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Indice Green Economy, chi vince in Italia su energia, rifiuti e agricoltura

L'indice della Green Economy della Fondazione Impresa disegna lo stato della situazione delle regioni italiane su energia, impresa, rifiuti, agricoltura, mobilita'

 

Trentino Alto Adige, Umbria e Marche hanno raggiunto le vette dell’Indice di Green Economy. Si tratta di un indice, elaborato da Fondazione Impresa, in grado di fotografare lo stato attuale della Green economy in Italia e utile per favorire lo sviluppo di azioni a sostegno dell’economia sostenibile.

L’indice di Green Economy, attraverso cui è possibile stilare una “classifica” delle regioni italiane, è frutto dell’incrocio di 21 indicatori di performance afferenti ai principali settori interessati dalla green economy: energia, imprese e prodotti, agricoltura, turismo, edilizia, mobilità e rifiuti.

Dalla classifica emerge un certo divario tra Nord e Sud. Alcuni dati sono sorprendenti, ad esempio quello dell’ “energia rinnovabile”, che esprime maggiori performance al Nord, nonostante la maggiore presenza di sole e vento nel Meridione. Tale dato testimonia una maggiore sensibilità rispetto alle tematiche ambientali e, probabilmente, maggiori politiche di sostegno allo sviluppo sostenibile nel Settentrione.

Non vanno però trascurati i risultati positivi raggiunti dal Meridione. La Campania è la regione che presenta il valore più basso di “carbon intensity”, parametro che misura il grado di emissioni responsabili del cambiamento climatico (247,9 grammi di CO2 emessa per € di valore aggiunto reale), seguita dal Trentino Alto Adige, Lazio, Marche, Lombardia, Piemonte e Veneto.

Nel settore “Imprese e prodotti” c’è maggiore varietà. Trentino Alto Adige, Puglia e Toscana sono prime per diffusione di licenze Eco – label, marchio europeo di qualità ecologica che premia i prodotti e i servizi migliori nell’ottica ambientale. Per ciò che concerne le certificazioni ISO 14001 – rilasciate alle organizzazioni e alle imprese che soddisfano i requisiti di un sistema di gestione ambientale – l’eccellenza è rappresentata dalla Valle d’Aosta che. con 875,5 certificazioni ogni 100 mila imprese, supera di molto Friuli Venezia Giulia (434,8) e Umbria (419,8).

Nel settore “agricoltura” troviamo di nuovo il predominio del Meridione. Calabria, Basilicata e Sicilia sono prime nell’indice di imprenditorialità biologica, rispettivamente con 367,7; 204,8 e 158,4 operatori nel biologico ogni 100 mila abitanti. Calabria, Lazio, Umbria, Sicilia e Puglia sono le prime 5 regioni italiane per superficie agricola destinata alle colture biologiche (rispettivamente con il 21,8%, 14,4%, 14,4%, 13,9% e 13,3% di superficie agricola bio su quella totale).

Infine, settore che merita di essere citato è quello dei “rifiuti”, dove primeggia il Nord – Est. Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia sono le regioni più virtuose in materia di raccolta differenziata, rispettivamente con il 62,6%, 62,3% e 57,5% sul totale dei rifiuti urbani, contro una media nazionale inferiore al 39,9%. Indietro il Meridione, con Calabria e Sicilia che chiudono la classifica con appena il 13,8% e il 13,3% di rifiuti urbani raccolti in maniera differenziata. (Silvia Martone)

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