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Enel

Enel venderà le batterie?

Per ridurre il proprio debito, che nel 2022 ha superato i 60 miliardi di euro, Enel pensa di vendere la sua unità dedicata alle batterie per lo stoccaggio: un'operazione da 2 miliardi. Intanto, si avvicina la fine di Starace.

 

Enel sta valutando di vendere la propria unità di business dedicata allo stoccaggio energetico (alle batterie, cioè) per ridurre il debito: lo scrive Bloomberg, citando fonti anonime.

OPERAZIONE DA 2 MILIARDI DI EURO

Stando alle informazioni in possesso dell’agenzia, pare che Enel abbia ricevuto delle offerte non vincolanti per l’acquisto di una quota dell’80 per cento dei suoi asset di stoccaggio energetico (le batterie), valutata intorno ai 2 miliardi di euro. Enel manterrebbe una quota del 20 per cento per non perdere la governance dell’unità.

GLI OBIETTIVI DI ENEL SUL DEBITO

Se l’accordo dovesse concludersi, i piani di Enel per la riduzione del debito riceverebbero un’accelerata. Enel ha già iniziato a vendere asset per 21 miliardi di euro proprio con l’obiettivo di tagliare il debito, che l’anno scorso ha raggiunto livelli record a seguito dell’espansione all’estero. Adesso si sta distaccando dall’America latina (Argentina, Perù) e dall’Europa orientale (Romania) per concentrarsi meglio su alcuni mercati chiave: l’Italia, dove ha investito 600 milioni per espandere la fabbrica di pannelli fotovoltaici di 3Sun, e gli Stati Uniti, dove costruirà un grosso stabilimento di dispositivi solari, rientrano tra questi.

Dalle dismissioni di asset, scrive Milano Finanza, Enel ha ottenuto finora circa 5,9 miliardi.

La società vuole portare il suo debito a 51-52 miliardi di euro entro la fine del 2023, rispetto ai 60 miliardi circa di fine 2022.

IN COSA CONSISTE IL BUSINESS SULLE BATTERIE

Bloomberg aggiunge che Enel ha iniziato a lavorare con i consulenti per la vendita del business dedicato allo stoccaggio, che ha attirato l’interesse di fondi che investono in infrastrutture. L’unità messa in vendita impiega su scala industriale delle batterie per immagazzinare l’energia prodotta dalle fonti rinnovabili intermittenti, come l’eolico e il solare, per poi immetterla eventualmente nella rete elettrica.

Dal 2019 al 2022 Enel Green Power, la società del gruppo dedicata alle fonti rinnovabili, ha stipulato contratti per la costruzione di impianti di stoccaggio da 3500 megawatt di capacità. quelli in funzione ammontano a 370 MW, e altri 2900 MW dovrebbero entrare in servizio entro il 2024 (la quota italiana vale 1700 MW).

CHE NE SARÀ DI STARACE

Entro metà aprile il governo di Giorgia Meloni dovrà nominare i nuovi vertici delle principali società a partecipazione statale, o rinnovare il mandato di quelli attualmente in carica. Il maggiore azionista di Enel è il ministero dell’Economia e delle finanze, con una quota del 23,6 per cento.

Stando alle indiscrezioni che circolano da tempo sui giornali italiani, è improbabile che Francesco Starace – amministratore delegato di Enel dal 2014 – venga confermato per un quarto mandato. Si vedrà. L’eventuale cambio al vertice della società non dovrebbe però ripercuotersi sui piani di vendita degli asset: o almeno così disse Starace al Sole 24 Ore lo scorso gennaio.

IL DEBITO DI ENEL

Starace è diventato amministratore delegato di Enel nel 2014. Da allora il debito della società è sempre aumentato, se si esclude una leggera diminuzione nel 2017 rispetto all’anno precedente, anche per rilevanti investimenti e acquisizioni della multinazionale italiana.

Nel 2013 il debito di Enel ammontava a 39,9 miliardi di euro. Nel 2014 è sceso a 37,4 miliardi, per poi salire a 37,5 (2015) e a 37,6 (2016). Nel 2017 è calato a 37,4 miliardi. Nel 2018 ha raggiunto i 41,1 miliardi e poi è sempre aumentato: 45,2 miliardi nel 2019; 45,4 nel 2020; 52 nel 2021; 60,1 nel 2022.

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Il grafico mostra l’evoluzione del debito di Enel negli anni. Via Bloomberg, su dati finanziari Enel.

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