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Starace

Ecco i conti di Enel lasciati da Starace (imbavagliato dal cda)

Nel primo trimestre del 2023 il debito di Enel cala a 58,9 miliardi, contro i 60 di fine 2022: il processo di dismissione asset continua. Intanto, il Mef (attraverso il cda) mette il bavaglio a Starace dopo l'appoggio implicito al fondo Covalis. Tutti i dettagli.

 

Ieri Enel ha diffuso i dati del primo trimestre del 2023. L’amministratore delegato uscente, Francesco Starace, ha parlato di “eccellenti risultati”, dovuti anche “ai significativi progressi nell’esecuzione del nostro piano di riposizionamento su Italia e altre geografie core, superando già la metà del target di 21 miliardi di euro di dismissioni annunciato in occasione della presentazione del Piano Strategico 2023-2025″.

LA VENDITA DEGLI ASSET

A fine 2022, infatti, la società aveva comunicato un indebitamento finanziario netto di 60 miliardi di euro, che intende ridurre attraverso la vendita di tutta una serie di attività in mercati non-chiave (come l’Argentina, il Perù o la Romania).

In totale, Enel dismetterà asset per 21 miliardi di euro in tutto. Le cessioni già chiuse ammontano a quasi 11 miliardi; nei prossimi mesi ne sono attese di nuove per 7,2 miliardi, riporta Il Sole 24 Ore.

Per la fine del 2023 la società vuole portare il proprio debito a 51-52 miliardi di euro.

I NUMERI DI ENEL NEL PRIMO TRIMESTRE 2023

Nel periodo gennaio-marzo 2023 il debito di Enel è sceso a 58,9 miliardi, ossia l’1,9 per cento in meno.

Sono calati, nel trimestre considerato, anche i ricavi: dai 34,1 miliardi di inizio 2022 a 26,4 miliardi, per effetto della discesa dei prezzi dell’energia. L’EBITDA ordinario (cioè il margine operativo lordo) è invece cresciuto, passando da 4,4 miliardi a 5,4 miliardi, e così il risultato netto ordinario del gruppo, da 1,4 miliardi a 1,5 miliardi.

Gli investimenti, a seguito della maggiore spesa nella generazione rinnovabile e nelle infrastrutture elettriche, sono aumentati del 13,4 per cento a 2,8 miliardi.

LE PREVISIONI PER IL RESTO DELL’ANNO

“Le ottime performance operative e finanziarie realizzate da Enel nel trimestre”, ha detto Starace, “forniscono una chiara visibilità sul resto dell’anno, permettendoci di confermare già da ora le guidance per il 2023 su EBITDA ordinario, Utile netto ordinario e indebitamento netto fornite ai mercati finanziari”.

LA MOSSA DI STARACE SGRADITA AL MEF

Starace è amministratore delegato di Enel dal 2014, ma il suo incarico è vicino alla fine: il 10 maggio si terrà l’assemblea ordinaria degli azionisti, durante la quale verrà rinnovato il consiglio di amministrazione della società. Il governo, attraverso il ministero dell’Economia – è il maggiore azionista di Enel, con una quota del 23,6 per cento – ha proposto Flavio Cattaneo come nuovo amministratore delegato e Paolo Scaroni come nuovo presidente, più quattro consiglieri.

Le nomine governative sono state contestate da un piccolo azionista (meno dell’1 per cento) ma di lungo corso, il fondo caymaniano Covalis Capital, guidato da Zach Mecelis.

– Leggi anche: Zach Mecelis, chi è (e cosa pensa) il capo del fondo Covalis che piroetta su Enel

In polemica con l’esecutivo, pur con qualche successivo ammorbidimento retorico, Mecelis ha proposto il banchiere Marco Mazzucchelli per il posto di presidente di Enel, al posto di Scaroni. Starace, non riconfermato dal governo Meloni alla testa di Enel, ha lanciato di fatto segnali non negativi verso Covalis Capital. Per restare ad? Non sembra uno scenario probabile, tuttavia.

LE PAROLE ESATTE DI STARACE AL SOLE 24 ORE

Intervistato dal Sole 24 il 1 maggio, Starace ha detto di pensare “che se, chiunque sarà il vincitore in questa contesa tra liste, abbia bisogno di una mano sono a disposizione. Ma sarebbe una cosa temporanea”.

“È la prima volta che accade una contesa tra liste in Enel”, aggiunse, “e in virtù del fatto che c’è questa contesa non ho potuto fare un passaggio di consegne con nessuno, perché non posso parlare con uno e non con l’altro. Se vince la lista presentata dall’esecutivo e ha bisogno di una mano per il passaggio di consegne sono a disposizione; se vince un’altra lista e ha bisogno di tempo per trovare il CEO non c’è problema […]. Sono a disposizione se qualcuno ha bisogno di mandare avanti temporaneamente la gestione dell’azienda, però all’interno di un limite temporale e di determinati paletti”.

IL CDA METTE IL BAVAGLIO A STARACE

Parole, quelle di Starace, che il governo sembrerebbe non aver gradito. In un comunicato diffuso ieri, il consiglio di amministrazione di Enel – dove il ministero dell’Economia ha un ruolo determinante – dice di aver “preso atto” delle dichiarazioni di Starace alla stampa. E delibera che, “al fine di preservare la neutralità della società rispetto alla nomina del nuovo consiglio di amministrazione” all’assemblea del 10 maggio, fino a questa data non dovranno venire “rilasciate in proposito, direttamente o indirettamente, interviste, dichiarazioni o comunque alcuna comunicazione da parte degli amministratori e/o del management della società”.

LA REMUNERAZIONE DI STARACE NEL 2022

Nel 2022 Starace ha ricevuto una remunerazione di 3,291 milioni, il 28 per cento in meno rispetto ai 4,580 milioni del 2021, per via del mancato raggiungimento degli obiettivi sull’utile netto ordinario consolidato e sul rapporto funds from operation/indebitamento finanziario netto.

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