Una inaspettata vittoria in Sardegna, dovuta soprattutto a un autogol del centrodestra, non fa primavera per il campo largo. A mettere una pietra sopra alle speranze della sinistra in questa tornata di Regionali è la schiacciante vittoria del centrodestra unito in Basilicata.
Amaro lucano per la sinistra. Il centrodestra ha fatto dimagrire ancora di più il campo largo orfano anche di Italia Viva di Matteo Renzi e Azione di Carlo Calenda schieratisi con le forze della maggioranza di governo attorno a Vito Bardi (FI) al quale a spoglio ancora in corso l’avversario Piero Marrese, intorno al 34 per cento, ha fatto le congratulazioni, visto l’ormai incolmabile divario con il governatore riconfermato che era attorno al 58 per cento (56,6% il risultato definitivo).
Il premier Giorgia Meloni, presidente di FdI, esulta sui social dove ricorda che “sono state premiate le nostre politiche”. Ma a esultare è soprattutto Forza Italia, che fino a ieri sera era tornata a doppia cifra e che tanto si era battuta per la conferma di Bardi dopo la sconfitta sarda. “Forza Italia ha fatto la differenza”, sottolinea Maurizio Gasparri, capogruppo azzurro sl Senato. Antonio Tajani, segretario azzurro, vicepremier e ministro degli Esteri: “Un grande risultato per Forza Italia, una vittoria del centrodestra unito”. Anche Meloni sottolinea la vittoria dell’unità della coalizione. FdI è il primo partito e, come ricorda il capogruppo alla Camera Tommaso Foti, “ha triplicato i consensi”.
Ma anche per la Lega il risultato è buono. Fonti di Via Bellerio parlano dell'”ennesimo largo successo del centrodestra unito”. E se per Matteo Salvini si confermasse quel circa 7 per cento dei primi exit poll sarebbe una netta risposta a chi critica anche dall’interno il suo modello di Lega Nazionale e ai detrattori al Sud dell’Autonomia. Salvini, vicepremier e ministro di Infrastrutture-Trasporti la definisce “un’altra vittoria schiacciante schiacciante del centrodestra come sempre unito e compatto, con la conferma del presidente Bardi”. Ma, aggiunge, “non temete, se ne parlerà poco: certi giornali vivono e strepitano nella loro ‘bolla’ sinistra, poi però i cittadini votano altro!”.
La vittoria lucana suona, come dice lo stesso Bardi, una netta e chiara risposta “allo spettacolo triste della sinistra”. La Basilicata oscura il caso Scurati, ovvero l’ennesimo tentativo di demonizzazione per il 25 aprile del centrodestra, quest’anno in particolare contro il premier Meloni. Pd, scosso dalle divisioni interne che hanno costretto Elly Schlein a ritirare il suo nome sul simbolo alle Europee, e Cinque Stelle, in lotta tra loro per l’egemonia di un campo sempre più stretto, ancora una volta cercheranno nell’accusa a Meloni e il centrodestra di fascismo, morto 80 anni fa, un espediente per buttarla in caciara e oscurare la loro profonda crisi di idee e proposte alternative. Ma come anche la Basilicata conferma, la netta maggioranza degli italiani non segue questi fantasmi.
Alla fine Bardi si conferma governatore con 56,63, Marrese si ferma a 42,16. La lista più votata alle regionali lucane è quella di Fratelli d’Italia, che ottiene il 17,39% e 4 seggi in Consiglio, seguita dal Pd con il 13,87% (2 seggi). Il Movimento 5s crolla al 7. Nel centrodestra Forza Italia è al secondo posto con il 13,01% dei voti (3 seggi), terza la Lega con il 7,81% (2 seggi). Un risultato, quello leghista, che al profondo Sud non era affatto scontato. La Lega ringrazia i “più di 20.000 elettori che l’hanno scelta e grazie ai quali ha superato I 5 stelle e Calenda”.