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Nuvole sul sogno di Shein di approdare a Wall Street?

Il colosso cinese del fast fashion Shein è cresciuto in modo esponenziale, ha superato H&M e (quasi) Zara per fatturato, TikTok, Instagram e Twitter per download (anche se per poco). Ma il suo debutto a Wall Street non è così scontato. Tutti i dettagli

 

Pur essendo aumentata la consapevolezza dei danni provocati dal fast fashion, il gigante cinese dell’abbigliamento Shein continua ad andare fortissimo tanto che, oltre ad avvicinarsi la possibilità di quotarsi a Wall Street, si appresta a superare H&M e tallona Zara, veterani del settore. Tuttavia, ci sono alcune difficoltà all’orizzonte.

LA CRESCITA ESPONENZIALE DI SHEIN

Come riporta Quartz, secondo una ricerca della US-China Economic and Security Review Commission, nel marzo 2020, Shein deteneva il 18% della quota di mercato statunitense nel fast fashion. Cifra, che nel giro di due anni, è salita al 40%.

A novembre 2022, l’e-tailer cinese di abbigliamento rappresentava il 50% di tutte le vendite di fast fashion, davanti a H&M (16%) e Zara (13%). Nel maggio 2022, negli Stati Uniti la sua app è stata per un breve periodo più scaricata di TikTok, Instagram e Twitter. E ad agosto ha annunciato di aver raggiunto 150 milioni di utenti.

I NUMERI DI SHEIN…

Sfruttamento, violazione della proprietà intellettuale e uso di scappatoie commerciali sono tutte accuse che sembrano non aver ancora sfiorato gli affari dell’azienda fondata nel 2008 a Nanchino, ma con sede a Singapore.

Secondo quanto riferito dal Wall Street Journal, l’anno scorso Shein ha riportato un fatturato di 23 miliardi di dollari, con un utile netto di 800 milioni di dollari. Tra i suoi obiettivi c’era quello di far crescere del 40% il proprio fatturato entro la fine di quest’anno e, stando a The Information, è salito a 24 miliardi di dollari nei primi nove mesi del 2023.

…CHE METTONO IN OMBRA ZARA ED H&M

Prima di Shein sono arrivati colossi come Zara ed H&M, che però non possono certo competere a livello di prezzi: sul sito cinese è infatti possibile acquistare magliette e vestiti a pochi euro. Una questione che sta mettendo in difficoltà i competitor e i numeri riportati da Quartz mostrano che il suo fatturato ha già superato quello della svedese H&M. Quest’ultima infatti, nel periodo di nove mesi compreso tra il 1° dicembre 2022 e il 31 agosto 2023, ha registrato 16,4 miliardi di dollari di ricavi netti e 8,2 miliardi di dollari di profitto lordo.

E anche a Inditex, gruppo spagnolo che possiede tra gli altri Zara, non va meglio: nei sei mesi dal 1° febbraio al 31 luglio di quest’anno ha registrato un fatturato di 18,3 miliardi di dollari e un utile lordo di 10,6 miliardi di dollari.

LE AMBIZIONI DI SHEIN

Ma Shein non è solo abbigliamento. Oltre alla recente acquisizione del brand inglese Missguided, il cui valore non è stato comunicato, l’azienda ha anche stretto una partnership con il rivenditore statunitense Forever 21 per la vendita incrociata di prodotti e l’utilizzo di negozi fisici per gli acquisti e i resi. Senza dimenticare che vende anche altri tipi di prodotti, tra cui quelli elettronici. Per Quartz è ancora lontana dal competere con Amazon, tuttavia, la velocità con cui si è espansa nel mercato statunitense in soli tre anni non è irrilevante.

Non stupisce, dunque, che Shein stia pensando di quotarsi alla Borsa di New York già il prossimo anno.

NUVOLE SULLA IPO?

Tuttavia, nonostante i risultati positivi, la strada sembra comunque in salita. L’ultima valutazione di Shein, riportata a maggio dal Wall Street Journal, è stata di 66 miliardi di dollari, un terzo in meno rispetto ai 100 miliardi dell’anno scorso.

Per una potenziale offerta pubblica iniziale (Ipo), l’azienda mira a risalire e raggiungere una valutazione tra gli 80 e i 90 miliardi di dollari, giudicato però da fonti citate da Bloomberg “un livello che supera di gran lunga la valutazione del gigante del fast-fashion nelle contrattazioni private”.

Le quote recentemente passate di mano sul mercato secondario, aggiunge il quotidiano economico, l’hanno valutata tra i 50 e i 60 miliardi di dollari e “sebbene la valutazione nelle contrattazioni private non rifletta necessariamente la valutazione effettiva dell’azienda, il divario sottolinea le preoccupazioni degli investitori per le sfide di Shein, che vanno dall’intensificarsi della concorrenza alle accuse di furto di copyright e al potenziale uso di lavoro forzato”. A cui bisogna aggiungere la volatilità del mercato.

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