Doppio colpo del fondo inglese Ion capeggiato da Andrea Pignataro (passaporto italiano, cuore operativo fra Inghilterra e Irlanda, testa finanziaria in Lussemburgo, da dove controlla il fondo Ion).
Il fondo ha messo a segno in poche ore due operazioni di non poco conto in Italia: ha comprato Cedadri e ha lanciato un’Opa su Cerved.
Cedacri e Cerved costituiscono due snodi nevralgici nei dati economico-industriali-finanziari delle imprese italiane.
Infatti Cedacri è la società italiana specializzata in servizi di outsourcing informatico per il settore bancario e il Cerved è la società che raccoglie ed elabora i dati delle Camere di commercio.
Ion ha rilevato prima il gruppo Cedacri, assieme a Maurizio Tamagnini di Fsi, per 1,5 miliardi. E ieri ha lanciato un’Offerta pubblica di acquisto su Cerved tramite una controllata irlandese controllata dal fondo inglese (la cui maggioranza è di un veicolo lussemburghese).
LE MOSSE DI PIGNATARO
Ma vediamo chi è Pignataro che in queste due operazioni va in simbiosi con il fondo Fsi nella parte di socio di minoranza. Infatti Ion di Pignataro con il gruppo Fsi guidato da Maurizio Tamagnini e il fondo Gic di Singapore hanno lanciano un’offerta da 1,85 miliardi su Cerved.
LA MOSSA DI ION E FSI SU CERVED
Ion e soci riconosceranno un corrispettivo pari a 9,50 euro per azione, pari a un premio del 34,9% rispetto al prezzo ufficiale delle azioni alla data del 5 marzo 2021 e del 43% rispetto alla media aritmetica cegli ultimi dodici mesi: ieri il titolo ha chiuso a 9,61 euro (+19,9%), oltre il prezzo Opa.
CHI HA LANCIATO L’OPA SU CERVED
Ma chi ha lanciato formalmente l’Opa? “L’offerta – ha rimarcato il Sole 24 Ore – è promossa tramite Castor Srl, controllata da Castor Bidco Holdings, a sua volta controllata da FermIon Investment Group. Nei veicoli la maggioranza sarà di Ion Capital e investirà in minoranza (150 milioni in strumenti finanziari convertibili) anche Fsi, come partner italiano di supporto istituzionale. Si tratta della seconda operazione, dopo Cedacri, di Fsi assieme a Ion: a dimostrazione della capacità del fondo italiano di creare campioni nazionali dell’economia digitale. Partner di minoranza è anche il fondo di Singapore Gic”.
CHI SONO GLI ATTUALI AZIONISTI DI CERVED
Gli attuali azionisti di Cerved con più del 3% sono Wellington con il 5,077%, Massachusetts Financial con il 4,1%, Kayne Anderson Rudnick con il 3,064%, MutuiOnline con il 3,015% e Giancarlo Broggian con il 3%.
LA RAGNATELA DI SOCIETA’ IN LUSSEMBURGO
“Tramite un altro veicolo lussemburghese, la Itt, Pignataro detiene quasi il 90% di Ion Investment group e il 100% di Ion Investment Corporation, società irlandesi a cui fanno capo realtà come Fidessa (produttore di software di trading), Acuris (portali di notizie finanziarie) e Dealogic (fornitore di dati sul mercato m&a)”, si legge su Mf/Milano Finanza.
CHI È ANDREA PIGNATARO
Nato a Bologna, 50 anni, Pignataro è poco conosciuto fuori dai mercati specializzati, ha scritto settimane fa Mf, e da Londra confermano che “ha sempre mantenuto un very low profile”.
“Riservatissimo, incontattabile dai giornalisti, pur essendo al vertice di un gruppo di intelligence finanziaria internazionale, non ha mai concesso un’intervista a un giornale in vita sua. Anzi, in circolazione sul Web ci sono rare foto che lo ritraggono”, ha scritto oggi Carlo Festa sul Sole 24 Ore.
“Pignataro è membro dell’advisory board del Politecnico di Milano, sostiene la Normale e il Collegio Sant’Anna di Pisa; vive tra Londra, Milano e New York e ha vari investimenti immobiliari, tra cui un resort di lusso a Canouan nei Caraibi”, si legge su Repubblica di oggi.
