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Non solo Generali. Cosa faranno le assicurazioni con i dividendi?

Assicurazioni in apprensione per le nuove direttive delle authority in materia di distruzione dei dividendi. Fatti, nomi, numeri e scenari. L'articolo di Emanuela Rossi

Il ritorno alla normalità post pandemia? Passa anche dalla distribuzione dei dividendi. A sancirlo è stato l’Ivass che, durante la recente presentazione della Relazione annuale, ha comunicato di non voler chiedere ulteriori strette alle cinte degli azionisti delle compagnie assicurative. Lo scorso anno, infatti, le società del settore avevano perlopiù seguito gli inviti dell’Eiopa, l’Autorità Ue, e dello stesso Istituto di Vigilanza, guidato dallo scorso febbraio da Federico Signorini al posto di Daniele Franco, passato a via XX Settembre, sede del dicastero dell’Economia, con l’arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi.

COS’È SUCCESSO NEL 2020

L’emergenza coronavirus ha aperto una riflessione all’interno delle assicurazioni che si preparavano a staccare la cedola per l’esercizio 2019. A indurle a ciò la sollecitazione da parte dell’Eiopa, l’Authority europea sulle compagnie assicurative, e la raccomandazione dell’Ivass che il 17 marzo 2020 ha inviato una lettera ai gruppi del settore per invitare alla prudenza nel pagamento delle cedole e della parte variabile degli emolumenti ai top manager. Peraltro la Vigilanza ha annunciato uno “stretto monitoraggio” dei comportamenti delle società. Ora però l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni ritiene che non sia necessario rinnovare il blocco, che lo scorso anno aveva evitato la distribuzione agli azionisti di circa 4,4 miliardi di euro.

COSA PENSA SIGNORINI (IVASS)

A richiamare l’attenzione sulla questione è stato, la scorsa settimana, il presidente dell’Ivass e direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, durante la sua prima presentazione della Relazione annuale dell’istituto. “La situazione è ora meno drammatica – ha detto -. Alla fine di settembre la raccomandazione europea cessa di avere effetto. A meno che la situazione economica, finanziaria e sanitaria non torni a peggiorare seriamente (una possibilità che non si può ancora escludere), non vediamo la necessità di reiterarla”. In merito ai dividendi, ha aggiunto, “emerge ancora una volta l’importanza di un’azione più coordinata” per evitare differenze come accaduto con Germania e in parte con la Francia dove sono state staccate le cedole a differenza di quanto accaduto in Italia.

COME SI SONO COMPORTATE LE COMPAGNIE ASSICURATIVE

Generali, la maggiore compagnia italiana, e fra le maggiori a livello continentale, non ha versato un centesimo lo scorso anno ma l’assemblea di pochi mesi ha approvato la proposta del board di distribuire un dividendo pari a 1,47 euro per azione, da pagare in due tranche da 1,01 e 0,46 euro. La prima è stata posta in pagamento a partire dal 26 maggio scorso e rappresenta il pay-out ordinario dall’utile 2020 mentre la seconda, relativa alla parte del dividendo 2019 non distribuita, sarà pagabile a far data dal 20 ottobre prossimo per un’erogazione massima complessiva di 2,315 miliardi di euro

Unipol ha optato per una soluzione mista: ha pagato il dividendo per i soci della controllata UnipolSai (0,16 euro  per azione) e invece ha spostato al 2021 lo stacco della cedola per i propri azionisti che però ci hanno guadagnato: il consiglio d’amministrazione ha infatti deciso di optare per un pagamento di 0,28 euro ad azione, superiore del 55% ai 18 centesimi del 2019. Da ricordare che Carlo Cimbri, dominus di Unipol, in questi mesi ha sempre rincuorato i soci dicendosi pronto a convocare un’assemblea per approvare la distribuzione di riserve di utili non appena si fossero presentate le condizioni.

Cedole in pagamento dal 6 maggio scorso – a 47 centesimi per azione – per Vittoria Assicurazioni e nessun dividendo, invece, per Cattolica Assicurazioni che nel 2020 ha messo a segno un utile di 36 milioni, dimezzato rispetto al 2019.

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