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Leonardo-Finmeccanica, ecco perché il maxidrone Falco azzopperà Piaggio Aerospace

Dal nuovo maxidrone di Leonardo-Finmeccanica alle novità di Mbda, dal dossier Fcas alla situazione dell'Eurodrone. Che cosa è emerso durante la prima giornata del salone di Le Bourget. Tutti i dettagli nell'approfondimento dell'analista esperto di cose militari Aurelio Giansiracusa di Ares-Osservatorio Difesa

 

Si è aperto ieri il Paris Air Show, tradizionalmente noto come Salone Aeronautico e Spaziale di Le Bourget. Come ogni anno, non sono mancate le novità e gli eventi pubblici ad ampia risonanza. Di seguito, sono rassegnate le novità principali di giornata.

CHE COSA HA PRESENTATO LEONARDO-FINMECCANICA

Presso lo stand di Leonardo Finmeccanica è stato è mostrato pubblicamente il nuovo UAV MALE (Medium Altitude Long Endurance) Falco Xplorer. Il Falco Explorer, seppur condivida il nome con la famiglia di droni Falco (progettati e prodotti dalla ex Galileo) è un UAV interamente nuovo. Si basa su una nuova forma aerodinamica ed ha ali molto più lunghe in grado di assicurargli una capacità di veleggiamento tale da farlo rimanere in volo per oltre 24 ore.

I DETTAGLI SUL MAXI DRONE DI LEONARDO-FINMECCANICA

Il peso del velivolo dovrebbe essere nell’ordine dei 1.300 kg e la capacità di carico di oltre 350 kg. E’ chiaramente dotato di collegamento satellitare. Il mockup presentato oggi è equipaggiato con il radar Gabbiano prodotto sempre dalla stessa Leonardo e adottato da nove paesi.

LE POTENZIALITA’ DEL RADAR

Il radar, caratterizzato da ridotte dimensioni e peso, è in grado di assolvere a compiti di sorveglianza area, marittima e SAR fino a 200 miglia. A completare l’avionica di bordo troviamo una torretta elettro-ottica LEOSS e un sistema ELINT (ELectronic INTelligence) SAGE.

IL PARAGONE CON IL PREDATOR

Si tratta di un UAV paragonabile per dimensioni e prestazioni al MQ-9A Predator di General Atomics, in servizio anche nella versione migliorata Reaper con il 32mo Stormo dell’Aeronautica Militare e già largamente impiegato in vari Teatri Operativi.

GLI SGUARDI DELLA MARINA

Lo sviluppo del Falco Xplorer affianca quello dell’UAV elicottero AW HERO, a cui guarda con estremo interesse la Marina Militare per impieghi imbarcati, e rimarca l’impegno di Leonardo nella produzione di velivoli unmanned sia per il mercato nazionale che per l’export.

LA TEMPISTICA DI LEONARDO-FINMECCANICA PER IL FALCO

Leonardo ha affermato che è già in contatto con potenziali clienti del Falco Xplorer; la tempistica del programma è molto stretta tanto che il primo volo è previsto entro la fine dell’anno dall’aeroporto di Trapani Birgi sede del 37mo Stormo, e che l’inizio della produzione è previsto per il 2020. Il velivolo sarà certificato in conformità allo STANAG4671, che definisce lo standard NATO di idoneità al volo dei sistemi a controllo remoto.

CHE COSA HA DETTO PROFUMO

L’amministratore delegato, Alessandro Profumo, durante la cerimonia, ha dichiarato: “Falco Xplorer è concepito per essere estremamente competitivo nell’ambito della sua categoria e si basa sull’esperienza maturata negli anni, grazie al lavoro svolto per molti clienti internazionali, e sulla leadership dell’azienda nei sistemi pilotati da remoto. Contiamo di aumentare la nostra quota di mercato nel settore dei droni proprio grazie alla capacità di comprendere a pieno le esigenze dei clienti e di rispondervi in maniera adeguata”.

