skip to Main Content

Profumo Leonardo Colombia D'alema

Leonardo, ecco piani e sorprese di Profumo su Usa e Cina

Dal futuro delle relazioni transatlantiche al decoupling dalla Cina, fino alle prospettive del settore difesa in Europa. Ecco cosa ha detto Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo, in una intervista per il think tank americano Atlantic Council

 

C’è un “cambio di mentalità” europeo sulla difesa.

Lo ha detto Alessandro Profumo l’amministratore delegato di Leonardo, colosso dell’aerospazio e della difesa, nel corso di una recente intervista con il think tank Atlantic Council di Washington.

I Paesi europei sono diventati molto più disposti a investire nella difesa e nella sicurezza sulla scia della guerra in Ucraina. “Il che è incredibilmente importante”, ha affermato il numero uno del gruppo Leonardo.

Il settore della difesa in Europa è cresciuto di importanza dallo scoppio della guerra in Ucraina. E questo cambio di approccio si è visto anche alla Conferenza sulla Sicurezza (MSC) di Monaco di Baviera, ha evidenziato il numero uno di Leonardo.

Dopodiché Profumo ha ricordato l’ottima collaborazione con gli Stati Uniti nel mercato della difesa, auspicando tuttavia un mercato “più aperto”. E a proposito della sfida cinese l’ad di Leonardo ha osservato che il “decoupling” completo da Pechino non è possibile.

Tutti i dettagli.

I PAESI HANNO CAMBIATO APPROCCIO NELLA SPESA PER LA DIFESA

Se “alcuni anni fa” la spesa per la difesa incontrava resistenze sociali e politiche, ora “tutti i Paesi europei” sono impegnati a rispettare l’obiettivo Nato di arrivare a spendere almeno il 2% del Pil per il settore, ha illustrato Alessandro Profumo.

A questo proposito, ha evidenziato che l’approccio diverso dell’Europa al settore è stato per esempio confermato dalla decisione tedesca di alzare la spesa in difesa fino al 2% del Pil.

NECESSARIA PROSPETTIVA A LUNGO TERMINE

Ma oltre all’aumento della spesa militare, Profumo ha ribadito la necessità di garantire un’ottica di lungo periodo al settore Difesa, senza farsi distrarre dalle vicende di breve.

“Abbiamo bisogno di una prospettiva di lungo termine nell’industria della difesa, c’è bisogno di stabilità”, ha sottolineato il numero di Leonardo. “Abbiamo bisogno di ordini, perché l’industria della difesa non produce per i depositi, anche per motivi di sicurezza. È anche importante non confondere questioni immediate con quelle a lungo periodo. Avere una prospettiva di lungo periodo è fondamentale. Dove e come investire, come cooperare nelle nuove tecnologie, anche su base transatlantica”, ha aggiunto Profumo.

TECNOLOGIE EMERGENTI DAL SETTORE CIVILE MA NON SOLO

A Matthew Kroenig, senior director of the Atlantic Council’s Scowcroft Center for Strategy and Security, che ricordava come prima il Pentagono era depositario di innovazione tecnologica mentre negli ultimi tempi l’innovazione arriva principalmente dal settore privato (come la Silicon Valley), Alessandro Profumo ha sottolineato: “Dobbiamo considerare che ci sono alcune aree del progresso tecnologico in cui il mondo civile è più avanzato, tipicamente intelligenza artificiale, big data, simulazione, digital twin che sono assolutamente rilevanti per il nostro settore”.

“Ma ci sono minacce come le armi ipersoniche che non sono civili, ma dobbiamo investire su di esse come industria”, ha rimarcato l’ad di Leonardo.

PROFUMO: FORTE LEGAME DI LEONARDO CON GLI USA

Per quanto riguarda il mercato americano, Leonardo ha tre modi di cooperare nel settore, ha osservato Alessandro Profumo.

“Il primo è essere americano nel mercato americano: l’esempio è Leonardo Drs, controllata da Leonardo, che lavora con il Pentagono. Dato il ruolo strategico di Drs, le sue attività sono state schermate con la proxy. [L’ex Finmeccanica non può dare indicazioni al management, che è americano e indipendente dal padrone italiano (ma non dal Pentagono) ricordava qualche anno fa il Sole 24 Ore]. Questo è molto positivo, si discute molto in Italia se sia positivo o meno e io sono convinto sia positivo perché ci permette di partecipare in qualsiasi programma classificato”. (qui e qui gli approfondimenti di Start Magazine sulla governance di Leonardo Drs)

“Il secondo modo è vendere gli asset europei ai sistemi di difesa americani”, ha spiegato Profumo e cita l’elicottero MH-139A e l’elicottero AW119, quest’ultimo per elisoccorso con certificazione IFR emessa dalla FAA americana. Proprio la scorsa estate Leonardo e Boeing hanno consegnato i primi quattro elicotteri MH-139A Grey Wolf alla U.S. Air Force.

“Il terzo modo di cooperare è in Italia: abbiamo la Faco di Cameri per gli F-35, di cui produciamo anche le ali”, ha ricordato l’ad di Leonardo.

A questo proposito, si rammenta che la struttura gestita da Leonardo a Cameri è l’unico sito di assemblaggio e checkout finale per gli F-35 in Europa. Si tratta di un sito tri-funzionale (produzione delle ali, assemblaggio velivoli – Final Assembly and Check out e MRO&U) dove vengono effettuate le attività di manutenzione, riparazione, revisione e aggiornamento degli F-35 della regione euro-mediterranea. La struttura è responsabile dell’assemblaggio degli F-35A/B dell’Aeronautica Militare Italiana e della Marina Militare Italiana, nonché dei velivoli per le forze aeree olandesi. L’Italia è partner di livello 2 del programma F-35 Joint Strike Fighter con l’impegno di acquistare 90 F-35 (ridotti nel 2012 dagli iniziali 131).

Tutto ciò evidenzia che è “possibile avere una forte cooperazione” con gli Stati Uniti, ha assicurato Profumo.

PROCUREMENT AMERICANO PIÙ APERTO AD ALLEATI E PARTNER

A questo proposito, il numero uno di Leonardo suggerisce però una maggiore apertura del mercato americano “all’interno di un sistema di alleati e partner like minded”, considerando i rischi di un eccessivo protezionismo.

PER PROFUMO (LEONARDO) IL DECOUPLING COMPLETO DALLA CINA NON È POSSIBILE

Infine, sulla sfida della Cina e sulla possibilità per l’Occidente di sganciare la propria economia da quella di Pechino, il numero uno di Leonardo spiega che “Il decoupling completo dalla Cina non è possibile. Dobbiamo gestire il decoupling selettivo. È importante in ogni situazione diversificare le fonti di fornitori per garantire la sopravvivenza, qualunque cosa accada”, ha concluso Alessandro Profumo.

Back To Top