Un simile traffico di yacht nel Mediterraneo non si vedeva da un po’. Tra il recente Festival di Cannes e il Gran Premio di Monaco molti paperoni hanno dato da mesi il via alla stagione estiva all’insegna del lusso e del relax prediligendo Paesi come Francia, Grecia e Italia.
Dall’attore Leonardo Di Caprio, rintracciato prima vicino alla Costiera Amalfitana e poi al largo di Forte dei Marmi – dove una turista ha pure rischiato di annegare per provare a raggiungerlo – fino al padre di Amazon, Jeff Bezos, beccato sotto al sole di Portofino, passando per gli yacht degli oligarchi russi sequestrati, ecco quali sono, quanto valgono e dove sono state avvistate le imbarcazioni più sfarzose.
QUANTI YACHT CI SONO IN ITALIA (E NEL MEDITERRANEO)
“In questo momento ci sono più superyacht al largo delle coste italiane che in qualsiasi altra parte del mondo”. Ad affermarlo è Bloomberg che, insieme a IHS Markit e Genscape, ha raccolto i dati delle imbarcazioni in movimento o attraccate in giro per il mondo.
Secondo l’agenzia di stampa, “le 259 imbarcazioni che venerdì hanno fatto scalo al largo dell’Italia erano più del doppio di quelle contate tre mesi fa”. Da aprile, infatti, con la traversata dell’Atlantico, molti degli yacht hanno completato la migrazione annuale dagli Stati Uniti e dai Caraibi per dare inizio alla stagione nautica nel Mediterraneo.
Identificati, nel Golfo di Napoli, anche il Bravo Eugenia di 109 metri e del valore di 250 milioni di dollari, appartenente al miliardario statunitense Jerry Jones, e il Legend di 78 metri, costato 50 milioni di dollari a Eric Schmidt, ex ad e presidente di Google.
Ma non solo Italia. “Il numero di yacht – scrive Bloomberg – è in aumento in quasi tutti i paesi del Mediterraneo: la Grecia ne ospita 235, contro i 217 della Francia, i 150 della Spagna e i 94 della Turchia, mentre gli Stati Uniti sono scesi a 159”.
Come mostra la classifica elaborata dal quotidiano, negli ultimi tre mesi, gli yacht che hanno scelto l’Italia sono passati da 121 a 259 (+138), in Grecia da 177 a 235 (+58) e in Francia da 112 a 217 (+105). Perdono il favore, invece, Stati Uniti (-30), Bahamas (-13) ed Emirati Arabi Uniti (-17).
GLI YACHT PIÙ LUSSUOSI IN ACQUE ITALIANE E QUANTO COSTA MANTENERLI
Lo yacht più grande avvistato in acque italiane, riferisce l’agenzia di stampa, è stato la Golden Odyssey, l’imbarcazione di 123 metri messa all’asta nel 2022, dopo essere stata di proprietà del principe saudita Khaled bin Sultan al Saud.
Segue l’ex Lady Jorgia di 74 metri, appartenuto al miliardario canadese Patrick Dovigi e da febbraio passato con una trattativa interna alla società di intermediazione Edmiston. L’imbarcazione è stata costruita dall’azienda italiana CRN con sede ad Ancona e appartenente al Gruppo Ferretti.
In circostanze normali, scrive Bloomberg, il primo posto sarebbe spettato al Sailing Yacht A, che con i suoi 143 metri e un valore stimato di 450 milioni di euro è la barca a vela più grande del mondo. Tuttavia, quello che si ritiene appartenesse all’oligarca russo Andrey Igorevich Melnichenko, amico del presidente Vladimir Putin, con le sanzioni imposte al Paese per aver provocato la guerra in Ucraina, è ora di proprietà di un trust discrezionale.
La manutenzione di questo gioiellino – ancorato, in seguito al sequestro, da 15 mesi nel golfo di Trieste – costa 800mila euro al mese e ha un equipaggio di 20 persone che se ne prendono cura.
Ma chi paga?
GLI YACHT SEQUESTRATI E PAGATI DALLO STATO
A inizio anno, interrogandosi su quanto ci costa mantenere gli yacht sequestrati in acque italiane, SuperYacht24 citando il Corriere della sera scriveva che “solo il panfilo dell’oligarca russo Melnichenko ha già attivato una spesa di mantenimento per lo Stato di almeno 7 milioni euro”, arrivati negli ultimi mesi a 11-12 secondo Il Giornale.
Dietro al Sailing Yacht A, tuttavia, c’è una storia poco chiara. Mentre Guardia di Finanza e Agenzia del Demanio ritengono che un bene sequestrato non possa cambiare di proprietà – il che renderebbe lo yacht ancora legato all’oligarca – il trust in questione afferma di aver potuto impugnare il sequestro del bene davanti al Tar del Lazio in quanto “non iscritto nel registro delle società sottoposte a sanzioni dall’Ue”.
Nel frattempo, lo yacht non solo avrebbe cambiato quindi proprietario ma anche bandiera, passando dall’isola di Mann alla Sierra Leone.
La matassa da sciogliere è stata ora affidata alla Corte di giustizia dell’Unione europea.
Infine, stando al Giornale, in Liguria si trovano altri due yacht appartenenti ad altrettanti miliardari russi e sempre mantenuti dallo Stato. Si tratta del Lena di Gennady Timchenko, segnalato a Sanremo e del valore di 50 milioni di dollari e del Lady M di Alexey Mordashov a Imperia, il cui valore è di 65 milioni di dollari.