IL BUSINESS DI PIGNATARO
Prima di fondare Ion Investment Group, 22 anni fa, era trader di obbligazioni alla banca d’affari Solomon Brothers. “Chi ha avuto a che fare con lui – ha scritto il giornale economico-finanziario del gruppo Class – lo descrive come una persona motivata, determinata e risoluta, e alcune persone che hanno lavorato con lui lo hanno dipinto come ‘un maniaco del lavoro 24 ore su 24’”. Vive in una casa di sua proprietà a Belgravia, elegante quartiere centrale di Londra, e nel 2017 si è fatto notare per il suo coinvolgimento diretto in uno sviluppo immobiliare a Canouan, isola caraibica che fa parte di St. Vincent e Grenadine.
Sempre secondo Mf, Pignataro ha investito in una tenuta di lusso che sta cercando di trasformare in un esclusivo resort alla moda. Esattamente due anni fa grazie a una newco con sede a Dublino, Kojima Limited, messa su con Conor Clinch e Ashley Woods, altri due manager di Ion Investment, ha invece comprato il 58,5% di Macron, l’azienda bolognese che produce abbigliamento tecnico sportivo e che nell’attuale campionato italiano di Serie A è divenuto marchio di riferimento vestendo le squadre di Bologna, Hellas Verona, Lazio, Sampdoria e Udinese.
COS’È E COSA FA ION INVESTMENT GROUP
Come ricordava giorni fa Carlo Festa (giornalista del Sole 24 Ore) sul suo blog, Ion Investment Group ha sede a Londra ed è specializzato in software, dati e analisi per istituzioni finanziarie. Dal 1999, anno in cui è stato fondato, ha fatto numerose acquisizioni, spesso a leva. Dal 2004 ha condotto 26 acquisizioni per un enterprise value complessivo di 10 miliardi di dollari e nel 2019 ha comprato Acuris da BC Partners e Gic. A questa società di notizie finanziarie fanno capo provider di informazioni e dati come Mergermarket e Debtwire Mergermarket, Debtwire, Unquote e Asia Venture Capital Journal. Nel 2017, invece, insieme a Carlyle, Ion aveva ricapitalizzato Dealogic, che fornisce dati sul mercato internazionale delle fusioni e delle acquisizioni.
L’ultima acquisizione, per una cifra sconosciuta e a cui ha dato il via libera il 10 novembre scorso la Competition and Markets Authority britannica, è quella di Broadway Technology, società di software e applicazioni in campo finanziario.
Ma come opera Ion? Impiega capitale permanente e investe solo in fintech, “con approccio molto concentrato su prodotto e tecnologia, considerati le vere fonti di vantaggio comparato sostenibile”. Di fatto, “opera con le logiche del private equity, agendo con rapidità e flessibilità tipica di questi investitori”. A differenza dei private equity, però, il gruppo di Pignataro investe nelle proprie partecipate operando “trasformazioni profonde in modo tale da permettere di ripensare il modello di business e il portafoglio prodotti delle società per essere meglio posizionate a cogliere le opportunità offerte dalla progressiva digitalizzazione dell’economia”.
Secondo Mf, Ion Investment serve più di 7.500 clienti in tutto il mondo e nel 2019 ha generato un fatturato di oltre 1,9 miliardi di dollari. Inoltre, possiede e gestisce un portafoglio globale di soluzioni software e dati per la gestione dei processi di istituzioni finanziarie, banche centrali e corporation che alimentano il funzionamento del mercato dei capitali internazionali. Dal 2017 a oggi la società madre irlandese di Ion ha pagato dividendi per 195 milioni di euro a entità controllate da Pignataro.
