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La sharing mobility piace. E cresce

Cresce la sharing mobility: sempre più utenti condividono l’auto e si affidano a servizi di bike e car sharing La sharing mobility piace, anche in Italia: rispetta l’ambiente, aiuta a risparmiare sui costi del trasporto, permette di scegliere tra diversi mezzi, in base ad orari ed esigenze. Aiutata dalla diffusione delle app che aiutano a…

Cresce la sharing mobility: sempre più utenti condividono l’auto e si affidano a servizi di bike e car sharing

La sharing mobility piace, anche in Italia: rispetta l’ambiente, aiuta a risparmiare sui costi del trasporto, permette di scegliere tra diversi mezzi, in base ad orari ed esigenze. Aiutata dalla diffusione delle app che aiutano a prenotare ed acquistarne i servizi, la sharing mobility può essere determinante per la riduzione delle auto di proprietà circolanti e dunque delle emissioni di Co2.

“Le città, dove gravitano oltre i due terzi della popolazione italiana, stanno diventando veri e propri laboratori per la rivoluzione della mobilità. I cittadini tendono sempre più a privilegiare l’’utilizzo di servizi di mobilità piuttosto che la proprietà del mezzo di trasporto e ciò aiuta anche il trasporto pubblico”, ha commentato il Direttore della Fondazione Sviluppo Sostenibile, Raimondo Orsini.

Dello sviluppo di questa nuova forma di mobilità e di scenari futuri si è discusso alla prima Conferenza Nazionale della Sharing Mobility, che si è svolta il 23 novembre in Campidoglio, organizzata dall’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility e nate da un’iniziativa del Ministero dell’Ambiente e della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. Proviamo a capire.

I numeri della Sharing mobility

Il successo della mobilità condivisa è confermato dai numeri, che negli ultimi anni sono lievitati per arrivare ad oltre 13.000 biciclette offerte in bike sharing in 200 Comuni e 5.764 auto in car sharing per 700.000 utenti nelle due formule free floating.

sharing mobilityFacendo riferimento al bikesharing ad oggi ci sono 13.770 bici condivise, suddivise in 200 comuni. Si tratta di numeri che fanno dell’Italia, il paese europeo in cui la diffusione, in termini di numero di servizi attivi, è più alta. In Francia, dove il bikesharing ha avuto un grande successo di pubblico, i servizi attivi non superano le 40 città.

Buoni anche i numeri del car sharing: in Italia ci sono 700.000 iscritti, 5.764 veicoli e 29 città interessate. “Con l’ingresso del servizio di car sharing free floating con Car2go ed Enjoy nel 2013 e a seguire con altri operatori privati (Share’Ngo), il Carsharing italiano ha innestato un’altra marcia. Il numero di veicoli condivisi globalmente in Italia tra il 2013 e il 2015 è quadruplicato, mentre il numero degli iscritti e dei noleggi è cresciuto rispettivamente di dodici e trenta volte”, si legge in una nota diffusa dall’Osservatori Nazionale di Sharing Mobility.

Pochi, invece, i dati sul carpooling. Quello che è certo è che l’operatore che domina il mercato italiano ad oggi è il servizio extraurbano di BlaBlaCar con più di 20.000.000 di utenti nel mondo. Il car pooling è in rapida crescita e, grazie alle app, promette di esplodere nei prossimi anni.

Una road map per il futuro

I numeri sopra elencati sono destinati a crescere: la strada intrapresa sembra essere senza ritorno. Ma per accelerare la diffusione delle pratiche di sharing mobility, l’Osservatorio ha anche elaborato una Roadmap condivisa che individua alcuni temi prioritari su cui intervenire subito:

  • l’inserimento della sharing mobility nel nuovo Codice della strada,
  • l’avvio di incentivi fiscali agli operatori e agli utilizzatori di sharing,
  • la definizione di nuove forme di assicurazione
  • una pianificazione urbana che consideri la sharing mobility come alleato del trasporto pubblico.

L’esempio di Milano

In fatto di mobilità condivisa, è Milano la città più virtuosa. “Il contesto milanese è estremamente favorevole per lo sviluppo della Sharing mobility sia per le caratteristiche socio-demografiche dei suoi residenti sia perché l’Amministrazione ha investito decisamente sul trasporto pubblico, la mobilità ciclo-pedonale e intrapreso con decisione tutte le misure a disposizione per scoraggiare l’uso dell’auto di proprietà nelle aree centrali della città”, si legge in una nota diffusa dall’Osservatorio.

Ma guardiamo i numeri della città. Quasi sette intervistati su dieci a Milano (67,5%) possiedono un’automobile (presente nel 75,6% delle famiglie) ma quasi il 30% dei milanesi non ne ha nessuna: percentuale che sale al 37,5% tra chi abita da solo (famiglie con unico componente). Circa 60.000 milanesi dichiarano di utilizzare con frequenza i servizi di mobilità condivisa nelle varie tipologie. La possibilità di rinunciare completamente al veicolo privato è molto alta tra gli utilizzatori dei servizi. Il 22,7% degli associati ai vari sistemi e il 19,4% di utenti specifici del car sharing ha già fatto questa scelta; rispettivamente il 36,4% e il 45,1% degli stessi si dichiara disposto a farla a certe condizioni come per esempio un ulteriore sviluppo dei servizi di sharing mobility a disposizione.

Sharing Mobility: Sì, ma meglio se ad emissioni zero

Condividere l’auto, per piccoli e lunghi viaggi è sicuramente già un buon punto di partenza per ridurre le emissioni su strada. Ma, come ha affermato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, la sharing mobility sarebbe ancora più efficace se vantasse ‘un’elevata qualità ecologica” e fosse ad “emissioni zero”.

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