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Wartsila

Chi comprerà Wartsila che lavora per Fincantieri?

È in corso il tavolo su Wartsila al ministero delle Imprese e del Made in Italy. L'azienda aggiornerà sulle offerte ricevute e il relativo piano industriale di sviluppo

 

Giornata decisiva quella di oggi per Wartsila, la società finlandese che lo scorso luglio ha annunciato la volontà di cessare l’attività produttiva nell’impianto di Bagnoli della Rosandra con conseguenti 450 esuberi per delocalizzare in Finlandia.

Il 18 aprile l’azienda è convocata al tavolo al Mimit per illustrare le proprie valutazioni sulle offerte ricevute e il relativo piano industriale di sviluppo.

Il 14 luglio 2022 la multinazionale finlandese ha annunciato infatti la volontà di cessare l’attività produttiva nell’impianto di Bagnoli della Rosandra (che fornisce motori a Fincantieri) con conseguenti 451 esuberi per delocalizzare in Finlandia.

Il 14 aprile sono scaduti i termini per la presentazione  all’advisor nominato da Wärtsilä, Piero Fossati, delle dichiarazioni di interesse dei soggetti disposti a subentrare nel colosso finlandese e a rilanciare le attività produttive.

E alta è anche l’attenzione del governo come sottolineato dalla stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Il governo cerca di creare condizioni favorevoli per la cessione e un rilancio sul piano produttivo e commerciale. Lo stabilimento di Bagnoli della Rosandra deve continuare l’attività produttiva e mantenere i livelli occupazionali.” aveva dichiarato Meloni in una recente intervista al Piccolo.

Tutti i dettagli.

LA VERTENZA WARTSILA

A seguito della mobilitazione dei lavoratori, lo scorso 29 novembre al Mimit si era raggiunta una prima intesa tra Wartsila, Regione Friuli Venezia Giulia e sindacati. Questa prevedeva il proseguimento delle attività nello stabilimento di Bagnoli fino al 30 settembre 2023, senza procedure di licenziamento. Allo stesso tempo impegna l’azienda e il governo ad avanzare progetti di re-industrializzazione del sito triestino, considerato strategico per il territorio nazionale.

Ma settembre è vicino e la domanda che resta è: e poi?

Chiuso lo stabilimento Wartsila di Bagnoli della Rosandra, i motori di Fincantieri saranno prodotti non più a Trieste ma in Finlandia con grave perdita di know-how, spiegavano il mese scorso i sindacati alle commissioni riunite Attività produttive e Lavoro della Camera sulla vertenza Wartsila.

Il colosso navale con sede a Trieste si avvale dei motori Wärtsilä. Tuttavia, nei mesi scorsi l’ad del gruppo navalmeccanico Folgiero aveva precisato che Fincantieri era pronto a tutto ma “come partner commerciale, come grande cliente, come compagno di viaggio nella ricerca e sviluppo. Tutto tranne “la produzione di motori” perché non abbiamo le licenze di produzione aveva replicato Folgiero, a chi gli chiedeva, a margine di una cerimonia a Trieste lo scorso autunno, se Fincantieri fosse interlocutore per rilevare lo stabilimento Wartsila.

LA POSIZIONE DEL GOVERNO MELONI

Dall’altro lato è attento il governo che considera il sito Wartsila di Trieste “strategico”. “Dobbiamo dunque guardare con attenzione al destino del sito industriale” aveva dichiarato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al Piccolo in un’intervista dello scorso 31 marzo. “Il governo cerca di creare condizioni favorevoli per la cessione e un rilancio sul piano produttivo e commerciale. Lo stabilimento di Bagnoli della Rosandra deve continuare l’attività produttiva e mantenere i livelli occupazionali. Noi siamo impegnati per trovare la soluzione” ha assicurato Meloni.

LE MANIFESTAZIONI DI INTERESSE PER L’ACQUISTO DEL SITO DI BAGNOLI

Secondo quanto riportato dall’Ansa lo scorso 14 aprile, sarebbero due le dichiarazioni di interesse giunte sul tavolo di Piero Fossati, l’advisor scelto dalla Wartsila, per individuare eventuali acquirenti dell’impianto triestino della multinazionale finlandese e gestirne il passaggio. Si tratterebbe, secondo le poche notizie trapelate, della giapponese Mitsubishi e degli austriaci del Christof Group, che supporta la costruzione di impianti industriali.

Per il Piccolo le due offerte pervenute all’advisor sono “dall’austriaca Christof e dalla lombarda H2Energy, della disponibilità ritirata di Imr e della decisione di Mitsubishi e Rheinmetall di parlare direttamente con il Mimit”. In particolare, la startup H2 Energy lavora nel settore dell’idrogeno e che conta per ora di soli 27 dipendenti.

Eppure secondo Rai News, “all’incontro del pomeriggio al ministero dello sviluppo economico potrebbero svelarsi ufficialmente i piani dei tedeschi di Rheinmetall e dei giapponesi di Mitsubishi”. Quest’ultime non hanno presentato offerte all’advisor ma avrebbero chiesto di parlare direttamente con il Mimit.

Tornando alla startup italiana H2Energy, “in caso avvenisse l’acquisizione, dovrebbe lavorare in tandem con Mistubishi. Le due opzioni più forti sono quelle slegate dall’iter voluto da Wartsila, ovvero i progetti strategici ad ampio respiro (e che prevedono corposi investimenti in un arco di tempo di almeno 5 anni) da parte di Rheinmetall per la costruzione di materiale bellico: un’opzione che però ha tempistiche che mal si collimano con quelle dei lavoratori, per cui il gruppo finlandese vorrebbe chiedere al governo i contratti di solidarietà già a partire dal mese di maggio” segnala Rai News.

Al momento, quel che è certo è l’obiettivo degli attori istituzionali: il mantenimento dell’occupazione a Bagnoli della Rosandra e il rilancio del sito produttivo.

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