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Corriere Della Sera

Il Corriere della sera incarta Ion di Pignataro sull’acquisto di Prelios

Ecco come il Corriere della sera, nell'inserto L'Economia, stimmatizza il gruppo Ion fondato da Andrea Pignataro sull'operazione Prelios e non solo

Gruppo Ion e acquisto di Prelios: ecco un breve estratto di un lungo articolo di Mario Gerevini su L’Economia del Corriere della sera

L’11 agosto scorso un comunicato ufficiale di 47 righe dava l’annuncio dell’accordo su Prelios (asset management, credit servicing, servizi immobiliari). Si tratta del più importante affare del 2023 in Italia nei servizi finanziari

Cinque righe per l’operazione in sé: Davidson Kempner (il fondo venditore) “annuncia di aver sottoscritto un accordo vincolante con X3 Group, controllata da Ion, per la cessione di Prelios. Il perfezionamento dell’operazione è soggetto all’autorizzazione da parte delle autorità competenti”.

L’aspetto surreale è che il doppio dello spazio era dedicato all’elenco degli advisor legali e finanziari, compresi quelli dell’acquirente “X3”. Che però non esiste.

Il veicolo che ha firmato l’accordo si chiama X3G Mergeco spa ed è quello che tecnicamente tirerà fuori 1,35 miliardi (600 a debito). L’operazione non è chiusa perché mancano i via libera di Antitrust, Bankitalia e – a quanto risulta – anche Presidenza del Consiglio dei ministri per i poteri speciali legati al golden power, il che dà l’idea di quanto Ion sia esposta a interessi pubblici e non solo a quelli “captive” del B2B.

Il closing è atteso tra dicembre e gennaio. Intanto Ion si è portata avanti: sul sito web, dove non c’è nemmeno un dato di bilancio di una delle 380 società del gruppo, ha già piazzato Prelios tra le aziende in portafoglio.

Come realizza l’operazione Pignataro? Ma è semplicissimo: utilizza il veicolo italiano X3G Mergeco che è controllato dalla X3G Bidco (tutte irlandesi da qui) che è controllata da X3G Finance che è controllata da X3G Investment che è controllata da Fermion Finance che è controllata da Ion Capital Partners che è controllata da Ion Investment Corporation (siamo in Lussemburgo) che fa capo a Itt sarl che fa capo a Bessel Cpaital che finalmente è controllata da Andrea Pignataro. Lo snodo dove si incrociano gli investimenti italiani, banche comprese, è l’irlandese Fermion.

Qui troviamo una piccola pattuglia di soci che affianca l’85,7% in mano a Ion: il fondo sovrano di Singapore Gic con il 10%, storico partner, e poi la milanese Serfis della famiglia Strazzera, Nanni Bassani Antivari (famiglia degli yacht Wally, ex proprietaria della BTicino), Kenneth Schiciano, senior advisor di Ta Associates e i top manager del gruppo Luca Peyrano e Kunal Gullapalli. Questa holding di investimento, per quanto centrale, non presenta bilanci dal 2020, molte altre sono ferme al 2021, del resto le norme in Irlanda e Lussemburgo lo consentono. Da Ion però fanno notare che le società di investimento che emettono i bond e che sono a diretto contatto con gli investitori, rispettano puntualmente le scadenze e forniscono anche risultati trimestrali. Sono cinque o sei su 380.

Ad oggi non c’è traccia del bilancio 2022 della Ion Investment Corporation che controlla le cinque piattaforme di investimento compresa la Ion Capital Partners, “mamma” delle attività italiane. I conti di quest’ultima sono fermi al bilancio 2021, approvato nel gennaio 2023 e certificato da Ey nel febbraio 2023 che è come lavarsi le mani di quel che, eventualmente, può essere successo nei 13 mesi “scoperti”.

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