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Perché c’è (di nuovo) tensione nei trasporti marittimi

Sale ancora la tensione sui trasporti marittimi: il costo medio per un container da 40 piedi è cresciuto dell'8 per cento in una settimana. L'analisi di Sergio Giraldo per la newsletter Out.

Saranno gli attacchi degli Houti in Yemen, sarà che il canale di Panama lavora ancora a scarto ridotto, sarà che c’è aria di scioperi in Germania e negli USA, ma i trasporti commerciali marittimi sono di nuovo in tensione, con possibili riflessi sull’inflazione. Secondo Freightos, il costo medio globale per il trasporto via mare di un container da 40 piedi è salito a 4.446 dollari, +8% rispetto alla settimana precedente.

Il costo per la tratta Cina-West Coast americana è salito del 15% a 6.840 dollari, quello Cina-East Coast del 7% a 8.113 dollari, mentre per le tratte che interessano lo stretto di Suez si nota Cina-Europa del nord +8% a 7.001 dollari e Cina-Mediterraneo a +4% a 7.169 dollari.

Siamo lontani dai 20.000 dollari che si registrarono ai tempi del Covid, ma sono costi tre volte più alti di quelli che si registravano un anno fa.

L’allungamento delle rotte dall’Asia verso l’Europa, che comportano la circumnavigazione dell’Africa doppiando il Capo di Buona Speranza anziché utilizzare l’istmo di Suez, sta provocando un allungamento dei tempi di trasporto (+10/12 giorni) e dunque dei costi. Sono saliti anche i costi di assicurazione.

A complicare le cose ci sono i dazi annunciati da USA ed Ue, che spingono ad accelerare le consegne prima che scatti la tagliola (in Ue a novembre), e gli scioperi. Quelli annunciati negli USA a partire dal prossimo ottobre e quelli in atto in Germania mentre sono in corso le trattative sul rinnovo del contratto collettivo di lavoro. I sindacati hanno già indetto due scioperi nei giorni scorsi nei porti di Amburgo, Brema, Bremerhaven, Brake ed Emden. La trattativa è complessa: secondo il sindacato Vereinte Dienstleistungsgewerkschaft, l’Associazione degli operatori portuali tedeschi (ZDS) non ha risposto alle richieste di un aumento dei salari reali.

I sindacati chiedono un aumento della retribuzione oraria di 3 euro a partire dal 1° giugno, nonché un corrispondente aumento delle indennità per turni, compreso il recupero del mancato aumento delle indennità per turni nel contratto collettivo 2022, con una durata del contratto collettivo di 12 mesi.

I porti tedeschi, nel primo trimestre 2024, hanno movimentato 66,8 milioni di tonnellate di merci (-1,1% rispetto allo stesso periodo del 2023, ottava diminuzione trimestrale consecutiva). 39,9 milioni di tonnellate sono state sbarcate (-2,2%, settima diminuzione trimestrale consecutiva) e 26,9 milioni di tonnellate sono state imbarcate (+0,6%, inversione di tendenza dopo ben 9 trimestri di segni negativi).

Intanto Maersk ha deciso di interrompere i collegamenti diretti tra il porto di Danzica e l’Asia: dal prossimo gennaio le merci arriveranno a Danzica attraverso i porti tedeschi. Questo è il frutto dell’accordo stipulato tra il secondo armatore mondiale e il quinto, la tedesca Hapag-Lloyd. Ciò dovrebbe aumentare il traffico intercontinentale verso i porti tedeschi di Wilhelmshaven e Bremerhaven, mentre Danzica sarebbe fornita con navi più piccole (feeder). L’Unione europea, per chi se ne fosse dimenticato, si basa su “un’economia sociale di mercato fortemente competitiva”, secondo l’art. 3.3 del Trattato sull’Unione europea. Vale anche per la concorrenza tra porti.

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