Gioie e dolori per Unipol. Ecco fatti, numeri, indiscrezioni e approfondimenti.
Utile a 555 milioni di euro, in rialzo del 6,8% dai 517 milioni dello stesso periodo del 2023. Raccolta diretta assicurativa a 8,2 miliardi (+10,4%) e combined ratio, l’indicatore della redditività della gestione tecnica, migliorato al 93,1% dal 97,5% del 2023.
Sono alcuni dei numeri salienti di Unipol che emergono dalla prima semestre del gruppo assicurativo bolognese che vede il 2024 in linea con i target del piano strategico, sottolinea Mf/Milano Finanza.
L’UTILE E LA RACCOLTA DI UNIPOL
Nel primo semestre Unipol ha raggiunto un utile netto consolidato di 555 milioni, cifra che però considera il contributo di Bper (partecipata al 24,6%) e della Popolare di Sondrio (al 19,7%) del solo primo trimestre. Il risultato ricalcolato sulla base delle semestrali diffuse di recente dalle due banche si attesta invece a 632 milioni. L’apporto dei due istituti prima delle imposte è di 121 milioni se considera il consolidamento alla fine del primo trimestre del 2024, mentre sale a 198 milioni includendo il secondo trimestre.
COME CORRE IL RAMO DANNI
La raccolta diretta assicurativa di Unipol è salita del 10,4% a 8,2 miliardi, di cui 4,6 miliardi nel danni (+7,8%) e 3,6 miliardi nel vita (+14%). Il primo dei due comparti è rimasto tonico anche nel 2024. Il risultato ante imposte del settore è aumentato a 508 milioni dai 448 milioni dei primi sei mesi del 2023. A spiccare è il contributo di UnipolSai: la compagnia incorporata da Unipol dopo un’opa da 1,1 miliardi ha registrato premi per 3,6 miliardi (+5,1%). Performance in crescita anche per UniSalute, che ha raccolto premi per 517 milioni (+27,7%), e per Linear (124 milioni, +18,3%).
RAMO BANCASSICURAZIONE
I rialzi a doppia cifra si sono estesi al canale della bancassicurazione attraverso Arca Assicurazioni (+18% a 158 milioni), così come positive sono state le performance di mobility (2,4 miliardi, +9,5%), property (1,3 miliardi, +1,3%) e welfare (900 milioni, +10,6%). Così i premi del comparto non auto sono saliti a 2,38 miliardi (+3,7%) mentre quelli dell’auto hanno toccato i 2,2 miliardi (+10,2%).
COSA SOTTOLINEA LA NOTA DI UNIPOL
«Nel semestre», spiega una nota, «si è registrato un miglioramento della sinistralità legato all’effetto delle azioni messe in campo sia nel comparto auto, tese a contenere la crescita del costo medio dei sinistri anche a seguito della revisione delle tabelle per la valutazione monetaria dei danni alle persone, sia nel comparto non auto, dove le azioni di riforma del portafoglio e rimodulazione tariffaria sono volte principalmente a contenere gli effetti dei cambiamenti climatici sui margini assicurativi».
RAMO VITA IN DIFFICOLTA’
Nel vita invece la raccolta diretta di Unipol è aumentata a 3,6 miliardi (+14%), ma il risultato ante imposte è sceso a 139 milioni dai 143 milioni dei primi sei mesi del 2023. «La produzione si è concentrata su prodotti tradizionali in una logica di ottimizzazione dei flussi netti delle gestioni separate», aggiunge la società nella nota.
«In questo contesto UnipolSai ha realizzato una raccolta diretta di 1,78 miliardi (-7,2% sul primo semestre 2023, che beneficiava dell’apporto straordinario di alcuni nuovi mandati su fondi pensione chiusi), mentre nel canale di bancassicurazione Arca Vita ha segnato una raccolta diretta di 1,78 miliardi (+48,2%)».
Anche il settore holding si è confermato sotto tono nonostante il contributo di Una, che ha registrato una crescita dei ricavi e un utile lordo di oltre 11 milioni. Non è bastato perché il risultato ante imposte del comparto è rimasto negativo per 12 milioni (-7 milioni al 30 giugno 2023) soprattutto a causa dell’assorbimento dei costi legati all’integrazione con UnipolSai.
COME VA IL SONVENCY RATIO
Sul fronte della solidità patrimoniale l’indice di solvibilità (il rapporto tra fondi propri e capitale richiesto) è salito al 221% dal precedente 215% )in generale la solvibilità del settore è al 276%). La redditività lorda del portafoglio degli investimenti finanziari assicurativi ha ottenuto invece un rendimento complessivo del 4% degli asset investiti (come nel primo semestre 2023), di cui un 3,6% da cedole e dividendi (3,5% nel giugno 2023).