Da ricordare che Ion ha quotato al Nasdaq la spac ScION Tech Growth I di cui Pignataro è presidente esecutivo e Mathew Cestar, che in precedenza ha ricoperto il ruolo di Co-Head Investment Banking e Capital Markets in Emea presso Credit Suisse, è ceo e direttore. ScION Tech Growth I punta a vendere 50 milioni di azioni al prezzo di 10 dollari ciascuna ovvero 500 milioni di dollari. Ogni unità sarà composta da una quota di azioni ordinarie e da un terzo di un warrant, esercitabile a 11,50 dollari. Si tratta di una struttura analoga a quella della spac promossa da Investindustrial e quotata a dicembre al Nyse. I proventi della quotazione di ScION Tech Growth I verranno utilizzati per investire in società tecnologiche, in ambito software e fintech con forte posizione di mercato, prodotti leader e un potenziale di sviluppo globale.
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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DI REPUBBLICA SU PIGNATARO:
Pignataro, 50 anni nato a Bologna, è sempre stato uno studente modello da quando frequentava il liceo classico.
Dopo la laurea in Economia e un Phd in Matematica all’Imperial College di Londra, ha iniziato la sua carriere in Solomon Brothers come trader sul mercato obbligazionario.
Proprio il suo primo lavoro sui mercati lo ha portato a inventare il software di una piattaforma di trading, attorno a cui nel 1997 ha costruito un impero specializzato nel fintech, la Ion Investment, che oggi vale attorno ai 20 miliardi di dollari.
Dal 2005 ad oggi Ion ha acquistato 28 aziende, ha lanciato due Spac (di cui l’ultima a dicembre sul Nasdaq), dando vita un gruppo da 7.500 persone e 1,5 miliardi di margine lordo all’anno, con cui continua a finanziare operazioni a leva.
Pignataro è membro dell’advisory board del Politecnico di Milano, sostiene la Normale e il Collegio Sant’Anna di Pisa; vive tra Londra, Milano e New York e ha vari investimenti immobiliari, tra cui un resort di lusso a Canouan nei Caraibi.
Chi lo conosce lo descrivere come uno stakanovista, senza una segretaria, molto riservato: nelle sue residenze, tra cui una casa nel quartiere di Belgravia a Londra, non c’è mai il nome sul campanello.
Anche se viaggia soprattutto con il suo jet privato, si dice faccia una vita semplice. Tra le sue passioni c’è l’arte, pare che abbia una discreta collezione, anche queste debitamente custodita, lontano da mostre ed esibizioni.
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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DI MF SU PIGNATARO E LA SUA RAGNATELA DI SOCIETA’ IN LUSSEMBURGO:
Bolognese, classe 1970, Pignataro ha scelto il Lussemburgo come roccaforte del suo impero costruito sui dati finanziari. Nel Granducato, stando a documenti consultati da MF-Milano Finanza, ha sede Bessel Capital, holding a cui fanno capo tutte le attività del manager in Irlanda e all’estero.
Tramite un altro veicolo lussemburghese, la Itt, Pignataro detiene quasi il 90% di Ion Investment group e il 100% di Ion Investment Corporation, società irlandesi a cui fanno capo realtà come Fidessa (produttore di software di trading), Acuris (portali di notizie finanziarie) e Dealogic (fornitore di dati sul mercato m&a).
A Bessel Capital sono però riconducibili direttamente o indirettamente anche diversi investimenti in Italia. Anzitutto la cassaforte detiene l’intero capitale dell’Immobiliare Punta Rossa, società con sede a Milano e un patrimonio immobiliare che a fine 2019 valeva oltre 80 milioni di euro. Attraverso un’altra holding Bessel Capital controlla indirettamente anche altre tre srl italiane attive a loro volta nel settore immobiliare e basate sempre nel capoluogo lombardo.
Inoltre la Ll Investments di Pignataro è azionista al 50% di Piga srl a fianco della Lagfin della famiglia Garavoglia, proprietaria di Campari. Piga srl possiede il 10,3% di La Nave di Teseo, casa editrice fondata da Elisabetta Sgarbi, nel cui azionariato figurano anche Guido Maria Brera di Kairos, Carlo Pontecorvo di Ferrarelle e Sia Blu di Giacaranda Caracciolo.
A marzo 2019, infine, Ion ha comprato il 58,5% di Macron, azienda di Valsamoggia (Bologna) specializzata nell’abbigliamento tecnico-sportivo e sponsor di diverse squadre di Serie A fra cui il Bologna, club della città natale di Pignataro.