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Emilia Romagna

Vi spiego la vera sfida tra Pd e Lega in Emilia-Romagna. L’opinione di Cazzola

Come finirà la sfida tra Bonaccini e Borgonzoni alle elezioni in Emilia-Romagna? L’intervento dell’editorialista Giuliano Cazzola (candidato nella lista Più Europa a sostegno di Bonaccini)

A conclusione della campagna elettorale, i pronostici del voto in Emilia Romagna sono improntati maggiormente sul pessimismo dell’intelligenza che sull’ottimismo della volontà.

Portato come sono, per indole, ad esagerare mi sta frullando in mente – si parva licet – un evento storico molto importante. Il 29 maggio 1453 d.c. cadde Costantinopoli, ultimo baluardo dell’Impero romano che aveva governato il mondo per secoli.

Eduard Gibbon, lo storico inglese che ci ha lasciato, nel XVIII, uno dei saggi fondamentali sul declino e la caduta dell’Impero romano, descrisse così i giorni che precedettero quell’evento: “Molto diverse erano le condizioni dei cristiani, che con forti e impotenti lamenti piangevano le loro colpe o la punizione dei loro peccati…. I cittadini accusavano l’imperatore per aver rifiutato ostinatamente di arrendersi al momento opportuno, prevedevano gli orrori della loro sorte e desideravano la tranquillità e la sicurezza della servitù turca”.

Bisogna però combattere fino all’ultimo, magari parafrasando Carlo Rosselli: oggi in Emilia Romagna, domani in Italia. La sfida si combatte a Bologna, ma il campionato è nazionale, nel bene come nel male: sia che vinca Stefano Bonaccini, sia che trionfi Matteo Salvini.

La regione (ex?) rossa è destinata, il 26 gennaio, ad entrare nella storia: alla luce del sole di Austerlitz o all’imbrunire di Waterloo.

Se Bonaccini riesce a vincere, avrà compiuto un’impresa eccezionale, perché la posta in gioco non è mai stata la conquista del governo della Regione, ma di quello del Paese.

Stefano non aveva né i titoli né le condizioni per contrastare Salvini su quel terreno. E ha fatto bene a ‘’giocare in casa’’; purtroppo però è rimasto solo, perché nessun leader nazionale, nel suo stesso interesse, avrebbe potuto aiutarlo.

E’ stato questo il ‘’paradosso emiliano romagnolo’’: Bonaccini ha promesso la continuità di un ‘’buon governo’’ che in verità gli era riconosciuto da tutti. Salvini voleva lo scalpo dell’Emilia rossa, da appendere con gli altri trofei delle sue vittorie.

Gli emiliano-romagnoli saranno disposti a compiere un salto nel buio nella regione, allo scopo di anticipare l’ebbrezza di un altro salto, in un buio ancor più profondo, da parte della maggioranza degli italiani nelle prossime elezioni politiche?

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