Numeri nel primo semestre positivi, insomma, che hanno consentito a Unipol di vedere un 2024 in linea con i target. «L’andamento registrato finora e le informazioni al momento disponibili consentono di confermare, in assenza di eventi attualmente non prevedibili legati a un eventuale aggravarsi del contesto di riferimento, relativo in particolare ai mercati finanziari o a eventi climatici estremi, un andamento reddituale della gestione consolidata per l’anno in corso in linea con gli obiettivi fissati nel Piano Strategico 2022-2024».
LE INDISCREZIONI DI REPUBBLICA SU UNIPOL-MPS
Ma oggi nei palazzi istituzionali, nel mondo bancario e nelle sale operative di borsa più che i conti di Unipol si discetta dell’articolo di Repubblica firmato da Giovanni Pons secondo cui il governo di centrodestra è contrario all’acquisizione di Mps da parte di Unipol. “Il governo Meloni, azionista attraverso il Mef, in qualità di azionisti della banca senese, vorrebbero, con la cessione dell’ultimo 26%, accasare definitivamente la banca in un gruppo che possa giocare da secondo o terzo nel paese. Ma questa prospettiva si sta scontrando con il fatto che il pretendente che sta emergendo dalla mischia, e cioè l’Unipol guidata da Carlo Cimbri, che possiede già il 24,6% della Bper e il 19,7% della Popolare di Sondrio, è un candidato non gradito sia al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sia a palazzo Chigi”, ha scritto il quotidiano Gedi che ha aggiunto: “Negli ambienti della destra di governo è ancora vivo il ricordo delle battaglie bancarie del 2005, la famosa estate dei “furbetti del quartierino” (copyright Stefano Ricucci), in cui entrò anche l’Unipol allora guidata da Giovanni Consorte lanciando un’Opa sulla Bnl. E soprattutto non si dimentica la famosa telefonata dell’allora segretario dei Ds, Piero Fassino, che parlando con Consorte disse «ma allora abbiamo una banca». Da quel lontano 2005 Unipol ha fatto tanta strada, ha comprato Fonsai sfilandola alla famiglia Ligresti in accordo con Mediobanca. Ha preso una partecipazione del 20% in Bper (che può salire al 24,6%) che poi ha acquisito anche Carige. Si è poi rivolta a Nord per far suo il 19,7%% della Popolare di Sondrio in accordo con il management e i principali azionisti. Ha sventato un attacco da parte dell’Unicredit di Andrea Orcel e ora si sta candidando a grande aggregatore del terzo (o anche secondo) polo bancario-assicurativo italiano che può includere il Montepaschi risanato da Luigi Lovaglio. Cimbri si è mostrato sin qui, insieme a Carlo Messina di Intesa Sanpaolo e Alberto Nagel di Mediobanca, un banchiere prudente ma dalla vista lunga. Avanza un passo alla volta ma come un caterpillar. Tuttavia agli occhi della destra ha un difetto d’origine: Unipol è controllata al 60% dalle Cooperative “rosse”. E il Monte, che da sempre è stato una banca vicina alla sinistra, ora per la prima volta naviga in acque diverse: alla presidenza da un anno c’è Nicola Maione, indicato dalla Lega ma molto vicino anche a Fratelli d’Italia. Mentre alla guida operativa c’è un banchiere senza bandiere politiche come Lovaglio. Perché, si domandano a palazzo Chigi e al Mef, dovremmo riconsegnare il Monte nelle mani della sinistra?”.
LE COCCOLE DI CIMBRI (UNIPOL) AL CENTRODESTRA NON SONO SERVITE?
Ma davvero Cimbri è sgradito al governo? Il tempo lo dirà se è davvero così. Certo il numero uno del gruppo Unipol negli ultimi tempi ha compiuto molti passi in direzione del centrodestra, anche grazie a uno stuolo di consulenti antichi e recenti. Tanto che non è più svillaneggiato come in passato dalla stampa di centrodestra. Culmine di questa nuova tendenza è stata la presenza in pompa magna tra gli ospiti e gli sponsor di Cimbri a nome di Unipol alla festa per i 50 anni del quotidiano Il Giornale edito ora dal gruppo Angelucci, anche sulla scorta di un peana del vicedirettore Nicola Porro indirizzato proprio a Cimbri. Per non parlare della mossa in direzione di Matteo Salvini con uno studio universitario sponsorizzato da Unipol che non ha criticato, anzi, la politica del ministro dei Trasporti contraria ai 30 Km/h nelle città.
MPS TRA NPL E CAUSE
Tra gli analisti di borsa che compulsano le relazioni finanziarie e i documenti societari c’è una convinzione: Mps è stata risanata, con un taglio dei costi e una riduzione drastica anche di filiali, ma resta in particolare un bubbone che è una incognita per i conti del Monte, lo stock di cause ancora in corso (anche se i vertici sono fiduciosi) e il dossier Npl. Tanto che qualcuno a Siena si chiede: per caso nell’ultimo bilancio sono stati previsti pochi accantonamenti all’uopo? Sta di fatto che queste due slide sono compulsate dagli analisti di borsa.