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Azimut

Non solo Azimut, chi inciampa sui crediti sanitari

Truffa su crediti sanitari da 1 miliardo, cinque indagati tra cui il broker Torzi. La posizione di Azimut

 

Caso Azimut e non solo su una cartolarizzazione di crediti sanitari.

Cinque indagati nell’inchiesta della Procura di Milano con al centro una presunta truffa da 1 miliardo di euro sui crediti sanitari.

L’indagine ha portato la Gdf a effettuare in questi giorni perquisizioni e acquisizioni in Banca Generali, parte lesa, e negli uffici di Azimut e Intermonte (che smentisce).

Nel mirino delle fiamme gialle la cartolarizzazione dei crediti ‘sanitari’ vantati nei confronti di Aziende Sanitarie Locali calabresi, campane e laziali. “Crediti, però inesigibili perché relativi a prestazioni effettuate fuori dal budget e, dunque, non rimborsabili dalle aziende sanitarie locali” riporta MF.

E nell’inchiesta risulta coinvolto anche il broker Gianluigi Torzi, già al centro di uno scandalo riguardante l’acquisto di un palazzo a Londra con denaro del Vaticano.

“In ordine alle notizie di stampa di questi giorni, riguardanti il mio asserito coinvolgimento in indagini relative a crediti sanitari, voglio dichiarare pubblicamente la mia estraneità rispetto ai fatti che in queste ore stanno riempiendo i media” ha dichiarato all’Ansa in una nota il broker. “La mia attività professionale non ha ad oggetto la cartolarizzazione di crediti sanitari” ha aggiunto Torzi.

Tra i cinque indagati, figura anche un manager di Azimut.

Tutti i dettagli.

FALSE CARTOLARIZZAZIONI DI CREDITI SANITARI

Secondo l’indagine della Procura, “le imprese, che presentavano anche criticità fiscali e economico-finanziarie, avrebbero venduto quei crediti al gruppo di Torzi che li avrebbe rimessi in circolo attraverso cartolarizzazioni singole e multiple con sottostante crediti sanitari falsi. Le emissioni sarebbero state sottoscritte da diversi investitori istituzionali quotati in borsa, tra cui Banca Generali e Azimut, che invece dei guadagni e del recupero del capitale impiegato con tanto di interessi, sarebbero rimasti danneggiati” riporta MF.

LA MOSSA DI BANCA GENERALI

Ma Banca Generali era corsa ai ripari. Nell’estate del 2021 la banca aveva accantonato 80 milioni di euro su cartolarizzazioni collocate al pubblico finale costruite con questa logica e che aveva poi riacquistato dai clienti. “I reati ipotizzati a vario titolo dalla Procura di Milano sono associazione per delinquere, truffa e corruzione tra privati, reato quest’ultimo contestato anche a un manager di Azimiut in concorso con Torzi”, sottolinea MF.

BANCA GENERALI PARTE LESA, LA POSIZIONE DI INTERMONTE

“Banca Generali è parte lesa, Intermonte, come specifica una nota odierna, ha “svolto esclusivamente un ruolo di agente per la consegna dei titoli in una delle operazioni oggetto di indagine”. Operando quindi da back office, senza investire nelle cartolarizzazioni che, agli occhi degli inquirenti, si sono rivelate una possibile truffa” segnala oggi MF.

E QUELLA DI AZIMUT

Dunque pare che anche Azimut figuri quale parte lesa.

“In merito alle recenti illazioni di stampa relative a un’indagine su crediti cartolarizzati che vedrebbe Azimut come parte offesa escludiamo categoricamente il coinvolgimento di un nostro manager in questa vicenda”. Si legge in una nota il gruppo attivo nel risparmio gestito e incluso nel FTSE MIB. “Come gruppo quotato ci riserviamo di tutelare i nostri interessi nelle sedi opportune” ha aggiunto la società. “Poiché la vicenda non lo merita, confermiamo l’utile netto di oltre 600 milioni di euro realizzato nel 2021 che non prevede accantonamenti a riguardo (ovviamente come non ci sono negli esercizi precedenti)”.

TORZI TRA GLI INDAGATI NELL’INCHIESTA SUI CREDITI SANITARI

Tra i cinque indagati c’è anche il broker molisano Gianluigi Torzi.

Nel 2020 Torzi fu arrestato per il caso dell’acquisto di un palazzo a Londra con denaro del Vaticano. Sempre Torzi è  già indagato anche nel fascicolo sulla presunta truffa da 15 milioni di euro alla storica società di mutuo soccorso ‘Cesare Pozzo’ (da cui nasce questo nuovo filone). Il broker è accusato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e corruzione tra privati, riporta l’Ansa.

LA SMENTITA DI INTERMONTE

Con riferimento alle indiscrezioni di stampa relative all’indagine su operazioni di vendita di obbligazioni con sottostanti crediti sanitari effettuate da Gianluigi Torzi (riportate anche ieri da Il Fatto Quotidiano nell’articolo “Torzi, finti crediti venduti ad Azimut, BG e Intermonte”), Intermonte smentisce “di aver investito, promosso o sollecitato l’investimento in tali obbligazioni, avendo svolto esclusivamente un ruolo di agente per la consegna dei titoli in una delle operazioni oggetto di indagine”.

LA POSIZIONE DI TORZI

Ma Torzi si dichiara estraneo alla vicenda.

“Ho partecipato a sporadiche operazioni di cartolarizzazione che tra l’altro complessivamente avevano entità economiche di molto inferiori rispetto a quelle apparse sui quotidiani nazionali” spiega Torzi. “Tali operazioni venivano strutturate da studi legali di caratura internazionale e venivano sottoposte al costante vaglio degli Organi competenti”. E aggiunge: “Non può essere un caso che, di cinque soggetti indagati, l’unico nome che viene sbandierato per dare clamore ad una notizia che di rilevante non ha nulla (ricordiamoci che si tratta di una ipotesi investigativa che la Procura dovrà accertare e che, all’esito delle indagini, sono sicuro porterà ad un ripensamento degli inquirenti) sia proprio il mio. Questa modalità di comunicazione non è più tollerabile ed ho l’obbligo di tutelare l’onorabilità della mia persona e della mia famiglia”.

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