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Popolare Sondrio

Popolare di Sondrio: conti, azionisti e prossimo sposo

Come vanno i conti della Banca Popolare di Sondrio e quali sono gli scenari per la banca trasformata in società per azioni: verso Bper? L'articolo di Emanuela Rossi

Risultati preliminari del 2021 confermati, deliberata la proposta di un dividendo pari a 0,20 euro per azione e qualche accenno sull’esposizione in Russia e in Ucraina e sull’andamento dei primi mesi del 2022. È quanto è stato deciso dal consiglio d’amministrazione di Banca Popolare di Sondrio che si è data appuntamento all’assemblea dei soci, il prossimo 30 aprile, oltre che per approvare il bilancio dello scorso anno e lo stacco della cedola anche per nominare cinque amministratori per il periodo 2022-2024.

I NUMERI DEL 2021

Come si diceva, per la Popolare di Sondrio il 2021 è stato un anno molto importante anche in relazione al bilancio. L’istituto ha infatti archiviato lo scorso esercizio con l’utile netto migliore della sua storia e più che raddoppiato dal 2020: 268,6 milioni con un Roe all’8,9%. In forte miglioramento il margine di interesse (+7,9%) e le commissioni nette (+13%). Nel 2021 Popolare di Sondrio ha realizzato rettifiche su crediti per 134,4 milioni di euro e oneri per la stabilizzazione del sistema bancario per 43,1 milioni e ha proseguito a sostenere famiglie e imprese del territorio con erogazioni per 4,8 miliardi di cui circa 1 miliardo assistite da garanzia statale. Lo scorso anno è poi continuato a migliorare l’asset quality con l’npe ratio netto pari al 2,7% rispetto al 3,7% del 2020. Numeri buoni che hanno portato il board a proporre la distribuzione di 5,2 milioni di dividendi, quasi 1 milione in più rispetto ai 4,4 milioni dell’anno precedente.

LE PROSPETTIVE PER IL 2022

Anche il 2022 pare essere iniziato con il vento in poppa per la banca visto che si è “registrato un avvio d’anno positivo, contrassegnato dalla tenuta dei ricavi propri dell’attività bancaria caratteristica e da dinamiche sul fronte dei costi in linea con il perseguimento di obiettivi di efficienza allineati ai migliori standard di mercato”. Nella nota diffusa al termine del cda si legge che “in assenza di ulteriore forte instabilità nelle relazioni internazionali e/o nell’andamento dei mercati finanziari, è verosimile che il gruppo possa conseguire anche nel 2022 buoni livelli di redditività, a conferma della resilienza del proprio modello di business”.

L’ESPOSIZIONE VERSO RUSSIA E UCRAINA E IL RINVIO DEL PIANO INDUSTRIALE

Durante la riunione del consiglio d’amministrazione si è anche parlato della guerra in Ucraina e ne è risultato che l’istituto “ha avviato un’attività funzionale a determinare le esposizioni dirette nei confronti di soggetti residenti in Russia e Ucraina” secondo il richiamo di attenzione espresso pochi giorni fa dalla Consob. “Ne risulta fin qui un’esposizione creditizia diretta assai contenuta”, si legge, e invece “per le esposizioni indirette, relative a clientela operante in settori potenzialmente coinvolti nella crisi, sono in corso attività di analisi degli impatti attesi”.

Popolare di Sondrio fa sapere pure che “le esposizioni sul rischio finanziario sono soggette a monitoraggio su base giornaliera” e che “a oggi non vi sono stati incidenti di sicurezza” relativi ad attacchi informatici “legati alla crisi”. Nonostante la situazione sia sotto controllo, il board comunque “ha ritenuto prudente rinviare l’approvazione del nuovo piano industriale” dato che permane “un significativo livello di incertezza associato all’evoluzione delle tensioni geopolitiche in corso, con numerosi punti di attenzione che interessano unanimemente gli istituti bancari, in particolare legati alla crescita attesa dell’economia, alla dinamica dei tassi di riferimento e degli spread governativi, al costo del rischio e all’andamento dei mercati del debito e azionari, agli indici dei prezzi”.

GLI AZIONISTI

Occorre ricordare che il 29 dicembre scorso la Popolare di Sondrio si è trasformata in società per azioni, l’ultima delle popolari a concludere il percorso di riforma. Come molte delle sue colleghe, riferisce Mf, è ora una public company ad azionariato diffuso con Unipol che – dopo il blitz estivo – è primo azionista al 9%, precedendo Dimensional Fund, il gruppo d’investimento di Austin (Texas), che oggi è azionista di riferimento di quasi tutte le banche italiane. Pacchetti non di poco conto sono anche in mano al fondo statunitense BlackRock, al fondo sovrano norvegese Norges Bank e a Crèdit Agricole Asset Management. Seguono alcuni intermediari italiani fra cui Intesa Sanpaolo, Generali e Banca Sella.

Di pochi giorni fa la notizia, diffusa dallo stesso istituto in un comunicato, che tutte le 12.676 azioni della Popolare di Sondrio su cui i soci avevano esercitato il diritto di recesso in seguito alla trasformazione in Spa sono state collocate presso gli azionisti nell’ambito del periodo di offerta in opzione. Il prezzo di collocamento, pari a quello di recesso, è di 3,7548 euro.

POPOLARE SONDRIO NEL RISIKO BANCARIO?

Nel futuro della banca guidata dall’amministratore delegato Mario Alberto Pedranzini, oltre a ulteriori numeri in crescita, non è detto che non ci sia una fusione con un altro gruppo. Anzi, proprio le buone performance potrebbero rendere ancora più allettante un eventuale merger. Al momento in pole position potrebbe esserci un’altra ex popolare, ovvero Bper che guarda caso ha quale primo azionista (poco meno del 20%) proprio Unipol di Carlo Cimbri che secondo Mf sarebbe interessato a veder crescere il valore dei suoi investimenti bancari ma soprattutto a distribuire le sue polizze in una rete di sportelli bancari sempre più estesa. Per gli analisti di Equita SIM, comunque, le mosse che si stanno susseguendo sull’asse tra Bologna e Sondrio avvicinano la realizzazione del tanto evocato terzo polo bancario.

E in vista di un futuro particolarmente intenso da questo punto di vista, come riporta MF-Milano Finanza, Popolare di Sondrio sarebbe pronta a valutare le opzioni strategiche facendosi aiutare da Wepartner, la società di consulenza guidata dall’ex ad di Cassa Depositi e Prestiti Equity, Guido Rivolta.

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