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Porti

La Cina spia i porti americani con le gru di Zpmc?

Il Pentagono teme che le gru prodotte da Zpmc consentano alla Cina di spiare i movimenti di prodotti sensibili nei porti degli Stati Uniti. Anche l'Italia è a rischio?

Dopo Huawei, i palloni aerostatici e TikTok, è giunto il momento delle gru?

Alcuni funzionari del dipartimento della Difesa degli Stati Uniti pensano che le gru di fabbricazione cinese presenti nei porti americani, dove vengono utilizzate per spostare i container dalle navi alla banchina, possano venire sfruttate da Pechino per delle operazioni di spionaggio.

LE GRU DI ZPMC SONO UN CAVALLO DI TROIA?

Il rischio, si legge sul Wall Street Journal, è rappresentato in particolare dalle gru prodotte dall’azienda cinese di attrezzature portuali Shanghai Zhenhua Heavy Industries Co., meglio nota come ZPMC. Sono macchinari ben fatti ed economici, ma – come fossero moderni cavalli di Troia, secondo alcune ricostruzioni – contengono al loro interno dei sensori sofisticati che potrebbero registrare e tracciare la provenienza e la destinazione dei container, permettendo eventualmente alle autorità cinesi di raccogliere informazioni sui materiali sensibili, di utilizzo militare, spediti da o verso gli Stati Uniti.

Accedendovi da remoto, inoltre, Pechino potrebbe usare le gru per ostacolare il flusso regolare delle merci nei porti americani.

LA RISPOSTA DELLA CINA

Un rappresentante dell’ambasciata cinese a Washington ha detto che le preoccupazioni statunitensi sulle gru cinesi sono un tentativo “paranoico” di ostacolare le relazioni economiche e commerciali tra i due paesi. I funzionari americani che si occupano di sicurezza nazionale non hanno descritto nel dettaglio un episodio nel quale le gru cinesi sono state utilizzate per scopi malevoli.

COSA FA ZPMC

Le gru di ZPMC sono arrivate sul mercato statunitense circa vent’anni fa, imponendosi grazie alla loro buona qualità e al prezzo conveniente, più basso di quello dei macchinari di fabbricazione occidentale. Di recente l’azienda ha cominciato a offrire sistemi automatizzati per i porti, collaborando ad esempio con Microsoft alla connessione delle varie infrastrutture e all’analisi dei dati in tempo reale e da remoto, dagli uffici della società a Shanghai.

ZPMC controlla oggi circa il 70 per cento del mercato globale delle gru e vende le sue attrezzature in oltre cento paesi. Una fonte del governo degli Stati Uniti ha detto al Wall Street Journal che ZPMC produce quasi l’80 per cento delle gru utilizzate nei porti americani. Questi macchinari vengono portati nei luoghi di utilizzo finale già assemblati, a bordo di grandi navi, e vengono gestiti attraverso dei software di progettazione cinese; in alcuni casi, poi, sono presenti dei lavoratori di nazionalità cinese in possesso di visto biennale: tutti elementi che Pechino potrebbe sfruttare per delle operazioni di intelligence.

GLI STATI UNITI FANNO BENE A PREOCCUPARSI?

Nel 2021 la Defense Intelligence Agency, la principale agenzia militare di intelligence per l’estero degli Stati Uniti, ha condotto una revisione sulle attrezzature portuali e ha stabilito che la Cina potrebbe teoricamente ostacolare il traffico portuale o raccogliere informazioni sulle strumentazioni militari spedite dal territorio americano. Il Wall Street Journal scrive che le autorità non hanno tuttavia specificato se abbiano raccolto o meno prove di gru prodotte da ZPMC utilizzate per finalità di spionaggio.

Negli ultimi due anni i porti negli stati di Virginia, Carolina del sud e Maryland, che a volte vengono utilizzati dalle vicine basi militari, hanno acquistato nuove gru da ZPMC, mettendo in allerta la comunità di intelligence, inclusa l’FBI. Nel 2021 gli agenti della polizia federale hanno ispezionato una nave che trasportava gru di ZPMC al porto di Baltimora, rinvenendo a bordo delle attrezzature per la raccolta di intelligence. Non è noto cosa sia successo dopo.

ZPMC è una sussidiaria di China Communications Construction Co. (CCCC). Nel 2020 gli Stati Uniti hanno limitato a cinque unità di questa compagnia l’accesso alle tecnologie americane per via del suo legame con l’apparato militare cinese.

UN RISCHIO PER L’ITALIA?

Nelle scorse settimane si è scritto di come Rosetti Marino, azienda di cantieristica navale con sede a Ravenna, sarebbe vicina a cedere il cantiere San Vitale di Marina di Ravenna al Gruppo Ferretti, società specializzata nella costruzione di yacht: ha sede a Forlì, ma è controllata per oltre il 60 per cento dal gruppo energetico statale cinese Weichai Power ed è quotata alla borsa di Hong Kong.

Il Gruppo Ferretti si è anche visto approvare un progetto (a partecipazione pubblica) da 204 milioni di euro per riqualificare l’ex-Yard Belleli al porto di Taranto. A Taranto si trova l’arsenale militare marittimo della Marina italiana, che funge da postazione meridionale per la NATO.

A metà febbraio il portale specializzato Shipping Italy ha scritto della consegna di tre nuove gru di ZPMC al porto di Gioia Tauro, in Calabria.

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