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Banca Popolare Di Bari

Banca Popolare Bari, ecco come Jacobini e De Bustis cercano di rabbonire i piccoli azionisti inviperiti

Che cosa prevedono la procedura di conciliazione e il fondo per i soci in difficoltà della Popolare di Bari che ha in programma per domenica 21 luglio una delicata assemblea dei soci per approvare il bilancio 2018 (chiuso in perdita) e presentare la lista per il nuovo cda

 

Un protocollo di intesa per la realizzazione di una procedura di conciliazione: è stato sottoscritto nei giorni scorsi dalla Banca Popolare di Bari e dal Comitato per la Tutela degli Azionisti dello stesso istituto. E’ rivolto ai soci della banca che possiedono azioni per meno di 5.000 euro, che siano già ricorsi all’arbitro per le controversie finanziarie e che versino in situazioni di disagio. A tale scopo, Popolare Bari ha approvato lo stanziamento di un plafond specifico di 3,5 milioni di euro. Si tratta di un’iniziativa che si inserisce nel solco di attività pregresse di risarcimento per i soci.

COSA PREVEDE IL PROTOCOLLO

Il Protocollo stabilisce che possano accedere alla procedura solo singoli consumatori in possesso di azioni acquistate a partire dal 1 giugno 2009. Hanno aderito alla risoluzione Adiconsum, Adusbef, Assoconsum, Codacons, Confconsumatori, Lega Consumatori, Unione Nazionale Consumatori e Praesidium e potranno aderire anche altre associazioni di consumatori che manifesteranno interesse entro il 31 agosto prossimo. Inoltre, alla procedura potranno avere accesso pure gli azionisti consumatori non rappresentati o non aderenti ad un’associazione firmataria del protocollo.

La domanda dovrà essere consegnata a mano o inviata tramite raccomandata alla Associazione dei Consumatori alla quale il socio aderisce o, in caso di socio non aderente ad alcuna delle associazioni firmatarie del Protocollo, inviata tramite raccomandata alla Banca Popolare di Bari – Segreteria Tecnica Piattaforma di Conciliazione Soci – Vico San Domenico n.2 – 70122 Bari o PEC all’indirizzo compliance.bpbari@postacert.cedacri.it.

IL FONDO PER I SOCI IN DIFFICOLTA’ ECONOMICHE

Ma non è finita qui. L’istituto di credito, il 26 giugno scorso, ha deciso di intervenire – come già accaduto in passato – a favore dei soci che versano in condizioni di difficoltà economica o di salute stanziando un altro fondo di 1 milione di euro da utilizzare a favore degli azionisti che – pur essendo nelle condizioni di solidarietà richiamati dal protocollo – non rientrino nei casi previsti da regolamento.

COME FUNZIONA IL FONDO

Il Fondo accantonamenti in favore dei Soci della Banca Popolare di Bari è stato costituito – per iniziativa congiunta della Banca e del Comitato per la tutela degli azionisti della Banca Popolare di Bari – nel 2017 dal Consiglio di amministrazione dell’istituto con lo stanziamento di 1 milione di euro. Già all’epoca, il cda ammetteva di riservarsi “la facoltà di deliberare in futuro eventuali ulteriori stanziamenti”.
Prevista una Commissione di Valutazione composta da tre membri, due nominati – uno per ciascuno – dal Comitato e dalla Banca e l’altro di comune accordo, che non percepisce alcun emolumento per il lavoro svolto. Ad essa il compito di esaminare le richieste di sostegno arrivate e di decidere se accoglierle o meno deliberando all’unanimità.

I REQUISITI PER PRESENTARE DOMANDA DI ACCESSO

Per accedere al Fondo occorre essere socio persona fisica con un reddito Isee inferiore a 24mila euro oppure disoccupato, cassaintegrato o in mobilità, giovane in cerca di prima occupazione, lavoratore precario o persona colpita da grave patologia.

IL CONTRIBUTO PER I SOCI RICHIEDENTI

Il contributo per ogni socio può essere al massimo di 10mila euro e nel caso in cui ci sia una capienza residua si può consentire l’esame di successive istanze.
Il primo Fondo per gli azionisti in difficoltà durava fino al 31 dicembre 2017 e comunque ad esaurimento del plafond stanziato.

L’ASSEMBLEA DELLA POPOLARE DI BARI

I soci della Popolare Bari si troveranno domenica 21 luglio in assemblea per approvare un bilancio 2018 che chiude con una perdita di 420 milioni (qui l’approfondimento di Start). “Il risultato negativo ha portato i coefficienti patrimoniali sotto al minimo richiesto dalla Banca d’Italia e saranno ricostituiti con una serie di operazioni straordinarie – ha scritto oggi il Sole 24 Ore – Buona parte del nuovo patrimonio di Vigilanza arriverà, però, grazie all’intervento del Governo che ha varato un provvedimento “salva Bari””. Infatti, con un emendamento al Decreto Crescita approvato a giugno (qui l’approfondimento di Start), è stata introdotta la possibilità per le banche del centro sud Italia di trasformare le cosiddette Dta (attività fiscali differite) in crediti di imposta a patto che gli istituti di credito procedano ad aggregazioni entro la fine del 2020.

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