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Sharing Mobility

Sharing mobility, come va in Italia. Report

Numeri, approfondimenti e scenari secondo il rapporto annuale dell'Osservatorio sulla sharing mobility promosso dai ministeri dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, delle Infrastrutture e dei Trasporti, e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile. L'intervento di Marco Foti

 

È tempo di numeri. La mobilità post Covid, lentamente, sta ritornando ai livelli del 2019, anno base dopo la ripartenza. Il settimo Rapporto nazionale sulla sharing mobility, redatto dall’apposito Osservatorio si legge, “mette in luce i dati rilevanti del 2022 per i servizi di vehiclesharing in Italia: carsharing, scootersharing, bikesharing e monopattino-sharing”.

Una componente limitata della mobilità, ma che in alcuni settori, come quello della micromobilità, rileva evidenti segnali di crescita.

Dal periodico Rapporto dell’Osservatorio si apprende che “Il numero di noleggi totali nel vehiclesharing cresce del 41% rispetto al 2021 per un totale di circa 49 milioni di viaggi, mentre il numero di km percorsi dagli italiani a bordo di un veicolo in condivisione sfiora i 200 milioni. Dati che superano abbondantemente quelli del 2019, rispettivamente del 77% e del 46%”.

Numeri, questi, aggregati, che possono indurre ad una prima analisi positiva di risultati. Ma vediamo, invece, i dettagli.

Car sharing

I dati del 2022 sul volume di noleggi nel carsharing free-floating riportano un volume complessivo di poco superiore a 6 milioni di viaggi, “molto lontano” (il doppio) dal dato rilevato nel 2019 e pari a circa 12 milioni di viaggi. Meno “pesante” risulta la decrescita delle percorrenze con un ritardo rispetto al 2019 di 15 punti % (90 milioni di km contro i circa 75 milioni del 2022).

Lo stesso andamento negativo rispetto al 2019 si rileva nel trend di decrescita dei noleggi nel carsharing station based per cui sia i noleggi (-16%) sia le percorrenze (-11%) registrano trend negativi, con numeri assoluti significativamente inferiori al noleggio free floating: 300 mila noleggi nel 2022 contro i 350 mila del 2019 e 8 milioni di km contro i 9 del 2019.

A questi numeri si aggiunge la flessione ancora costante dell’offerta di carsharing a flusso libero in termini di veicoli disponibili per gli utenti, passando dai 5,4 mila veicoli del 2021 ai 4,7 mila veicoli del 2022, dato anche questo molto distante dal parco veicolare offerto nel 2019 corrispondente a circa 7 mila veicoli. Il 2022 è invece l’anno in cui il carsharing station-based vede operativo il maggior numero di veicoli dall’inizio della rilevazione, con 1.300 auto disponibili, superiori di poco meno di 100 unità rispetto al 2019. In sintesi, lo sharing dell’auto stenta a ritornare ai volumi pre pandemici.

Scootersharing

Comportamento decisamente diverso si rileva nel noleggio dello scooter, la cui domanda segna una forte crescita di scootersharing per quanto riguarda i 12 mesi del 2022 e conferma la tendenza positiva degli ultimi anni. Il numero di noleggi passa dai 3 milioni del 2021 ai quasi 4,4 milioni del 2022 registrando una crescita del +42%. Altrettanto importante e positivo il dato delle percorrenze, che tocca quota 20 milioni nell’ultimo anno per un +39% rispetto al 2021. Segnali molto positivi che vedono, rispetto al 2019, una crescita del 50% dei noleggi e del 54% delle percorrenze maturate con il due ruote, a fronte di un (quasi) raddoppio della flotta offerta (circa 9 mezzi del 22 contro i 5 mila del 2019).

Bikesharing

Il 2022 rileva “un anno assolutamente positivo per il bikesharing a flusso libero con quasi 9,7 milioni di noleggi”, superiore del 30% rispetto al 2019. In crescita anche i dati sui viaggi del bikesharing station-based per un totale di 4,2 milioni di noleggi, un milione in più dell’anno precedente ma ancora un milione in meno del dato pre-pandemico (-20%). In termini di offerta, “raddoppia il numero di biciclette free-floating in condivisione (39 mila bici nel 2022) mentre rimane più o meno stazionario sulle 9 mila unità il numero di biciclette dei servizi station-based”.

Monopattino-sharing

Il servizio di sharing mobility maggiormente utilizzato in Italia si conferma il monopattino “con 25 milioni di noleggi che rappresentano il 50% di tutti i noleggi realizzati dai servizi di vehicle sharing nel nostro Paese. Trend a cui corrisponde anche un aumento nel 2022 delle percorrenze che arrivano a superare quota 60 milioni di km”.

