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Bollette

Energia, tutti gli avvertimenti di Besseghini (Arera) al prossimo governo

La crisi energetica è grave e secondo il presidente di Arera, Stefano Besseghini, "non c'è tempo da perdere". Ecco le sfide del prossimo governo e i problemi di Acciaierie d'Italia.

 

Dopo aver vinto le elezioni di domenica 25 settembre, Giorgia Meloni otterrà probabilmente l’incarico di formare un nuovo governo: il suo partito, Fratelli d’Italia, ha preso il 26 per cento dei voti, sul totale del 44 per cento ottenuto dalla coalizione di destra.

In cima alla lista delle priorità dell’eventuale governo Meloni c’è sicuramente la crisi energetica: l’aumento dei prezzi dell’elettricità e del gas rischia di compromettere la competitività e la sopravvivenza stessa delle aziende manifatturiere e di distribuzione dell’energia, e anche le utenze domestiche – nonostante i sostegni pubblici – potrebbero avere difficoltà a sostenere i rincari delle bollette durante la stagione fredda.

I RINCARI DELLE BOLLETTE

Questo giovedì l’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) annuncerà i nuovi rincari delle bollette dell’energia elettrica per il quarto trimestre del 2022. Si prevede un aumento del 100 per cento rispetto alla tariffa del periodo precedente, dovuto innanzitutto alla crescita del prezzo della materia prima utilizzata per produrre l’elettricità: vale a dire il gas naturale, che copre buona parte del fabbisogno italiano e che ad agosto ha toccato il valore record di 346 euro al megawattora sul mercato europeo TTF (oggi è a circa 173 €/MWh).

“NON C’È TEMPO DA PERDERE”, SECONDO L’ARERA

Intervistato dal Sole 24 Ore, il presidente dell’Arera Stefano Besseghini ha detto che “varrebbe la pena di lavorare a qualche meccanismo per consentire iniezioni di liquidità, se vogliamo evitare una inutile moria di operatori che sono per altri versi in salute”.

“Non c’è tempo da perdere”, ha aggiunto.

LE PREVISIONI

Già nella relazione di fine luglio l’Arera aveva parlato di “difficoltà […] a reperire sui mercati all’ingrosso i volumi necessari per soddisfare la domanda” di gas e anticipato la possibilità di un “incremento di oltre il 100 per cento rispetto al trimestre in corso” delle bollette energetiche a partire da ottobre.

LA SITUAZIONE DELLE SCORTE

Secondo Besseghini, “sarebbe un segnale importante al mercato chiarire fin d’ora quali saranno le modalità e il profilo di erogazione” delle scorte, specialmente quelle “accumulate in quantità ormai significative col meccanismo di ultima istanza”: vale a dire gli acquisti realizzati da Snam (la società che gestisce la rete italiana dei gasdotti) e dal Gse (Gestore dei servizi energetici) utilizzando denaro pubblico.

Secondo il presidente dell’Arera, “era già evidente dal 12-13 settembre che le prenotazioni di capacità a ottobre saranno inferiori al passato”: vale a dire una mancanza di 1,2-1,3 miliardi di metri cubi di gas, dovuta ai problemi contrattuali tra i fornitori energetici e le grandi società che importano gas (come Eni ed Enel).

LA QUESTIONE ACCIAIERIE D’ITALIA (EX-ILVA)

Al Sole 24 Ore Besseghini ha detto che “un grandissimo consumatore non ha ancora chiuso contratti” di fornitura del gas. Si tratta probabilmente – secondo il quotidiano – Acciaierie d’Italia (ex-Ilva), afflitta da problemi di liquidità. Al 30 giugno scorso, peraltro, risultava che l’azienda doveva ancora pagare 285 milioni di euro per il gas: “una morosità che nel frattempo potrebbe essere aumentata”, scrive il quotidiano, “spingendo la società di San Donato a non rinnovare il contratto (quanto meno in attesa di garanzie statali)”.

COSA FARE, SECONDO BESSEGHINI

Besseghini pensa che si debba dare “più flessibilità al sistema in questa situazione straordinaria” attraverso la riapertura delle prenotazioni di capacità, che potrebbero portare alla chiusura di qualche altro contratto di approvvigionamento.

L’Arera sta lavorando a nuovi meccanismi di protezione come il servizio di default trasporto, autorizzando Snam a procurarsi in anticipo il gas necessario. Nei prossimi giorni la società procederà dunque ad effettuare due conferimenti di capacità di trasporto sulla rete per favorire la sottoscrizione di nuovi contratti da parte dei grandi consumatori di gas.

IL CAMBIO DI GOVERNO

Nell’ottica di un intervento immediato, Besseghini pensa che anche il governo attuale potrebbe prendere delle decisioni, ad esempio sull’utilizzo degli stoccaggi. “Il prossimo governo farà le scelte che ritiene più giuste ovviamente”, dice, “ma prima dovrà fare un rapidissimo corso di apprendimento su quanto è stato fatto finora, perché non c’è tempo da perdere e in qualsiasi modo si voglia intervenire bisogna farlo con cognizione di causa”.

“Oggi”, conclude, “siamo in un mondo completamente diverso da quello di un paio d’anni fa e non abbiamo risorse infinite a cui attingere. Il dossier energia va capito a fondo e l’Autorità è più che disponibile a dare una mano”.

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