Forte incremento degli utili, innalzamento del livello di derisking, aumento dei dividendi da distribuire agli azionisti. Per Bper, Banco Bpm e Banca Popolare di Sondrio l’esercizio 2021 si è chiuso decisamente bene e la pandemia pare non aver rappresentato un ostacolo nella crescita dei gruppi che guardano al futuro con ottimismo, come emerge dalle parole dei vertici.
BPER
Oltre 525 milioni di utile netto e quasi 693 milioni di utile lordo per Bper che vede i proventi aumentare a 3,4 miliardi e le commissioni nette a 1,6 miliardi grazie soprattutto ai comparti risparmio gestito e bancassurance. Migliora la qualità del credito con i crediti deteriorati in sensibile calo che – insieme al rafforzamento delle coperture – portano l’npe ratio lordo al 4,9% (2,0% netto) rispetto al 7,8% (4,0% netto) di fine 2020 e la copertura npe al 60,4% a fronte del 51% di un anno prima. Bene anche la raccolta indiretta – in crescita a 166,3 miliardi trainata da risparmio gestito e bancassurance – e la raccolta netta a 2,1 miliardi, quasi raddoppiata rispetto al 2020. Il board ha poi approvato la proposta di distribuire un dividendo unitario in contanti pari a 6 centesimi di euro ad azione per un totale di oltre 84 milioni.
“Sul fronte dei costi l’esercizio è stato caratterizzato da diverse componenti straordinarie connesse anche alla crescita del perimetro del Gruppo” ha evidenziato in una nota l’amministratore delegato Piero Luigi Montani che ha poi ricordato come “nel quarto trimestre dell’anno abbiamo spesato il costo relativo alla manovra sul personale volta a favorire un ricambio generazionale e posto in essere ulteriori azioni di razionalizzazione della base costi, che accresceranno la nostra efficienza operativa”.
Montani guarda al futuro: “Nel 2022 ci aspettano sfide importanti, vogliamo proseguire nel nostro percorso di crescita continuando a migliorare i fondamentali della Banca. I risultati raggiunti in termini di incremento della redditività, miglioramento della qualità del credito e solidità patrimoniale – ha aggiunto – costituiscono una solida base per il nuovo piano industriale e ci consentiranno di generare ulteriore valore a vantaggio di tutti gli stakeholder”.
In particolare, ha evidenziato l’ad durante la call con gli analisti, “i volumi sono in significativa crescita, grazie al rafforzamento della posizione competitiva seguita all’acquisizione delle 620 filiali di Ubi” la cui integrazione “con la chiusura dell’anno è avvenuta con successo”. Montani ha pure annunciato la possibilità di “un’operazione di derisking molto aggressiva”: “In sede di predisposizione del piano industriale a cui stiamo lavorando” si ragionerà sulla questione, ha spiegato notando che la crescita del livello di coperture sui crediti deteriorati – “aumentati in maniera molto decisa” lo scorso anno – assicurano a Bper “una larga flessibilità”.
BANCO BPM
Utili in forte rialzo anche per Banco Bpm che ha chiuso l’esercizio 2021 a quota 569 milioni a fronte dei 21 milioni del 2020. I proventi operativi sono aumentati dell’8,6% a 4.511 milioni e la gestione operativa del 15,9% a 1.995 milioni; in calo dal 58,5 al 55,8% il rapporto tra costi e ricavi. Sul fronte dei crediti deteriorati, lo scorso anno Banco Bpm ha proseguito la strategia di derisking che ha portato a una riduzione delle sofferenze lorde a 2,2 miliardi, rispetto ai 3,6 miliardi del 2020 e a una riduzione degli npl complessivi da 8,6 a 6,4 miliardi (-25,7%); l’npe ratio lordo è sceso dal 7,5% al 5,6%. E per il 2022 questi indicatori, secondo il gruppo, dovrebbero ulteriormente migliorare grazie all’attività di derisking prevista per un target di circa 1 miliardo. Segno più per gli impieghi netti core – ovvero mutui, finanziamenti, conti correnti e prestiti personali -, cresciuti dell’1,1% a 99,5 miliardi, per la raccolta diretta core, passata a 105 miliardi (+5,1%), e per quella gestita, a 65,3 miliardi (+9,6%). Il cda ha proposto un dividendo di 19 centesimi per azione per un monte complessivo di 287,9 milioni.