Il VII Rapporto evidenzia come “Cresce l’offerta di monopattini in condivisione in Italia, estendendosi a tanti nuovi Comuni italiani. Il bilancio dei servizi attivi nel 2022 è positivo di 15 unità a cui corrisponde un ulteriore allargamento della flotta che passa da 46 mila a quasi 50 mila veicoli nell’ultimo anno, crescendo dell’8,4% su base annua e decuplicata rispetto al 2019”.

Su questo ultimo aspetto occorre evidenziare necessariamente il dato dell’incidentalità: “Il dataset costruito per analizzare l’incidentalità nella micromobilità in sharing conta nel 2022 un totale di 660 sinistri. La ripartizione tra i diversi servizi vede anche quest’anno in prima posizione il monopattino-sharing con 399 incidenti, pari al 60% del totale, seguito dallo scootersharing e dal bikesharing con 132 e 129 incidenti, rispettivamente pari al 20,5% e al 19,5%. Il numero di 660 incidenti è pari allo 0,4% del totale dei sinistri che ISTAT ha registrato sulle strade italiane nel 2022, pari a 165.889”.

Considerando le città con più di un servizio attivo di monopattino-sharing “Torino, con 4 incidenti ogni 100 mila viaggi, è risultata nel 2022 la città con più sinistri (2,44 punti sopra la media complessiva di 1,56). Segue Roma, con 2,1 incidenti ogni 100 mila noleggi, e successivamente Milano, Palermo e Bari, tutte e tre città con tasso d’incidentalità inferiore alla media del campione osservato”.

Una mobilità condivisa, quindi, che presenta la sua crescita per il 50% dovuta al noleggio dei monopattini che, purtroppo evidenzia anche un dato elevato sul tasso d’incidentalità.

All’interno del panel dei servizi offerti dalla mobilità condivisa trovano posto anche i servizi Demand Responsive Transit (DRT), una tipologia di servizio di trasporto collocabile a metà tra le due famiglie di servizi di trasporto oggi più diffuse e codificate come i servizi tradizionali di linea (classico TPL) e quelli non di linea (taxi e/o NCC). Rispetto a un servizio di trasporto di linea, in cui sono predefiniti il tragitto, le fermate e l’orario di passaggio, un servizio a chiamata può modificare questi parametri sino ad assumere progressivamente le stesse caratteristiche di un servizio non di linea. Sono servizi che nascono da lontano ma che soltanto negli ultimi anni hanno visto una evoluzione grazie all’utilizzo delle piattaforme digitali.

A settembre 2023 in Italia sono stati rilevati dall’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility 29 servizi DRT (sostanzialmente bus a chiamata che utilizzano piattaforme digitali) dei quali 21 (72%) servizi attivi al Nord, 5 (17%) al Centro e 3 (11%) al Sud. Di questi 18 (62%) operano in aree urbane, 2 (7%) in aree periurbane e 9 (31%) in aree extraurbane.

La presenza di servizi (non più) innovativi quali i DRT permette una maggiore integrazione tra le diverse soluzioni di mobilità. La modifica significativa delle abitudini sulla mobilità, come anche confermato dal Rapporto 2023 di Pendolaria, impone una rivisitazione dell’assetto del sistema dei trasporti in ambito urbano ed extraurbano. Da questi presupposti, già evidenziati in Start Magazine nel corso degli ultimi due anni, occorre rilanciare e valorizzare il settore del TPL, anche dopo l’importante investimento dello Stato in relazione al rinnovo del parco rotabile, in linea con quanto evidenziato da Legambiente, con il rapporto “Pendolaria 2023”.

Il documento presenta una riflessione sulla mobilità soddisfatta dal trasporto ferroviario, i cui numeri, secondo l’Associazione ambientalistica, “indicano un timido miglioramento”. Pendolaria evidenzia come “il 2022 ha visto un ritorno dei passeggeri sui treni nazionali e regionali dopo oltre due anni di calo, dovuto alle disposizioni e restrizioni in contrasto alla pandemia e alle preoccupazioni dei cittadini. Trenitalia ha dichiarato un aumento complessivo di oltre il 40% dei passeggeri rispetto al 2021, con punte del 110% per quelli ad Alta Velocità”. In particolare il numero di treni regionali in servizio, considerando tutti i gestori, è aumentato passando dai 2.666 del 2020 ai 2.788 treni regionali in circolazione in Italia nel 2021. Grazie alle risorse europee, nazionali, regionali e di Trenitalia, attraverso i contratti di servizio, è in corso un rinnovo del parco di treni circolante: nel 2021 l’età media si è attestata a 15,3 anni, in calo rispetto ai 15,6 anni del 2020 (nel 2016 era 18,6 anni).

Mobilità condivisa, trasporto a chiamato e servizi ferroviari costituiscono un “unicum” del sistema dei trasporti in ambito urbano, sub ed extraurbano. La chiave del successo per garantire una mobilità ai cittadini sempre più rispondente alle esigenze quotidiane.

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