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Prelios

Ecco come Salvini e Meloni bisticciano pure su Ion, Prelios e Golden power

La Lega di Salvini si schiera a favore del gruppo Ion nel dossier Prelios. A differenza di Palazzo Chigi… Fatti e approfondimenti.

Tensioni Salvini-Meloni anche su Prelios preda del gruppo Ion di Pignataro. Ecco tutti i dettagli.

LEGA PRO ION-PRELIOS

La Lega chiede notizie sulla possibile attivazione del golden power per l’acquisizione di Prelios da parte del gruppo Ion del finanziere bolognese, con residenza a Londra, Andrea Pignataro. Giulio Centemero, deputato del Carroccio che siede in commissione Finanze, ha annunciato su X che “in seguito a notizie di stampa relative al possibile utilizzo del #GoldenPower sul deal Ion-Prelios, come gruppo @LegaSalvini in Commissione Finanze alla Camera abbiamo depositato un’interrogazione al Governo per chiedere chiarimenti”. Una presa di posizione chiara: la Lega di fatto così appoggia Pignataro che con Ion punta a Prelios. Il finanziere, peraltro, avrebbe anche incontrato l’attuale ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, già quando Giorgetti era titolare dl Mise.

Nell’interrogazione il partito di Matteo Salvini chiede “se sia fondata la notizia relativa all’eventuale attivazione del golden power rispetto all’operazione societaria di cui in premessa e, in caso di conferma, quali siano le ragioni a essa sottese”. Una domanda implicitamente critica rispetto alle informazioni degli scorsi giorni di Bloomberg secondo cui la presidenza del Consiglio sta valutando l’operazione di Ion con Prelios ai fini del Golden power. Con un ok implicito a quello che in ambienti del Carroccio viene ribattezzato il progetto di una “Refinitiv italiana”.

IL PROGETTO SU PRELIOS

La procedura di acquisizione di Prelios, società di gestione e servizi immobiliari presieduta da Fabrizio Palenzona e posseduta dal fondo americano Davidson Kemper Capital Management, da parte di Ion Investment Group, vale nel complesso 1,35 miliardi di euro (di cui 600 milioni a debito). Come evidenziato nell’interrogazione, che cita fonti di stampa (Verità&Affari e Bloomberg, rispettivamente del 16 gennaio e del 24 gennaio scorsi), l’acquisto e l’integrazione di Prelios dovrebbe essere analoga a precedenti operazioni portate a termine dal gruppo di Pignataro in Italia, “assicurando la continuità del management aziendale e degli investimenti sul mercato”

L’11 agosto scorso un comunicato ufficiale di 47 righe aveva dato l’annuncio dell’accordo su Prelios, ovvero il più importante affare del 2023 in Italia nei servizi finanziari. Cinque righe di nota stampa: Davidson Kempner (il fondo venditore) “annuncia di aver sottoscritto un accordo vincolante con X3 Group, controllata da Ion, per la cessione di Prelios. Il perfezionamento dell’operazione è soggetto all’autorizzazione da parte delle autorità competenti”.

Secondo Verità&Affari l’operazione “ha già ottenuto il via libera dell’Antitrust e attende, oltre al governo, anche il via libera di Bankitalia”. Il closing sarebbe atteso entro il prossimo mese di marzo.

LE PASSATE ACQUISIZIONI

Occorre ricordare che negli ultimi anni il gruppo Ion, nato nel 1999, è stato molto arrivo nel nostro Paese, realizzando varie operazioni societarie sul mercato italiano. Nel 2021 ha acquisito Cedacri S.p.A., principale società italiana nei servizi di outsourcing per il settore bancario, e Cerved Group S.p.A., azienda che eroga servizi di credit information e credit management. Più recentemente, nell’ambito del riassetto azionario della Cassa di Risparmio di Volterra, Ion Investment Group ha acquistato il 32% del capitale sociale dell’istituto di credito toscano, che – si evidenzia nell’interrogazione – ha così aumentato il proprio patrimonio societario da 72,3 a 101,4 milioni di euro

L’APPOGGIO DI PALENZONA NELL’AFFAIRE

In tutto questo occorre ricordare che Palenzona sarebbe dalla parte di Pignataro. Il sito Dagospia ha scritto pure che nel periodo delle festività natalizie il presidente di Prelios sarebbe stato ospite proprio del finanziere bolognese a Canouan, un’isola dei Caraibi che fa parte dello stato di St. Vincent e Grenadine.

Inoltre, nel report si sottolineava come appaia strano che Palazzo Chigi, pare su spinta del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, “possa intervenire, considerando Prelios un’azienda strategica per il Paese”. Infatti il gruppo gestisce immobili e crediti deteriorati, ha piattaforme di analisi del rischio immobiliare, “ma sembra molto lontano dai quei settori cruciali per la sicurezza dello Stato su cui in genere si può invocare il potere ‘dorato’”.

Peraltro, Pignataro ha già acquisito Cerved, che si occupa di informazioni commerciali, gestioni e recupero crediti, e nessuno del Governo – in quel frangente – si è mostrato scettico.

I BUSINESS DI PIGNATARO

Di certo gli affari di Pignataro non passano inosservati. Il bilancio 2022 di Ion Investment Capital, approvato il 10 novembre 2023, riferisce di oltre 20 miliardi di asset, 359 milioni di dividendi incassati e 958 milioni di plusvalenze non realizzate sugli investimenti. “Non ci sono praticamente debiti – scrive Verità&Affari -: i finanziamenti per l’aggressiva campagna di acquisizioni sono nelle varie subholding che hanno realizzato l’investimento”. Della galassia Pignataro fanno parte 380 società con sede tra Lussemburgo, Irlanda, Isole del Canale e poi a cascata nei vari Paesi dove vengono realizzati gli investimenti. Sopra a Ion Investment Capital c’è un’altra società lussemburghese, la Itt sàrl.

Quale sia l’iter di queste operazioni lo ha spiegato Mario Gerevini sul Corriere della Sera prendendo ad esempio proprio l’operazione Prelios per la quale si utilizza il veicolo italiano X3G Mergeco che è controllato dalla X3G Bidco (tutte irlandesi da qui) che è controllata da X3G Finance che è controllata da X3G Investment che è controllata da Fermion Finance che è controllata da Ion Capital Partners che è controllata da Ion Investment Corporation (in Lussemburgo) che fa capo a Itt sarl che fa capo a Bessel Capital che è controllata da Pignataro. Lo snodo dove si incrociano gli investimenti italiani, banche comprese, è l’irlandese Fermion. L’85,7% del capitale di Fermion è in mano a Ion, poi segue il fondo sovrano di Singapore Gic con il 10%, storico partner, e la milanese Serfis della famiglia Strazzera, Nanni Bassani Antivari (famiglia degli yacht Wally, ex proprietaria della BTicino), Kenneth Schiciano, senior advisor di Ta Associates e i top manager del gruppo Luca Peyrano e Kunal Gullapalli. Fermion non presenta bilanci dal 2020, altre società sono invece ferme al 2021 (come è consentito dalle norme vigenti in Irlanda e in Lussemburgo).

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