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Deglobalizzazione

Perché la mancanza di container potrebbe infiammare l’inflazione

La carenza globale di container sta generando un'impennata dei costi di importazione ed esportazione delle merci a causa delle maggiori richieste dovute alla pandemia

 

La carenza globale di container marittimi sta provocando un’impennata dei costi di importazione ed esportazione delle merci che a sua volta si sta ripercuotendo sulle imprese e, a cascata, sui consumatori. Il motivo della mancanza di container è da imputare a uno spostamento dai servizi alle merci da parte degli utenti causato a sua volta dalle restrizioni imposte dai governi per cercare di arginare la diffusione del coronavirus.

Ciò, ha portato a un aumento dei prezzi del 165% nell’ultimo anno. E tra l’inizio di gennaio 2021 e il 5 febbraio, i prezzi dei container sono aumentati del 63% sul Freightos Baltic Index, che traccia i prezzi globali di questo particolare bene.

AZIENDE BRITANNICHE LE PIU’ COLPITE ANCHE PER VIA DELLA BREXIT

Le aziende britanniche che lottano per affrontare la pandemia e i problemi doganali causati dalla Brexit sono tra le più colpite. I forti aumenti di prezzo minacciano a loro volta di far salire i costi dei beni degli acquirenti, hanno sottolineato a Politico.eu i rappresentanti delle imprese.

STABILIZZAZIONE DEI PREZZI DOPO IL CAPODANNO CINESE

Gli esperti prevedono una certa stabilità dei prezzi dopo il Capodanno cinese che si sta tenendo in questi giorni, mentre le imprese di spedizione in Asia stanno lavorando durante le vacanze per risolvere il problema dei prezzi globali. Come se non bastasse, i prezzi per trasportare merci nel Regno Unito da Francia e Germania – due dei maggiori partner commerciali della Gran Bretagna in Europa – sono aumentati rispettivamente del 50,5% e del 31% nel gennaio 2021 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, secondo i nuovi dati di Tim Consult Transport Market Monitor.

CARENZA GLOBALE DI CONTAINER

L’impennata dei prezzi, evidenzia Politico.eu, è guidata da una carenza globale di container. Si stima che ci siano più di 170 milioni di container nel mondo. E si stima che ci siano stati 226 milioni di viaggi effettuati dai contenitori standard nel 2019. Il numero complessivo è costantemente in movimento, dato che i container vengono riproposti per lo stoccaggio a terra, per negozi alla moda o per essere demoliti per la rottamazione. Ma per cercare la vera ragione dell’impennata dei prezzi dovuta alla carenza di container bisogna cercare la risposta nell’aumento della domanda di spedizioni durante la pandemia: le persone hanno acquistato mobili e tecnologia per i loro nuovi uffici ‘casalinghi’. Tutte queste richieste combinate con l’aumento della domanda di attrezzature mediche e di protezione personale sul sistema portuale globale “ha creato un collo di bottiglia”.

BRUCIARE LA MERCE RESA?

In questo contesto, il Regno Unito, anche a causa della Brexit, ha avuto la peggio tanto che alcuni rivenditori di abbigliamento britannici “stanno considerando di bruciare le scorte spedite nell’Ue che i clienti vogliono restituire perché è più economico che trasportarle indietro”, sottolinea Politico.eu.

AUMENTA IL TRASPORTO MERCI VIA TRENO TRA CINA ED EUROPA

In un tale contesto, è aumenta a dismisura il trasporto di merci via treno. Il numero di convogli tra Cina ed Europa ha raggiunto i 1.165 a gennaio, con un aumento del 66% su base annua. Secondo i dati del China State Railway Group si tratta del nono mese consecutivo di superamento di quota mille nella tratta: solo il mese scorso i treni merci hanno trasportato 109mila container, con un aumento del 73% rispetto all’anno precedente.

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