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Isab, guerra interna nella raffineria di Priolo tra Goi Energy e Trafigura

Isab, la raffineria più grande d'Italia precedentemente controllata dai russi, è in crisi. La situazione è aggravata dalle tensioni interne tra il miliardario greco George Economou e il colosso Trafigura. Che cosa ha svelato il Financial Times

Nel 2023 la società di private equity cipriota Goi Energy ha acquistato la raffineria Isab di Priolo Gargallo, la più grande d’Italia, dalla compagnia petrolifera russa Lukoil: la vendita dello stabilimento era praticamente obbligata dato che le sanzioni sulla Russia non permettevano a Isab né di importare il petrolio russo, né di ottenere dalle banche il credito necessario ad acquistare greggi di altra provenienza.

IL RUOLO DI GEORGE ECONOMOU

La transazione è stata favorita da Trafigura, grande compagnia svizzero-singaporiana di commercio di materie prime, e dal magnate minerario franco-israeliano Beny Steinmetz. La vendita è stata approvata dal governo italiano, intervenuto con il golden power, ma i dettagli non sono stati rivelati.

Dai documenti visionati dal Financial Times si apprende che, ai tempi dell’operazione, il maggiore azionista di Argus – cioè il fondo che controlla Goi Energy – era il miliardario greco George Economou, la cui compagnia di navigazione Tms Tankers trasportava grandi quantità di petrolio russo anche dopo l’invasione dell’Ucraina. Tra l’altro, l’offerta di Goi e Trafigura venne preferita a quella presentata dal fondo di private equity americano Crossbridge Energy Partners assieme a Vitol, che invece si occupa di trading di materie prime.

Stando ai documenti ottenuti dal Financial Times, Economou ha investito in Isab assieme a Steinmetz e all’ex-dirigente di Trafigura Michael Bobrov.

LA CRISI DI ISAB

Oggi la Isab è in crisi e la sua situazione – sempre secondo il quotidiano britannico – è aggravata dalle tensioni interne: Economou accusa Trafigura che l’accordo di fornitura di greggio è troppo favorevole a lei e sconveniente per la raffineria, che opera in perdita. Trafigura, di contro, sostiene che le condizioni generali del mercato della raffinazione siano difficili e che Isab abbia bisogno di più investimenti per migliorare le sue operazioni: le raffinerie europee che riescono a raggiungere il break even, cioè la condizione di pareggio tra le entrate e le uscite, sono quelle più efficienti, che riescono a tenere bassi i costi operativi tra l’aumento dei prezzi del gas e delle quote di CO2.

Goi Energy non ha esperienza nella gestione di raffinerie.

QUANTO CONTA LA ISAB PER L’ITALIA

La crisi di Isab è rilevante per l’Italia intera, visto che lo stabilimento vale un quinto della capacità di raffinazione italiana e soddisfa il 20 per cento della domanda elettrica della Sicilia; conta inoltre un migliaio di occupati diretti e sostiene più di ottomila posti di lavoro nell’area.

ECONOMOU VUOLE DISFARSI DELLA RAFFINERIA?

L’accordo del 2023 prevedeva che Goi acquisisse la Isab, mentre Trafigura si sarebbe occupata di fornirle il capitale per le operazioni: la società avrebbe versato a Goi 30 milioni di euro per rifornire l’impianto di greggio e per venderne i prodotti raffinati per un periodo di dieci anni.

Secondo le fonti del Financial Times, Economou vuole rinegoziare o cancellare il contratto con Trafigura; ha anche preso in considerazione di vendere la Isab, ma l’accordo di offtake con Trafigura si è rivelato un ostacolo nelle trattative con i potenziali acquirenti dell’impianto.

Goi ha pagato all’incirca 180 milioni di euro per acquistare la Isab, una somma molto più alta di quella offerta da Crossbridge e da Vitol (55 milioni). Nel 2023 Economou prestò denaro a Goi Energy affinché il fondo rimborsasse un debito a Lukoil; il debito, però, non è stato ripagato e così Economou ha deciso di convertirlo in quote e diluire gli altri azionisti del fondo. Adesso Economou controlla il 99 per cento delle quote di Goi Energy “attraverso una complessa struttura”, scrive il Financial Times.

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