skip to Main Content

Tiktok Paesi

Dal Canada agli Usa fino all’India: tutti i Paesi che vietano TikTok (nei palazzi del potere)

Che cosa succede nei palazzi del potere in Usa, Canada e India su TikTok

I primi a porsi il problema, almeno pubblicamente, che le app per smartphone potessero rappresentare un potenziale pericolo, se usate ai più alti livelli, per la sicurezza dello Stato furono i francesi, che una decina d’anni fa proposero un WhatsApp d’Oltralpe o quantomeno europeo da imporre a politici e ministri dato che non si sapeva chi altri potesse origliare le loro conversazioni. Non se ne fece più nulla: l’agonia di Spid e la falsa partenza di Cie, del resto, ben testimoniano che succede quando lo Stato si butta in affari tecnologicamente avanzati, che non comprende, non sa mantenere e gestire e che peraltro continuano a chiamare in causa i privati. Adesso sul banco degli imputati non c’è più l’app di messaggistica più diffusa al mondo, usata anche dai primi ministri e dai presidenti della Repubblica, ma TikTok, il social per giovanissimi scoperto anche dai politici sotto campagna elettorale, messo al bando da un numero crescente di Paesi.

IL CANADA NON VUOLE L’APP CINESE

Se si escludono Paesi come l’Afghanista e l’Indonesia, che vietano TikTok perché “immorale”, l’ultimo, a quanto pare solo in ordine di tempo, a prendere le distanze dal software della Big Tech cinese ByteDance per motivi di sicurezza nazionale è il Canada in quanto «presenta un livello di rischio inaccettabile per la privacy».

La penultima invece era stata la Commissione europea, con una decisione che aveva colto alla sprovvista un po’ tutti ma soprattutto dimostrato la frammentarietà decisionale tra gli euroburocrati, visto che al momento TikTok è ancora accolto in seno alle altre istituzioni comunitarie.

I PAESI CHE ESCLUDONO TIKTOK DAI PALAZZI

Tra i primi paesi a vietare TikTok, oltre due anni fa, invece un vicino della Cina, l’India. Nel subcontinente l’app di ByteDance contava 200 milioni di utenti attivi al mese e prima della messa al bando quel mercato costituiva il maggiore per volumi di tutta l’Asia meridionale.

LA CASA BIANCA NON VUOLE TIKTOK

Negli Usa il cambio di inquilino della Casa Bianca non ha mutato la politica nei confronti del social: le ostilità iniziarono con Donald Trump e sono proseguite con Joe Biden che ha chiesto ai membri del suo staff e ai dipendenti federali di liberarsene.

“L’amministrazione Biden-Harris ha investito molto nella difesa dell’infrastruttura digitale della nostra nazione e nel limitare l’accesso degli avversari stranieri ai dati degli americani – ha detto nelle ultime ore Chris DeRusha, responsabile federale della sicurezza delle informazioni, commentando la nuova decisione della Casa Bianca di chiedere a tutti coloro che lavorano per le agenzie federali del Paese di disinstallare TikTok da tutti i dispositivi governativi. -. Questa guida fa parte dell’impegno costante dell’Amministrazione per proteggere la nostra infrastruttura digitale e proteggere la sicurezza e la privacy del popolo americano”.

Negli Stati Uniti l’app cinese non può essere sui cellulari che entrano al Pentagono mentre simili decisioni sono state prese, a livello nazionale, da una trentina di Stati, tra cui Texas, Georgia, Maryland, South Dakota, South Carolina, Nebraska, Ohio e New Jersey.

COME MAI TIKTOK SPAVENTA SEMPRE PIU’ PAESI

Finora gli Stati hanno addotto la scusa della scarsa sicurezza dell’app senza però riuscire a dimostrare la vulnerabilità o, peggio, che possa essa stessa fare da cavallo di Troia per software malevoli. Più o meno tutte le decisioni prese in tal senso hanno riguardato i dipendenti pubblici, almeno per ciò che concerne le più alte sfere e i settori maggiormente a rischio spionaggio. La Commissione europea consente ai dipendenti di tenere TikTok sul cellulare privato se e solo se attraverso quel device non circolano chiamate e messaggi di lavoro.

E IN ITALIA?

Se ne è iniziato a parlare pure in Italia: il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo potrebbe imporre agli statali la disinstallazione dellʼApp cinese TikTok da smartphone e tablet ma ha già trovato muro in un tiktoker della prima ora, almeno per ciò che concerne il panorama politico italiano (che quell’app l’ha scoperta tardi) Matteo Salvini: “Bloccare lʼapp? Riflettere bene, io sono sempre e comunque contro la censura”, l’altolà del leader leghista, ovviamente veicolato in un video TikTok, consapevole di quanto il presidio social aiuti in campagna elettorale.

Back To Top