Esattamente dodici mesi dopo la decisione di Parigi di espellere le flotte di monopattini in sharing dei colossi più affermati a seguito di una chiamata referendaria, anche un’altra importante capitale europea, Madrid, intende bandire questi silenziosi ma sempre più fastidiosi (almeno per le amministrazioni cittadine) esponenti della micromobilità elettrica e sostenibile.
PERCHÉ MADRID CACCIA I MONOPATTINI
La misura si è colmata in fretta a Palacio de Cibeles, dove la giunta del sindaco José Luis Martínez-Almeida non ne poteva più dei messaggi dei cittadini che lamentavano la maleducazione di chi guida i monopattini in sharing correndo sui marciapiedi, in slalom tra i passanti per poi abbandonarli ovunque a rischio dell’incolumità dei pedoni più anziani, costretti a scavalcarli anche solo per entrare nei portoni delle proprie abitazioni.
Alla base della contromossa del primo cittadino di Madrid, viene spiegato, anche il fattore sicurezza dato che non di rado i monopattini a noleggio vengono inforcati da due persone contemporaneamente, nonostante i limiti previsti dal Codice della Strada spagnolo.
SEIMILA MONOPATTINI BANDITI
Ecco perché l’amministrazione si sta muovendo in tutta fretta per bandire seimila monopattini entro la fine dell’estate. Il sindaco ha già fatto sapere di avere avviato senza indugio l’iter per revocare con il mese di ottobre le licenze alle tre ex startup che solo un anno fa avevano ottenuto da Palacio de Cibeles il nulla osta a operare nella micromobilità condivisa. Licenze triennali ridotte in coriandoli dopo appena 12 mesi, tale è stata l’insoddisfazione e l’esasperazione dei cittadini.
GLI OPERATORI COLPITI DAL “FOGLIO DI VIA”
I destinatari del provvedimento firmato da José Luis Martínez-Almeida sono Lime, Dott e Tier Mobility. La stampa locale, nell’esporre i fatti, sottolinea come Lime e Dott, nel tentativo di arginare i problemi creati dai loro monopattini, avessero anche promesso di tenere corsi gratuiti di guida per gli abitanti della città che, però, non si sarebbero mai svolti.
CHI VA E CHI RESTA
Il provvedimento non lambisce i mezzi privati, solo quelli noleggiabili: le startup che posseggono altre flotte (microcar, biciclette, scooter, ecc…) potranno continuare a operare a Madrid, con l’obbligo di destinare altrove i propri monopattini elettrici.
Il primo cittadino, che nel recente passato si è speso personalmente con la promessa di costruire nuove ciclabili, presentando la stretta ha contestualmente annunciato che l’amministrazione comunale intende supportare e potenziare il servizio di bici noleggiabili proprio per far fronte all’improvvisa sparizione di seimila monopattini elettrici dalle strade di Madrid.
SI ALLUNGA LA LISTA DI CITTÀ CHE NON VOGLIONO I MONOPATTINI
A inizio 2024 un’altra capitale europea, Berlino, aveva varato una stretta che riguardava il parcheggio selvaggio con l’obbligo per chi li inforca di lasciarli in apposite aree contrassegnate, sulla scia di quanto avvenuto subito dopo la pandemia a Copenaghen che li aveva banditi indirettamente vietandone il posteggio ovunque nel centro cittadino. Mentre nel pieno dell’estate, dall’altra parte del mondo, Melbourne ha rescisso i contratti con gli operatori Lime e Neuron.
Paese che vai, nuovo divieto per i monopattini in sharing che trovi.