A Piazza Meda non si nasconde l’orgoglio per la performance realizzata: “Nel corso del 2021, nonostante il difficile quadro macroeconomico tuttora impattato dalla crisi sanitaria Covid-19, lo sforzo commerciale ed organizzativo del Gruppo ha consentito di registrare performance significative che hanno portato i risultati a livelli superiori a quelli pre-pandemici e consentono di mantenere una piena fiducia nel raggiungimento dei target previsti dal piano strategico”. E ancora: “Salvo significativi peggioramenti di scenario, la performance complessiva del gruppo nel 2022, potendo fare leva su risultati migliori delle attese registrati lo scorso anno, è prevista coerente con la tendenza delineata nel piano strategico e con i relativi target di medio periodo”.
Stesso tono da parte dell’ad, Giuseppe Castagna: “Siamo molto contenti di annunciare i migliori risultati dalla fusione, con un risultato adjusted di 710 milioni e un rote del 6,9%, che ci permettono di proporre all’assemblea degli azionisti un pay-out del 50%, ben al di sopra dei target del nostro piano strategico” ha detto in conference call con gli analisti rilevando che al momento esiste “spazio per un potenziale ulteriore aumento della remunerazione degli azionisti nell’orizzonte di piano”. Castagna ha allontanato le voci di un possibile coinvolgimento nel risiko bancario: “Siamo più concentrati sui nostri numeri e stiamo cercando di realizzare in modo soddisfacente i target del nostro piano industriale – ha affermato -. Non vediamo opportunità per altre fusioni per quanto ci riguarda ma siamo concentrati a realizzare buone performance e sostenere il prezzo delle nostre azioni, che sono ancora sottovalutate”.
BANCA POPOLARE DI SONDRIO
Numeri più bassi, ma ugualmente molto importanti, per un gruppo più piccolo ovvero Banca Popolare di Sondrio che ha archiviato lo scorso esercizio con l’utile netto migliore della sua storia e più che raddoppiato dall’anno precedente: 268,6 milioni con un Roe all’8,9%. In forte miglioramento il margine di interesse (+7,9%) e le commissioni nette (+13%). Nel 2021 la banca ha realizzato rettifiche su crediti per 134,4 milioni di euro e oneri per la stabilizzazione del sistema bancario per 43,1 milioni e ha proseguito a sostenere famiglie e imprese del territorio con erogazioni per 4,8 miliardi di cui circa 1 miliardo assistite da garanzia statale. Per Popolare di Sondrio lo scorso anno si è proseguito nel miglioramento dell’asset quality con l’npe ratio netto pari al 2,7% rispetto al 3,7% del 2020. Proposta la distribuzione di 5,2 milioni di dividendi in crescita rispetto ai 4,4 milioni dell’anno precedente.
Soddisfatto pure il consigliere delegato e direttore generale, Mario Alberto Pedranzini: “Il gruppo vanta oggi una posizione di capitale solida e un modello di business che, come i risultati dimostrano, si conferma particolarmente resiliente e orientato a generare valore in modo sostenibile nel lungo termine” ha detto evidenziando pure che, “in una fase come quella attuale di rilancio per il nostro Paese, la banca si sta impegnando al massimo per continuare a essere un partner affidabile per far sì che le risorse pubbliche, in primis quelle afferenti al Pnrr, imprimano un’accelerazione alla crescita, ridando fiducia e slancio a famiglie e imprese, compatibilmente con l’evoluzione del quadro macroeconomico, positiva ma non priva di incertezze”.
Nella nota di commento ai conti Pedranzini ha parlato anche del nuovo Piano industriale “che presenteremo al mercato a fine marzo per condividere con i nostri azionisti il percorso atteso negli anni a venire”. “Posso affermare fin da adesso – ha aggiunto – che le strategie di sviluppo in corso di finalizzazione, oltre a essere coerenti con i valori che ci hanno ispirato nella nostra lunga storia, confermeranno per il prossimo triennio la capacità del nostro gruppo di ricambiare adeguatamente la fiducia accordata da depositanti e investitori, con l’obiettivo di innovare, curare la crescita delle risorse umane, creare valore per tutti gli stakeholder”.