GLI EFFETTI PER PIAGGIO AEROSPACE

Ovviamente, questo nuovo prodotto di Leonardo va ad assestare un pesante colpo alle residue speranze di Piaggio Aerospace che contava su un rilancio del programma P1HH Hammerhead, una versione dronica del P-180 Avanti II, un UAV per il quale l’Aeronautica Militare, al di là del supporto tecnico per la indispensabile certificazione, non mostra alcun interesse, avendogli preferito a suo tempo un progetto evoluto, il P2HH, che, peraltro, è rimasto privo di finanziamenti e, finora, senza ulteriori sviluppi. Ma, a questo punto non è solo Piaggio Aerospace a “tremare” come a breve si vedrà per il capitolo Eurodrone.

I RISULTATI DEGLI INVESTIMENTI

Tornando al discorso dei velivoli d’addestramento, Leonardo sta raccogliendo i risultati dell’investimento strategico effettuato in questo fondamentale settore con cinque Training Academy, la International Flight Training School con l’Aeronautica Militare italiana ed una gamma unica di aerei ed elicotteri ideali per formare i piloti del futuro.

IL RUOLO DELLE ACCADEMIE DI LEONARDO

Più di 10.000 tra piloti e operatori di elicotteri sono stati formati nel 2018 nelle accademie di Leonardo e lo schieramento di altri tre M-346 presso l’IFTS rappresenta un ulteriore traguardo e punto di riferimento per i piloti di caccia di tutto il mondo. Ad apparire per la prima volta a Parigi anche il nuovo M-345 di produzione, velivolo ideale per sostituire l’attuale linea di addestratori basici con prestazioni più elevate rispetto ai turboelica.

IL CONTRATTO DELL’AERONAUTICA

L’Aeronautica Militare ha siglato nei giorni precedenti l’apertura dell’odierno salone aeronautico un contratto con Leonardo per la fornitura 13 M-345HET che segue il primo ordine di 5 velivoli, portando il totale a 18 apparecchi ordinati, a fronte di un requisito per 45 di questi nuovi addestratori basici.

A CHE PUNTO SI E’ CON L’EURODRONE

ll programma Eurodrone è nella bufera. Il ministero della Difesa di Parigi non è per nulla soddisfatto della prima proposta finanziaria, giudicata troppo costosa, presentata alla fine di maggio all’OCCAR (Joint Organization for Cooperation in Armament) dal consorzio industriale formato da Airbus, Dassault Aviation e Leonardo, tesa allo sviluppo ed alla produzione del futuro drone europeo MALE RPAS o Medium Altitude Long Endurance -Remotely Piloted Aircraft System. I tre produttori saranno costretti a rivedere profondamente il lavoro sin qui eseguito sull’Eurodrone, la cui gestione del progetto è stata affidata ad Airbus, nota nel settore militare per la pessima gestione del programma A-400M.

I PROSSIMI PASSI DI LEONARDO, DASSAULT E AIRBUS

Il nuovo negoziato si svolgerà nella seconda metà del corrente anno con l’obiettivo di permettere il passaggio dalla fase di studio alla fase di implementazione. L’Eurodrone per l’anno 2019-2020 ha ottenuto 100 milioni di Euro di finanziamento, tratti dal Fondo europeo di difesa di 520 milioni di Euro. Attualmente, sono quattro le nazioni partecipanti al programma lanciato nel 2016, Francia, Germania, Italia e Spagna. Il MALE RPAS sarà chiamato principalmente ad eseguire missioni di supporto ISTAR (Intelligence, Surveillance, Target Acquisition and Reconnaissance) missions.

DOSSIER FCAS

Alla presenza dei vertici politici e militari franco-tedeschi è stato svelato al pubblico il primo moke up a grandezza naturale di quello che, nelle intenzioni di Parigi e Berlino, dovrebbe essere destinato a divenire il caccia di nuova generazione “europeo”. Il programma vede al momento consorziate la francese Dassault e la multinazionale Airbus. Al momento, oltre Francia, Germania e Spagna, il programma non conosce ulteriori adesioni. Comunque, per il futuro del programma servirà chiarire tra Berlino e Parigi i caveat per l’esportazione, perché da parte tedesca è notoria una stretta rigidità in materia che si scontra con le velleità ed aspirazioni francesi di voler vendere questa famiglia di velivoli all’Estero.

