Tutto come previsto (da Start Magazine): la figuraccia di Vivendi in Tim si è realizzata. Il cda del gruppo telefonico – che ha come primo azionista proprio il colosso francese – ha bocciato il nome di Luciano Carta come nuovo consigliere di amministrazione. È passato invece il nome di Alessandro Pansa (nella foto), attuale presidente di Telecom Italia Sparkle e Telsy, due controllate di Tim.
Ecco fatti, approfondimenti e scenari sulle prossime mosse di Vivendi.
ECCO COME E PERCHÉ IL CDA DI TIM HA BOCCIATO CARTA SUGGERITO DA VIVENDI
Il consiglio di Tim fa spazio ad Alessandro Pansa. La cooptazione dell’attuale presidente di Sparkle, ex capo della Polizia e del Dis, è avvenuta ieri a maggioranza nel cda del gruppo Tim e il nuovo consigliere sostituisce Arnaud de Puyfontaine, il capo azienda del gruppo Vivendi che ha lasciato il board a gennaio (con una decisione mai del tutto spiegata e che non è stata affatto apprezzata dalle istituzioni italiane).
Il comitato nomine di Tim ha portato al cda due candidati: oltre a Pansa c’era anche l’ex generale della Guardia di Finanza ed ex presidente del gruppo Leonardo Luciano Carta, suggerito da Vivendi (qui l’approfondimento dell’origine dell’indicazione). Ha prevalso l’orientamento di cooptare qualcuno che già conosce l’azienda, ha sottolineato il Corriere della sera. “Il consiglio di amministrazione di Telecom Italia fa quadrato attorno all’amministratore delegato Pietro Labriola e al comitato nomine, che il primo azionista Vivendi aveva sfiduciato in assemblea”, ha commentato il quotidiano Repubblica. “Il nome di Pansa ha ricevuto 9 voti su 14, tra cui quello del presidente Salvatore Rossi, dell’ad Labriola, del presidente di Cdp Giovanni Gorno Tempini e perfino di Massimo Sarmi, presidente di Fibercop (al 37,5% di Kkr), ma nominato in consiglio su indicazione di Vivendi”.
COME E PERCHÉ IL CDA DI TIM HA COOPTATO ALESSANDRO PANSA
Il nome di Pansa è spuntato al fotofinish, quando ormai la cooptazione di Carta sembrava cosa quasi fatta, con Vivendi che aveva spinto per bruciare i tempi al massimo, ha rimarcato il Sole 24 Ore: “Solo martedì si è saputo che ci sarebbe stato sul tavolo un altro nome “forte”. Ieri la notizia che quel nome sarebbe stato Pansa, proposto anche lui dal Comitato nomine presieduto da Paola Bonomo, e appoggiato nella fattispecie da Cdp”. Pansa ha battuto Carta per 9 voti su 5. “Paolo Boccardelli, Cristiana Falcone, Giulio Gallazzi, Marella Moretti e Ilaria Romagnoli avrebbero votato per Carta. Tutti gli altri, compresi presidente Salvatore Rossi, ad Pietro Labriola e Massimo Sarmi, consigliere entrato in cda con il gradimento della stessa Vivendi, avrebbero optato per Pansa”, ha scritto il quotidiano di Confindustria.
LA SCOMPOSTA CONFUSIONE DI VIVENDI IN TIM
Continuano le manovre opache e oblique del gruppo francese, dopo quelle degli scorsi mesi (qui e qui gli approfondimenti di Start Magazine).
Dal Sole 24 Ore si apprende infatti che “sempre secondo le ricostruzioni due consiglieri avrebbero anche fatto mettere a verbale che non avrebbero avuto esitazioni a votare Carta se Vivendi lo avesse davvero indicato come suo candidato. Ma quello di Luciano Carta sarebbe stato posto come un suggerimento dai francesi – è stata la valutazione – mentre agli atti ci sarebbe una lettera in cui Vivendi avrebbe spiegato di non voler stare nel board”. Ora resta da vedere se il gruppo di Bolloré continuerà di fatto a bocciare le offerte pervenute a Tim per la rete.
IL DOSSIER RETE DI TIM E IL RUOLO DI VIVENDI
Lunedì prossimo il consiglio di amministrazione di Tim si riunirà per esaminare la relazione degli advisor e le fairness opinion sulle nuove offerte presentate da Cdp-Macquarie e Kkr per la rete. Non sono attese decisioni, che arriveranno il 22 quando il board delibererà sulle offerte.
Il board di Tim è diviso tra chi vorrebbe concedere l’esclusiva, a Cdp-Macquarie o più probabilmente a Kkr, e chi invece ritiene che si debbano rigettare le offerte e riaprire più avanti il dossier, ha rimarcato il Corriere della sera: “La decisione non è semplice. Da un lato ci sono le offerte non vincolanti, che nel giro di qualche settimana potrebbero portare a una proposta d’acquisto vincolante per la rete, consentendo a Tim di accelerare il riassetto. Dall’altra ci sono i movimenti in corso tra Kkr, F2i, Cdp e Macquarie per trovare un’alternativa che consenta di fare una nuova offerta, per la quale però serve tempo”.
LO SCENARIO MEDIASET PER VIVENDI
I vertici e i consulenti italiani di Vivendi – dopo il fallimento della carta Carta per Tim – potrebbero spostare l’attenzione visto lo stallo sul dossier rete rispetto ai desiderata dei francesi (ritenuti esorbitanti) su un altro dossier, ossia Mediaset. I vertici di Vivendi – secondo alcuni rumor – potrebbero puntare definitivamente su Mediaset. Anche se sul gruppo tv ci sono le mire – improntate sull’italianità – di Urbano Cairo (qui indiscrezioni e approfondimenti di Start Magazine).