manifatturiera della terza economia più grande d’Asia, che nell’ultimo anno fiscale si è peraltro contratta del 7,3 per cento.

RISCHI DI INTERRUZIONE

In media, le centrali a carbone indiane hanno scorte di combustibile sufficienti per quattro giorni; più della metà degli impianti del paese – 75 su 135 – sono in stato di allerta per possibili interruzioni di energia elettrica.

Secondo il ministro dell’Energia elettrica, Raj Kumar Singh, l’India potrebbe doversi preparare a un periodo di carenza delle forniture energetiche lungo cinque-sei mesi.

Le prime carenze di energia elettrica stanno già emergendo, scrive Al Jazeera, e c’è un divario superiore ai 4 gigawatt tra i livelli di disponibilità dell’elettricità e quelli della domanda nei momenti di picco. Finora sono stati interessati alcuni stati del nord come l’Uttar Pradesh, il Jammu e Kashmir e il Ladakh.

COSA FA LA COAL INDIA

La società energetica statale Coal India, la più grande produttrice di carbone al mondo, vorrebbe aumentare le forniture giornaliere del combustibile dagli attuali 1,7 milioni di tonnellate a 1,9 milioni entro la metà di ottobre. Al momento, stando ai dati ufficiali, c’è un gap di 60mila-80mila tonnellate al giorno nelle consegne di carbone alle centrali elettriche.

La produzione di carbone è stata danneggiata dai monsoni, che hanno causato inondazioni nelle zone orientali e centrali del paese e impattato sulla logistica del carbone. Perché l’output possa davvero riprendersi le piogge dovrebbero terminare, in modo che le miniere possano aumentare le attività e i camion effettuare le consegne con maggiore frequenza.

L’INDIA RESTERÀ SENZA LUCE?

Al Jazeera spiega che, nonostante i bassi livelli delle scorte, è improbabile che le centrali elettriche restino senza combustibile. Il governo potrebbe infatti decidere di utilizzare per la generazione energetica il carbone destinato a scopi industriali (ad esempio alle aziende che producono alluminio o cemento).

I PREZZI DEL CARBONE

Intanto, gli alti prezzi del carbone rendono difficile per l’India acquistare forniture dall’estero. Il carbone termico indonesiano ha raggiunto un valore prossimo ai 120 dollari a tonnellata, contro i 45 registrati all’inizio dell’anno.

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