Mercoledì 1 marzo il governo ha approvato un decreto ministeriale per esercitare il “golden power” per porre condizioni all’ingresso dei fondi di investimento statunitensi Kohlberg Kravis Roberts (KKR) e Global Infrastructure Partners (GIP) nella joint venture con Vodafone che controlla Vantage Towers, dove il gruppo britannico ha fatto confluire le torri tlc.
COS’È IL GOLDEN POWER
Con “golden power” si intendono quei poteri speciali a cui l’esecutivo può ricorrere per tutelare l’interesse nazionale nei settori strategici (le telecomunicazioni, in questo caso), ad esempio bloccando degli accordi o imponendo certe condizioni.
IL LEGAME TRA VANTAGE TOWERS E INWIT
Vantage Towers è un’azienda tedesca che si occupa di torri di trasmissioni, o torri per le telecomunicazioni. È rilevante per l’Italia perché Vantage Towers possiede il 33 per cento del capitale di Infrastrutture Wireless Italiane (INWIT), il principale operatore infrastrutturale per le telecomunicazioni wireless italiano.
COSA HA FATTO IL GOVERNO
Attraverso il “golden power”, il governo ha fissato vincoli all’ingresso di KKR e GIP nella joint venture con Vodafone (il gruppo ha sede a Londra, nel Regno Unito) che controlla Vantage Towers.
L’esercizio dei poteri speciali avverrà “sotto forma di prescrizioni”, similmente a quanto avvenne quando il fondo di private equity francese Ardian entrò in possesso di una quota del 30 per cento circa di INWIT.
In quel caso il governo aveva richiesto di venire informato preventivamente in caso di modifiche al capitale sociale e in caso – con un preavviso di sei mesi – di delocalizzazione di alcune torri per le telecomunicazioni. “Potrebbe essere così anche per Vantage Towers”, scrive Today.
LE MIRE DI KKR SULLA RETE TIM
Kkr è interessato non solo a Vantage Towers, ma anche alla rete di Tim.
Il mese scorso, infatti, il fondo americano ha presentato un’offerta non vincolante per l’acquisto di una quota (da definire) in una società (da costituire) che racchiuda il perimetro gestionale e infrastrutturale della rete fissa, compresi asset e attività di FiberCop (azienda del gruppo Tim che si occupa di infrastrutture di rete) e la partecipazione in Sparkle (società del gruppo Tim che si occupa di cavi sottomarini).
Secondo indiscrezioni riportate da Bloomberg, KKR valuterebbe queste attività per circa 20 miliardi di euro.
In un comunicato, il ministero delle Imprese e del made in Italy dichiarò che il governo “segue con attenzione l’offerta presentata dal fondo” per una quota nella nuova società costituenda di Tim, “azienda che oggi ha un ruolo cruciale nei servizi di telefonia, nella realizzazione della banda larga nel nostro paese e della infrastruttura del Polo strategico nazionale”.