Il gruppo bancario francese Credit Agricole conferma i vertici in Italia e si assesta puntando ad avere un ruolo ancora più incisivo: dopo la mossa su Bpm punterà anche a Mps?
Ecco fatti, rumors e scenari.
Iniziamo dalla notizia di ieri.
L’assemblea dei Soci di Credit Agricole Italia, riunitasi a Parma sotto la presidenza di Ariberto Fassati, ha approvato il bilancio 2021 nominando il nuovo consiglio di amministrazione e i componenti del Collegio Sindacale per il triennio 2022-2024.
Ariberto Fassati e Giampiero Maioli sono stati confermati rispettivamente Presidente e A ministratore Delegato e CEO dell’istituto.
Rinnovata la fiducia al vertice che ha portato Crédit Agricole Italia a diventare uno tra i più importanti player nel panorama italiano, sottolinea una nota del gruppo transalpino.
Confermati alla vicepresidenza anche l’imprenditrice Annalisa Sassi insieme a Xavier Musca, Deputy CEO di Crédit Agricole S.A.
In aggiunta al Presidente Ariberto Fassati, al Ceo Giampiero Maioli e ai vice Presidenti Xavier Musca e Annalisa Sassi, sono stati riconfermati in CdA i seguenti Amministratori: Evelina Christillin, Anna Maria Fellegara, Lamberto Frescobaldi, Nicolas Langevin, Hervé Le Floc’h, Michel Mathieu, Andrea Pontremoli.
A questi si aggiungono i nuovi Consiglieri Christine Gandon, Michel Le Masson, Gaëlle Regnard, Marco Stevanato.
Sono stati infine nominati anche i membri del Collegio Sindacale: il Presidente è Luigi Capitani, i sindaci effettivi sono Maria Ludovica Giovanardi, Francesca Michela Maurelli, Germano Montanari, Enrico Zanetti. I membri supplenti sono Alberto Guiotto e Chiara Perlini.
Ma gli occhi degli osservatori di cose bancarie e finanziarie, ma in verità anche politiche e istituzionali, sono concentrate su Banco Bpm e Mps. Vediamo perché.
Lo scorso 7 aprile, i francesi di Credit Agricole sono entrati in Banco Bpm con una quota rilevante, pari al 9,2% del capitale. La ratio di questa mossa, che ha colto di sorpresa quasi tutti i top banker, non è ancora chiara: non si sa, insomma, se la Banque Verte voglia salire ulteriormente in Piazza Meda, per arrivare al controllo, oppure – come scritto da Start Magazine – se ambisca a una partnership di lungo termine nelle polizze assicurative.
I vertici di Intesa Sanpaolo e Unicredit, oltre che larga parte del settore politico e dei Servizi, vede come fumo negli occhi l’avanzata del gruppo bancario francese in Italia.
Obiettivo di queste preoccupazioni? Evitare – ha rimarcato l’analista Francis Walsingham – la prospettiva di lasciare in mano ai francesi (che dal 2006 hanno già Bnl con Bnp e, con la stessa Credit Agricole, hanno conquistato a partire dal 2007, prima Cariparma, poi Friuladria, CariSpezia, sportelli ex CariVeneto e CariFirenze, poi le Casse di Risparmio di Rimini, Cesena e San Miniato e, recentemente, il Creval) un pezzo rilevante dell’industria bancaria tricolore: l’italianità del credito verrebbe quindi concretamente compromessa, temono alcuni banchieri.
Infatti, sulla base di alcun rumors che circolano soprattutto a Siena, c’è anche l’ipotesi di un interesse del Credit Agricole per Mps, un modo utile anche per il Tesoro per risolvere un dossier spinoso e al momento in un pantano della privatizzazione del Monte dei Paschi di Siena.
Ma lo scenario non è affatto gradito dalle maggiori banche italiane. Per questo – secondo Start Magazine – Intesa, Unicredit e Bper-Unipol si potrebbero sedere al tavolo del Ministero dell’Economia e offrire una soluzione per Mps, se il governo si impegnerà a non far ammainare il tricolore dall’istituto milanese Banco Bpm.