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Emendamento Assoprevidenza

Chi sculaccia Meloni, Calderone e Renzi per i fondi pubblici ad Assoprevidenza

L'emendamento pro Assoprevidenza continua a suscitare dibattito e polemiche. Ecco fatti, commenti e approfondimenti

 

Un tempo era «Previdenza Italia, comitato per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare in Italia». Oggi ha cambiato il suo nome in “Assoprevidenza”. Italia Viva, grazie a un emendamento a firma D’Alessio, Rosato e Boschi, è riuscita a far fondere “Assoprevidenza”, l’associazione che raggruppa parte dei fondi pensione italiani, con l’ente terzo “Comitato per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare”. E a “dirottare” 29,5 milioni di euro di fondi pubblici verso l’associazione privata Assoprevidenza (qui tutti i dettagli sull’associazione). La mossa ha destato critiche da parte della stampa di sinistra, dei sindacati e anche da parte di detrattori meno scontati.

L’ATTACCO DELLA STAMPA “SI SINISTRA” DA REPUBBLICA AL MANIFESTO

Fa sentire la sua voce anche la stampa “di sinistra”. A partire da Repubblica, prima tra i mezzi di informazione ad accendere i riflettori sull’emendamento arrivato giovedì a notte fonda durante la seduta congiunta delle commissioni I e XI della Camera. Ma anche il Manifesto che parla di un “colpo di mano” che “regala 29 milioni ad Assoprevidenza che gestirà 64 miliardi” e titola “Grazie a Italia Viva viene privatizzata la previdenza complementare”.

LE CRITICHE DEI SINDACATI ALL’EMENDAMENTO PER ASSOPREVIDENZA

Sull’emendamento pro Assoprevidenza sono piovute le critiche dei sindacati, a iniziare dalla Cgil. “È inaccettabile affidare tutte le funzioni del Comitato per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare, ente terzo voluto dal Parlamento, ad una struttura privata, Assoprevidenza, garantendogli la piena disponibilità di 29,5 milioni di euro di risorse pubbliche – ha scritto la CGIL nazionale sul suo sito -. Viene spontaneo chiedersi la ragione di una scelta del genere, per noi assolutamente sbagliata”. A unirsi al coro anche la UIL, in teoria un po’ meno critica nei confronti del governo in carica. “L’emendamento votato al decreto Pa 2 che prevede di far confluire il Comitato per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare in Assoprevidenza è un fatto gravissimo – afferma la UIL -. Il Comitato, infatti, ha la disponibilità di 29,5 milioni di risorse pubbliche che non possono essere gestite da una struttura privata”.

NESSUNO SCANDALO PER USB CHE ATTACCA ANCHE I SINDACATI

Ancora più dura l’USB che direziona il suo attacco verbale all’idea stessa di previdenza. “La previdenza complementare serve ad arricchire le assicurazioni e gettare sul mercato finanziario migliaia di miliardi. In un sistema capitalistico non ha e non può avere altro fine – scrive il sindacato di base -. L’emendamento di FdI secondo il quale tutte le attività collaterali di pubblicizzazione dei fondi-pensione previste dal D.L. 214/2019, verranno trasferite da Previdenza Italia a Assoprevidenza (soggetto totalmente privato) è la chiusura “naturale” – e ampiamente prevista- del cerchio”. L’occasione è buona per criticare anche la gestione dei fondi pensionistici da parte dei sindacati. “Qualcuno che si dice di sinistra cade dal pero e lancia l’allarme di una privatizzazione che già è nella natura dei fondi pensionistici, alcuni dei quali gestiti da Cgil, Cisl e Uil che oggi, con finto sgomento, si dicono sconcertati dalla scelta del governo – sottolineano i sindacalisti di USB -. Nulla di più ipocrita da parte di chi ha contribuito attivamente a questo processo di distruzione delle tutele costituite dal TFR/TFS, mettendo nelle mani dei mercati ciò che per decenni è stata una garanzia di serenità al momento dell’uscita dalla vita lavorativa”. Nessuno scandalo se i “fondi negoziali che investono in prodotti a rischio e soprattutto all’estero saranno pubblicizzati da Assoprevidenza” perché i “30 milioni regalati al privato” sarrebbero solo una “percentuale minima di quanto già regalato alla finanza dal governo Draghi prima e, in continuità, dal governo Meloni oggi”.

LE CRITICHE DI CAZZOLA ALL’EMENDAMENTO PER ASSOPREVIDENZA

Ma a criticare l’operato del governo non sono solo i sindacati ma anche chi ha spesso mosso critiche, anche profonde, ai sindacati, come l’ex parlamentare Pdl Giuliano Cazzola. L’emendamento sottoscritto da deputati di Iv e di FdI (una convergenza da molti ritenuta singolare) ha suscitato parecchie perplessità oltre a numerose critiche (molto pesanti quelli provenienti dalle confederazioni sindacali) – ha scritto l’esperto di previdenza e welfare su Startmag -. Il problema è molto semplice: non si capiscono i motivi di questo emendamento”.

EMENDAMENTO ASSOPREVIDENZA: INTERESSE DI PARTE?

L’ex vicepresidente della Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera si chiede se vi sia un “interesse particolare” a muovere la necessità dell’emendamento al Decreto Pa2. “Poiché non vi si intravvede un interesse generale è legittimo il sospetto che vi sia sotto un interesse particolare – ha sottolineato Cazzola su Startmag -. Non si capisce se è “Assoprevidenza” – associazione che raggruppa parte dei fondi pensione italiani – che confluisce nell’ente terzo “Comitato per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare”, oppure se il processo si svolge a parti invertite. La sostanza cambia di poco, perché dell’accorpamento è protagonista un tesoretto di 29,5 milioni di euro di fondi pubblici da destinare appunto ad Assoprevidenza, nell’arco di un decennio, di cui un congruo anticipo sarà erogato entro l’anno in corso”.

COS’È ASSOPREVIDENZA

L’ente beneficiario dell’emendamento è l’Associazione Italiana per la Previdenza Complementare che, stando a quanto viene riportato sul suo sito, “opera senza fini di lucro quale centro tecnico nazionale di previdenza e assistenza complementare e riunisce forme pensionistiche di secondo pilastro di ogni tipologia, fondi e organismi con finalità assistenziali nonché operatori del settore”. In sostanza l’Associazione raggruppa una parte dei fondi pensione italiani. Assoprevidenza presieduta da Sergio Corbello (nella foto) è attiva nella previdenza e dell’assistenza complementare. Settore divenuto sempre più centrale in conseguenza della cura dimagrante a cui è stata sottoposta la previdenza pubblica e che nei prossimi anni garantirà assegni pensionistici sempre più leggeri. “L’Associazione fu costituita formalmente nell’agosto del 1991 – si legge ancora sul sito -, per iniziativa di un gruppo di amministratori e di direttori di fondi di previdenza complementare. Tra i fondatori Sergio Corbello, attuale presidente”.

TUTTI I PARTNER DI ASSOPREVIDENZA

Come si legge sul suo sito Assoprevidenza “riunisce un selezionato gruppo di sostenitori della cultura della previdenza complementare e del welfare in Italia”. Del suo “Club dei partners” fanno parte nomi di preso della finanza e della previdenza: dal gruppo Azimut a Black Rock, da BNP Paribas a UBS, da Dolittte a Coima. E poi ancora ReamSGR, Neumberger, StepStone, Quaestio, Nummus, FSI, Finint SGR, European Brokers, ElipsLife, C&A, Conser, Caoutal Partners, BFF, ApSGR, Anima, AcomeA, LGT Capital Partners.

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