LE NOVITA’ DI MBDA

Il consorzio missilistico europeo MBDA ha svelato una famiglia di armi concettuali che potrebbero armare la prossima generazione di caccia europei. Alcune di queste armi potrebbero essere sviluppate per armare l’attuale generazione di velivoli Rafale e Typhoon, ma l’obiettivo principale è il progetto European Next-Generation Fighter o Système de Combat Aérien du Futur (NGF / SCAF), guidato in Francia e Germania da Dassault ed Airbus, ed il programma Tempest condotto nel Regno Unito da BAE Systems, Rolls Royce nonchè la divisione britannica di Leonardo che gestisce un importante centro di sviluppo.

MBDA ha lavorato con tutti i suoi clienti istituzionali per studiare i futuri requisiti del potere aereo, riconoscendo che il miglioramento previsto delle difese renderà le armi aria – superficie ed i vettori di lancio sempre più vulnerabili. Per superare le difese che prevedibilmente si incontreranno nel futuro è necessario aumentare le prestazioni, ridurre la segnatura, migliorare i sensori, ricorrendo sempre di più ad implementare in rete tutti i sistemi d’arma.
La visione dell’azienda comprende quattro categorie principali: il deep strike, lo strike tattico, l’air-to-air ed il remote carrier (o vettori remoti). Sono previsti due concetti di arma di attacco profondo: uno sarà imperniato su un’arma subsonica furtiva a bassa quota, basata sull’esperienza accumulata con l’attuale famiglia Storm Shadow / Scalp, ma con un raggio d’azione molto più lungo di oltre 1.000 km e capacità di penetrazione migliorate contro bersagli profondamente induriti .

Un secondo concetto di arma ad attacco profondo è incentrato su un’arma a lungo raggio supersonica, con velocità superiore a Mach 1, del peso attorno ad una tonnellate. La missione principale prevista è l’attacco anti-nave, ma può essere impiegata per la soppressione delle difese A2AD (Anti Access Area Denial) e come un’arma aria-aria contro bersagli aerei di alto valore come le piattaforme radar di allarme precoce o come i tanker.

MBDA prevede tre tipi di armi da attacco tattico, tra cui l’attuale arma Spear rivolta principalmente al Typhoon e all’F-35. Un’altra arma attualmente in fase di sviluppo è la Smart Glider anche in versione Cruise dotata di motore, che potrebbe essere resa disponibile in pochi anni per gli attuali Mirage 2000 e Rafale, nonché allo SCAF/Tempest in futuro.

A complemento della famiglia di ordigni, MBDA prevede una famiglia di remote carrier o vettori remoti a consumazione simili alle Smart Glider ma con i carichi utili delle missioni al posto delle testate di guerra, lanciabili da molteplici piattaforme aeree, navali e terrestri. Questi carichi utili possono svolgere una serie di tipologie di missioni, come la guerra elettronica, la designazione dell’obiettivo ed ISR, possono volare dinanzi alle formazioni aeree o in sciame per migliorarne l’efficacia delle armi. I dati raccolti dal vettore remoto possono essere rinviati alla piattaforma di lancio od agli stessi ordigni al fine di aumentare la precisione, il miglior discrimine ed il riconoscimento dei bersagli prima dell’impatto.

Per soddisfare i requisiti aria-aria, MBDA ritiene che l’attuale missile Meteor costituisca una base adeguata per l’evoluzione per rispondere alle minacce future, con sensori e motori ramjet costantemente migliorati. Tuttavia, l’azienda ed i suoi partner istituzionali (le Aeronautiche) riconoscono che le piattaforme aeree dovranno affrontare sempre più minacce missilistiche senza mai rilevare la piattaforma di lancio, e che l’uso di opzioni soft-kill come i decoy e lo jamming per sconfiggerle sarà esponenzialmente meno efficace.

A tal fine, MBDA sta studiando una sorta di Anti missile Hardkill System o AHS basato sull’impiego di mini missili anti-missile che forniscono una difesa hard-kill contro gli attacchi. Tali missili avranno corto raggio, dimensioni e pesi assolutamente contenuti; infatti, si parla di meno di 1 metro di lunghezza e di un peso inferiore ai 10 kg per questi rivoluzionari mini missili.

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