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Mondelez Nord Europa

Perché il Nord Europa schifa Oreo e Toblerone?

Le compagnie aeree Sas e Norwegian Air, la Federazione calcistica norvegese e il gruppo ferroviario svedese SJ, insieme a molte altre società del Nord Europa stanno boicottando la multinazionale Usa Mondelez (che produce Oreo, Toblerone e altri snack e dolciumi) a causa dei suoi rapporti con la Russia. Anche Ikea non venderà più i suoi prodotti ma - pare - per altre ragioni. Tutti i dettagli

 

Da alcuni giorni molti marchi del Nord Europa stanno prendendo le distanze dalla multinazionale statunitense Mondelez International a causa della sua presenza in Russia.

L’ultimo in ordine cronologico è stato Ikea, che ha annunciato di voler eliminare gradualmente i prodotti dell’azienda produttrice di Oreo, Toblerone e altri snack e dolciumi, assicurando però che la sua scelta non si inserisce nel più ampio boicottaggio a cui stanno aderendo diverse compagnie svedesi e norvegesi.

I MARCHI CHE STANNO BOICOTTANDO MONDELEZ

Le compagnie aeree SAS, Norwegian Air e Wideroe, il gruppo ferroviario SJ, la catena alberghiera Strawberry, il rivenditore Elkjop, il gruppo navale Fjord Line e la Federazione calcistica norvegese Norges Fotballforbund sono stati tra coloro che hanno annunciato nei giorni scorsi che avrebbero smesso di vendere prodotti Mondelez.

Lo riferisce Reuters precisando che la multinazionale ha una forte presenza in Norvegia e Svezia attraverso i suoi produttori locali di cioccolato Freia e Marabou.

Già in aprile, si legge su Le Monde, era partita un’iniziativa di boicottaggio contro Absolut Vodka, di proprietà di Pernod Ricard, che aveva ripreso le esportazioni verso la Russia ma che ha immediatamente fatto marcia indietro.

LE MOTIVAZIONI DEL BOICOTTAGGIO

Le aziende scandinave hanno riferito che la loro decisione di interrompere le vendite di prodotti Mondelez si basa sull’annuncio dello scorso 25 maggio da parte dell’Agenzia nazionale ucraina per la prevenzione della corruzione di inserire in una blacklist – denominata “sponsor di guerra internazionali” – il produttore di snack e altri gruppi, tra cui anche il colosso Usa Procter & Gamble, la francese Yves Rocher, l’inglese Mondi e la cinese Geely.

Kyiv ha infatti criticato Mondelez per aver mantenuto le sue attività in Russia dopo l’invasione dell’Ucraina e secondo l’Agenzia, nel 2022, il colosso ha pagato 61 milioni di dollari di tasse a Mosca e realizzato 339 milioni di dollari di profitti nel Paese.

E IKEA COSA FA?

Il gigante svedese dell’arredamento, conosciuto in tutta Europa e oltre, ha ugualmente fatto sapere che eliminerà a poco a poco i prodotti di Mondelez dai suoi scaffali, tuttavia, ha voluto chiarire che la mossa non era in relazione al boicottaggio.

“Da alcuni anni l’azienda si concentra sui prodotti dolciari a marchio Ikea e ha sviluppato ulteriormente i propri”, ha dichiarato un portavoce di Ikea.

LA POSIZIONE UFFICIALE DI MONDELEZ SULLA RUSSIA

Sebbene alcune aziende occidentali abbiano venduto le loro attività in Russia dopo lo scoppio della guerra il 24 febbraio 2022, il gruppo – che è uno dei principali produttori alimentari al mondo e il numero uno nel mercato francese dei biscotti – in Russia ha tre stabilimenti che impiegano 3.000 persone, stando a Le Monde.

A metà giugno aveva dichiarato di aver ridotto le operazioni nel Paese e di avere in programma di renderla un’attività indipendente con una catena di approvvigionamento autosufficiente entro la fine dell’anno. Ha anche aggiunto di aver interrotto i nuovi investimenti di capitale, il lancio di prodotti e la spesa per la pubblicità nel Paese, oltre che di aver condannato “la brutale aggressione contro l’Ucraina”, a cui continua a inviare il proprio sostegno “con contributi in denaro e in natura”.

“Come risultato di queste azioni… i volumi complessivi sono diminuiti a due cifre e sia i nostri volumi di importazione che la nostra quota di mercato sono diminuiti in modo significativo”, ha dichiarato in un comunicato.

MA I NUMERI DICONO ALTRO…

Tuttavia, secondo Reuters che cita i dati doganali relativi al periodo compreso tra il 1° gennaio 2021 e il 31 marzo 2023, la multinazionale non solo ha continuato a operare in Russia ma ha addirittura incrementato le spedizioni di alcuni dei suoi prodotti nel Paese.

“Le spedizioni in Russia di prodotti con descrizioni che menzionano specificamente le tavolette di cioccolato Milka sono aumentate del 131% a 22,4 milioni di chilogrammi nell’anno successivo alla guerra […] rispetto ai 9,7 milioni di chilogrammi dei 12 mesi precedenti”, riferisce l’agenzia di stampa.

Inoltre, sempre nello stesso periodo, le spedizioni di tutti i prodotti Mondelez in Russia sono passate da 28,7 milioni di chilogrammi a 45 milioni di chilogrammi.

E secondo un documento di aprile della Securities and Exchange Commission (SEC) che fa riferimento ai primi tre mesi del 2023, finora l’attività russa di Mondelez è stata più redditizia negli ultimi mesi rispetto al passato perché l’azienda ha sospeso la pubblicità nel Paese, ha risparmiato sui costi e aumentato i prezzi.

TRATTAMENTO DI (S)FAVORE

In un’altra nota Mondelez ha affermato di non vendere prodotti di produzione russa in Norvegia e che le linee guida ufficiali dovrebbero essere basate su criteri oggettivi che trattino le aziende allo stesso modo. Vinzenz Gruber, presidente per la regione Europa della società, ritiene infatti che Mondelez sia stata “identificata e trattata in modo diverso” rispetto ai competitor che continuano a vendere cibo e bevande in Russia, come per esempio Nestlé.

“Mondelez International – riferisce l’azienda – rispetta tutte le decisioni politiche e le sanzioni e continuerà a considerare i necessari aggiustamenti alle operazioni per garantire la piena conformità”.

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