Un tribunale di Hong Kong ha ordinato la liquidazione del gruppo cinese Evergrande, la società di sviluppo immobiliare più indebitata al mondo, con passività per oltre 300 miliardi di dollari.
Questo lunedì, prima che le contrattazioni venissero interrotte, la valutazione di Evergrande era di appena 275 milioni di dollari, il 99 per cento in meno rispetto al suo picco, ha scritto Bloomberg.
La società è in grosse difficoltà finanziarie da anni: nel dicembre 2021 ha fatto default su un’obbligazione in dollari e lo scorso agosto ha dovuto presentare un’istanza di fallimento negli Stati Uniti. Si teme che il suo collasso definitivo possa provocare un crollo del settore immobiliare cinese e di conseguenza una crisi profonda all’economia del paese, che peraltro già si trova in una fase di rallentamento. Il settore immobiliare rappresenta all’incirca il 30 per cento del prodotto interno lordo della Cina, ha scritto Foreign Policy.
EVERGRANDE TRA CINA E HONG KONG
Bloomberg ha spiegato che la liquidazione di Evergrande sarà un “banco di prova” della portata legale dei tribunali di Hong Kong (dove la società è quotata) in Cina (dove si trova la maggior parte, circa il 90 per cento, delle sue proprietà). Questo perché Hong Kong, pur facendo parte della Cina, gode ancora di una certa autonomia e possiede un sistema giuridico diverso: non è detto, dunque, che il governo di Pechino recepirà la sentenza del tribunale di Hong Kong.
Al di là di questo, il processo di liquidazione di Evergrande verrà seguito con grande attenzione anche dagli investitori globali, che hanno già ritirato somme miliardarie dalla Cina perché spaventati dal maggiore controllo statale sull’economia – un approccio voluto dal presidente Xi Jinping -, ritenendolo svantaggioso per i capitali stranieri.
Lance Jiang, esperto di ristrutturazioni presso Ashurst, ha detto a Bloomberg che “il mercato presterà molta attenzione a ciò che i liquidatori potranno fare dopo la loro nomina, in particolare se riusciranno a ottenere il riconoscimento da parte di uno dei tre tribunali designati della Repubblica popolare cinese. I liquidatori avranno poteri di esecuzione molto limitati sulle proprietà [di Evergrande, ndr] nella Cina continentale, se non riusciranno a ottenere tale riconoscimento”.
COSA ASPETTARSI
Secondo Gary Ng, economista presso Natixis, l’impatto macroeconomico della liquidazione di Evergrande “dovrebbe essere limitato, poiché è improbabile che la liquidazione in sé eserciti una maggiore pressione sul martoriato settore immobiliare” della Cina. “Tuttavia, peggiorerà il sentiment in quanto gli investitori saranno preoccupati di un effetto valanga su altri casi pendenti”.
Il mercato immobiliare cinese continua a dare segnali di affaticamento, nonostante le nuove misure di sostegno alla domanda introdotte dal governo. In Cina Evergrande continua parzialmente a operare, per volontà del Partito comunista, dedicandosi al completamento dei progetti immobiliari rimasti incompleti (il gruppo, peraltro, era solito vendere in anticipo case che non venivano mai ultimate).