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Bellanova Agricoltura

Come il ministro Bellanova ara l’agricoltura

Il punto sugli annunci del ministro Bellanova su agricoltura ed ecosostenibilità. L'intervento di Nunzio Ingiusto

Va veloce Teresa Bellanova, ministra dell’Agricoltura, leader dell’Italia Viva di Renzi nel governo. Va veloce verso quella rivoluzione sostenibile dell’agricoltura italiana che finora nessuno è riuscito a portare a termine. Ha messo dei paletti nella manovra finanziaria per poter dire agli agricoltori che la loro categoria è salva, almeno su tasse e innovazioni. Tecnicamente nel collegato alla finanziaria ci saranno misure per i contratti di filiera e il recepimento della direttiva europea che sanziona le pratiche sleali nell’agroalimentare. Tutto orientato ad una visione ecosostenibile di un settore trainante dell’economia italiana. Se chi l’ha preceduta al Ministero ha dato l’impressione di tutelare gli interessi agricoli solo di una parte d’Italia, Bellanova ha mostrato sinora di avere un approccio unitario. Mette insieme esperienza e strategia.

“Intanto ho mantenuto l’impegno di non aumentare le tasse agli agricoltori” ha detto. Un impegno che secondo la rivista Agronotizie equivale ad un risparmio di 200 milioni di euro all’anno. Soldi che sono lasciati alle imprese agricole del Nord e del Sud per investire, ha spiegato la ministra. Auguriamoci che vadano andare a filiere bio ed ecocompatibili. La vera partita che si gioca nei prossimi mesi, soprattutto in ambito europeo, è quella che altri Paesi giocano già da anni tutelando, vino, arance, olio e ricorrendo a manodopera legale.

Al popolo della Leopolda 10, Bellanova ha spiegato che la manovra finanziaria — quella “salvo intese”, per capirci — non lascia del tutto soddisfatta Italia Viva, che si batterà per modificarla ancora. Per l’agricoltura si tratta di crescita e inclusione, qualità territoriale fisica e sociale. Ma qui entra in campo un tema centrale, quanto delicato, dell’innovazione ecosostenibile. Una carta vincente per la Ministra e per il neo partito di Renzi: il lavoro nero.

È vero che Bellanova ha appena istituito il Tavolo interistituzionale sul caporalato con la Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo e quella dell’Interno Luciana Lamorgese per “liberare lavoratori e imprese”. Ma occorre fare presto per ridare dignità e peso sociale a migliaia di aziende. A chi va avanti sfruttando lavoratori immigrati non regolari in combutta con organizzazioni criminali.Non ci potrà essere vera rivoluzione sostenibile e crescita di competitività finché nelle campagne italiane continueranno a lavorare uomini e donne senza diritti e tutele. Questioni che la Ministra conosce bene e che per questo decideranno il suo vero successo, oltre alle misure economiche ,pur necessarie, per vincere sui mercati. La migliore lezione che viene dai teorici della crescita si fonda sulla solidarietà e sui diritti dei lavoratori. A sinistra lo sanno. Alla Leopolda Bellanova ha attaccato coloro che teorizzano la decrescita felice ma nel contempo “hanno la pancia piena”. Una battaglia vera che raccoglie consensi. Da Ministra può dimostrare di aver ragione.

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